Egregio ministro Pisanu e cari colleghi vi scrivo.

"Il sasso lanciato da un cavalcavia sull'autostrada Roma-Napoli da quattro balordi è la dimostrazione lampante che la lotta al terrorismo è, nella società moderna, tecnicamente impossibile. Invece del sasso poteva essere una bomba, invece di un morto centinaia di vittime. La mobilitazione di decine di migliaia di poliziotti serve ai governi per dichiarare che 'tutto è sotto controllo', affermazione ridicola in un tempo in cui, come tutti sanno, anche la distribuzione di energia elettrica in Europa può essere interrotta dalla caduta di un albero". Cosi' Giorgio Bocca sull'ultimo Espresso.
Poi il giornalista-scrittore continua sullo stesso tono alzando il tiro e affronta la stagione dei rapimenti in Iraq non prima di averci rammentato che "ciò che il terrorismo ha già ottenuto è una sorta di intossicazione poliziesca che si pensava finita con la guerra fredda, quella sorta di incubo delle opposte fabbriche di intrighi e di menzogne"..
A noi questo gia' puo' bastare. E ai piu' sara' forse meno incomprensibile quanto segue. E' in atto infatti da tempo nel nostro Paese una sottile (si fa per dire) guerra
preventiva nei confronti di cittadini di religione islamica che finisce anche e inevitabilmente per dare applicazione alle scellerate politiche di questo governo in tema di immigrazione. Ricordiamo gli strali razzisti lanciati dal premier Berlusconi un paio di anni fa quando affermo' -per poi smentirsi a causa delle pressioni e dell'indignazione sollevate- che quella islamica era una civilta' inferiore alla nostra. Da allora, anche per diretta e indiretta responsabilita' delle fobie alimentate in questi ultimi anni dai grandi mezzi di disinformazione di massa, si e' affermata nel Paese una pericolosa deriva culturale che tende a fare di ogni erba un fascio e a far crescere pulsioni e azioni xenofobe e razziste. Va bene che eravamo e siamo all'ombra delle Torri gemelle, e di Madrid e di Londra. Ma forse non e' un caso che proprio oggi, che camminiamo per la pace verso l'ennesimo anniversario (gia' il quarto) delle stragi dell'11 settembre, il ministro Beppe Pisanu non perda l'occasione, dopo la reiterata politica delle espulsioni di alcuni musulmani considerati non si capisce bene a quale titolo fiancheggiatori del terrorismo islamico, per prendersela con gli studenti della scuola islamica di via Quaranta, a Milano, e di tutte le altre nel Paese. Il verbo del ministro:"I ragazzi di religione islamica in Italia devono andare in strutture di cui siamo in grado di controllare i programmi didattici...". Dal controllo dell'ordine pubblico a quello dei programmi scolastici (ovviamente con libri riveduti e corretti nella nostra storia recente dai signori dell'Istruzione pubblica) il salto e' stato breve. Certo, ministro, e poi se le lasciassero ancora a lungo il dicastero magari toccherebbe ai figli o ai padri di chi dissente con le politiche indecenti del suo governo (gia' con certi giornalisti si e' cominciato da un pezzo con provvedimenti ad personam, e alla categoria e' stata regalata proprio da lei la censura preventiva che impedisce da quasi tre anni gli accessi all'informazione nei Cpt). Poi, di recente, si e' paventato il carcere per chi fa informazione e ora si annunciano pesanti multe per gli editori "irrispettosi" verso il potere politico e finanziario. E magari, con blitz successivo e nuovo conato repressivo, via tutti gli oppositori in patria nei lager libici, lontani da occhi indiscreti, pagati anche con i loro, i nostri denari. Si dira': ecco le solite dissertazioni "pericolose per se' e per gli altri". Oppure si dara' la colpa all'alcool o al caldo dei giorni passati.
Comunque, nonostante tutto, e nonostante la politica delle espulsioni dei "terroristi e dei loro fiancheggiatori" sia simile in tutto e per tutto all'ideologia governativa sui temi dell'immigrazione illegale e apra inquietanti interrogativi, ormai stampa e tivu' non dedicano piu' neppure una breve agli sbarchi che continuano (oltre cento persone soltanto nelle ultime ore) e alle deportazioni da Lampedusa o da altre Guantanamo italiane. Ma si e' capito da tempo: troppi colleghi giornalisti hanno ben altre polemiche da alimentare oltre alla propria busta paga e alla propria immagine da salvaguardare. E pubblicare certe notizie, approfondirle, aiutare l'opinione pubblica a farsi un'idea super partes sono impegno troppo oneroso. A quello gia' pensano i comici da tempo in questo Paese (Grillo e Guzzanti docet). E poi, se proprio ti viene in mente di non allinearti a nessun coro, e' certo che ti fai tanti di quei nemici...

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