La cattura di Saddam fu una messinscena
Washington. Tutto finto. Tutto a uso e consumo delle telecamere. Saddam che esce stordito e stralunato da un cunicolo sotterraneo, i soldati americani che lo trascinano fuori: tutto finto. Questo almeno quanto racconta oggi un ex marine che prese parte all’operazione nella provincia di Tikrit che portò all’arresto dell’ex presidente iracheno. La realtà sarebbe ben diversa: Saddam ed i suoi fedelissimi resistettero con le armi in pugno e nello scontro a fuoco venne anche ucciso un militare Usa. Solo successivamente, dopo che gli vennero somministrati sedativi, Saddam sarebbe stato mostrato alle tv. La versione dell’ex marineè stata raccolta da un giornale arabo. L'ex sergente Nadim Abou Rabeh, d'origine libanese, ha raccontato al quotidiano saudita «Al-Medina» che Saddam Hussein fu trovato in una casa modesta di un piccolo villaggio e non in un buco nel terreno come annunciato dall'esercito. «Io facevo parte dell'unità di venti uomini che diede la caccia a Saddam per tre giorni», ha detto Abou Rabeh. «Lo abbiamo catturato dopo uno scontro a fuoco feroce con la resistenza in cui rimase ucciso un marine d'origine sudanese», ha proseguito l'ex sergente dell’esercito americano, secondo cui Saddam sarebbe stato intercettato ed arrestato il 12 dicembre 2003 e non il giorno successivo, come fu invece riferito. L’ex marine ha affermato inoltre nell’intervista al giornale saudita che Saddam stesso aveva sparato contro i soldati americani dalla finestra di una stanza al secondo piano della casa. Solamente più tardi, secondo l’ex militare Usa, una troupe di produzione militare «ricostruì ad arte la cattura di Saddam nel buco, che in realtà era un pozzo abbandonato». La ragione della presunta messinscena è evidente: la notizia di Saddam catturato con le armi in pugno avrebbe avuto per gli americani e per gli iracheni, in termini di immagine, un impatto ben diverso.
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