"Submission" e Mare nostrum, via la censura

22 aprile 2005

CINEMA: NO A CENSURA 'MARE NOSTRUM' SU SEVIZIE A ISLAMICI IL REGISTA: COME 'SUBMISSION' SI CHIEDA PROIEZIONE IN SEDE UE
(ANSA) - ROMA, 22 APR -

Non c'e' solo la censura di 'Submission', il controverso film di Theo Van Gogh contro certa cultura islamica verso le donne, ma anche quella sul film -inchiesta 'Mare nostrum' che mostra l'altra faccia della luna: ovvero casi di maltrattamenti di islamici in Italia. Lo dice Stefano Mencherini, regista dell'inchiesta, che invita l'europarlamentare Borghezio a chiedere per Mare nostrum una proiezione, dopo quella di Submission al Parlamento europeo.
''Se cio' non avverra' - dice nella lettera-appello Mencherini - nei prossimi giorni organizzero' un sit-in con
proiezione pubblica di fronte all'Europarlamento, perche' i cittadini europei devono sapere come, anche per responsabilita' diretta di una legge della Repubblica italiana, sia possibile calpestare i diritti umani religiosi e civili di cittadini musulmani e immigrati in genere, senza che quasi nessuno faccia nulla per impedirlo''.
Sono personalmente contro ogni tipo di censura, spiega il regista ''e mi auguro che l'Europarlamento permetta la visione del cortometraggio di Theo Van Gogh, ucciso da estremisti islamici. Ma forse e' ora di mostrare anche l'altra faccia della medaglia: quella che dimostra come dopo l'undici settembre si sia scatenata in Italia una vera e propria guerra preventiva, a colpi di atti razzisti, leggi e decreti, verso alcune etnie di religione musulmana''.
Il film-inchiesta 'Mare nostrum', da oltre due anni, ricorda Mencherini, censurato preventivamente da tutte le televisioni italiane, ''denuncia quello che sarebbe avvenuto nel Centro di permanenza temporanea di Lecce 'Regina pacis' (il primo e il piu' grande Cpt italiano, una Guantanamo in versione tricolore) nel novembre del 2002, ai danni di 17 magrebini''.
Il centro era diretto allora, continua la nota, ''da don Cesare Lodeserto, oggi agli arresti con reati gravissimi, e retto, unico caso in Italia, dalla Curia locale con la supervisione di monsignor Cosmo Ruppi, arcivescovo di Lecce e presidente della Cei di Puglia''. (ANSA).
GAL

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