L'amministrazione Bush e la nuova era delle notizie TV preconfezionate

17 marzo 2005
David Barstow e Robin Stein
Fonte: The New York Times

E' il tipo di notizie che ogni Presidente desidera "Grazie Bush, grazie
USA", un allegro iracheno- americano lo dice ad una troupe a Kansas City
durante un servizio sulle reazioni alla caduta di Baghdad. Un secondo
servizio parlava di "un altro successo" dell'amministrazione Bush "ha dato
maggiore sicurezza dell'aviazione", il cronista parla di "una delle campagne
più importanti nella storia dell'aviazione". A gennaio, un terzo pezzo
descriveva la determinazione dell'amministrazione ad aprire i mercati in
favore degli agricoltori americani.
Per il pubblico ogni servizio è simile ad un altro servizio da 90 secondo
sul notiziario locale. Di fatti è il governo federale li prodotti tutte e
tre. Il servizio da Kansas City è stato realizzato dal Dipartimento di
Stato. Il "reporter" del servizio sulla sicurezza degli aeroporti era in
realtà un PR professionista che lavorava sotto falso nome per il
Dipartimento della Sicurezza dei Trasporti. Il servizio sugli agricoltori è
stato realizzato dal servizio stampa del Dipartimento per l'Agricoltura.
Sotto l'amministrazione Bush, il governo federale ha utilizzato in modo
aggressivo lo strumento delle public relation: le notizie pronte e
preconfezionate scelte dalle grandi aziende sono state distribuite alle reti
tv per qualunque prodotto, dal rimedio per il mal di testa all'assicurazione
auto.
In tutto, almeno 20 agenzie federali, compresi il Dipartimento della Difesa
ed l'Ufficio Statistico, hanno confezionato e distribuito negli ultimi 4
anni numerosi nuovi servizi ed interviste. Molti sono stati trasmessi da
stazioni locali ignare del ruolo del Governo nella loro realizzazione. Nei
mesi passati, Washington si è innervosita a seguito di rivelazioni, secondo
le quali alcuni giornalisti hanno scritto a favore delle politiche del
Governo senza rivelare di essere stati pagati per farlo. Ma gli sforzi
dell'amministrazione per confezionare notizie positive sono stati
assolutamente più pervasivi del solito. Allo stesso tempo, servizi ed
interviste rivelano larghe complicità o negligenze da parte delle stazioni
televisive relative a standard etici che scoraggino la trasmissione di
notizie preconfezionate senza rivelarne la fonte.
Le agenzie federali sono molto chiare con i giornalisti sulle origini delle
notizie. I servizi stessi sono elaborati appositamente per i tipici
notiziari locali. Nella maggior parte dei casi, i "reporter" sono molto
attenti a non rivelare che lavorano per il governo.
L'apparato del governo per il "confezionamento delle notizie" ha prodotto
una serie di pacate, ma incisive trasmissioni che descrivono un'
amministrazione attenta e misericordiosa. Alcuni servizi sono stati
realizzati per supportare obiettivi umani, come la caduta del regime in Iraq
e la riforma della sanità. Altri si concentrano su problematiche meno
importanti come il dopo scuola gratuito, l'obesità infantile, la
conservazione della natura, la lotta ai virus informatici e addirittura alla
guida in stato di ebbrezza. Spesso si trasmettono "interviste" a funzionari
del governo con domande e risposte concordate. Le critiche sono dunque
escluse, nessun cenno di mala amministrazione o disappunto. Alcuni servizi
sono stati dati anche sui canali più importanti della nazione, compresi
quelli di New York, Los Angeles, Chicago, Dallas ed Atlanta.
Tali notizie all'esame forniscono una visione di un mondo dove la linea di
confine tra PR e giornalismo è divenuta farraginosa, dove i conduttori
presentano notizie messe a punto da esperti di pubbliche relazioni. E' un
mondo dove i servizi prodotti dal governo scompaiono dentro un labirinto di
trasmissioni via satellite, portali, programmi a pagamento, per poi
riemergere ripuliti in un altro luogo nelle vesti di giornalismo
"indipendente".
E' anche un mondo dal quale tutti traggono benefici.

Note: Traduzione Noemi di Leonardo per www.peacelink.it
Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la
fonte, l'autore e il traduttore
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