Documento originale Propaganda in the Free Press
Traduzione di Marco Accattatis
Propaganda nella libera stampa
un'intervista a Edward Herman
di David Ross
Edward Herman, professore emerito della Wharton School, della University of Pennsylvania, è co-autore insieme a Noam Chomsky del testo di riferimento "La fabbrica del consenso". é inoltre autore di numerosi altri libri, inclusi: "The Real Terror Network", "The Washington Connection and Third World Fascism" e "Corporate Control, Corporate Power". Amy Goodman, presentatrice del programma radiofonico Democracy Now, lo ha definito come "uno dei più importanti intellettuali della nazione". I suoi articoli vengono frequentemente pubblicati dalla rivista Z Magazine. Un archivio su Ed Herman è disponibile sul sito www.zmag.org.
David Ross: ne "La fabbrica del consenso" porti avanti la tesi di ciò che tu chiami il modello di propaganda per descrivere le forze che danno ai media una preferenza per l'elite, la quale è usata per "fabbricare il consenso" dei cittadini. Quali sono i vari filtri nei mass media che compongono il tuo modello di propaganda?
Ed Herman: secondo il modello di propaganda la maniera in
cui i media funzionano si basa sulle condizioni strutturali di fondo in cui
i media operano.
Queste consistono di cinque elementi che possono essere visti come "filtri"
per le notizie. Se una notizia verrà usata dai media o meno dipende dal
fatto che passi attraverso questi filtri.
Il primo filtro è quello della proprietà. Le persone affluenti
e le corporazioni, come la General Motors, posseggono e controllano i media
dominanti. Questo fatto certamente spinge i media ad avere una preferenza per
il punto di vista dell'elite. Bisogna dare per scontato che chi controlla i
media finisce per dominarli. Selezionano chi vogliono, e certamente non lasciano
che dei subordinati fuoriescano dai limiti prestabiliti.
Ne "La fabbrica del consenso", originariamente pubblicato nel 1988
ma rivisto nel 2002, mettiamo in evidenza gli interessi di coloro che controllano
25 delle più grosse corporazioni mediatiche. In mezzo alla tabella c'è
il New York Times, proprietà della famiglia Sulzberger. Al tempo, le
loro azioni valevano mezzo miliardo di dollari. Adesso valgono probabilmente
intorno all'1,2 miliardi di dollari. Stiamo parlando perciò di persone
molto affluenti che fanno parte dell'establishment corporativo. L'idea secondo
cui queste persone lascerebbero che i propri strumenti facciano qualcosa che
potrebbe risultare avverso agli interessi della comunità corporativa
è senza senso.
Il secondo filtro è la pubblicità. I media dipendono dalla pubblicità
come fonte di finanziamento. I giornali probabilmente ricevono il 70 percento
dei loro introiti, in media, dalla pubblicità. La televisione riceve
il 95 percento dalle aziende che hanno prodotti da reclamizzare. Tutte le stazioni
televisive e tutti i network hanno persone che vanno in giro per cercare di
vendere i loro programmi alle aziende. Le devono convincere dei meriti dei programmi
in cui le aziende vogliono reclamizzare.
Cosa vogliono le aziende? Non solo vogliono una larga audience, vogliono anche
un'audience d'elite - più soldi l'audience ha e meglio è. Non
vogliono disturbare l'audience. Vogliono ciò che si definisce "un'ambiente
favorevole alla vendita" dei propri prodotti. Per cui c'è bisogno
di competere per le aziende, e queste sono la principale fonte di finanziamento.
Non c'è dubbio che le aziende influiscono su ciò che i media faranno.
Non interferiscono in continuazione. Non telefonano ai media per richiamarli
all'ordine; non funziona cos“. La loro principale influenza deriva dal
fatto che i media devono competere per loro, e i media devono convincere le
aziende che i loro programmi soddisfano i loro bisogni.
Alcune aziende praticamente dettano condizioni specifiche sui programmi. Per
esempio, Proctor and Gamble, uno dei più grossi compratori di pubblicità,
ha una regola pubblicitaria scritta. L'azienda non favorisce programmi che insultano
le forze armate o che insinuano che la comunità imprenditoriale non è
una comunità benevola e spirituale. L'eccellente libro di Ben Bagdikian,
"The Media Monopoly"', cita direttamente Proctor and Gamble. Egli
mostra inoltre come certe aziende forniscono indicazioni dicendo che reclamizzeranno
soltanto in quei media che si confanno a "certi standard", standard
che in realtà sono di natura politica.
Per cui, se sei un giornale di sinistra, se veramente hai un messaggio che va
a disturbare la comunità imprenditoriale, nessuno ti comprerà
spazi pubblicitari. Questo filtro delimita i media che potranno ricevere contratti
pubblicitari, e perciò, chi potrà permettersi di spendere un sacco
di soldi per produrre programmi di buona qualità. Questo filtro ha un
effetto anche sulla programmazione e nella cernita di notizie in quanto i media
non vogliono offendere e far cos“ scappare le aziende.
Il terzo filtro del nostro modello di propaganda e ciò che chiamiamo
"sourcing". I media hanno bisogno di fonti [sources, ndt] di notizie.
I grossi media vogliono fonti che possano fornire notizie giornaliere che siano
credibili, affidabili e che non costino troppo. Dove si trovano tali notizie?
Si trovano alla Casa Bianca, al Dipartimento di Stato, o si trovano nell'ufficio
del sindaco locale, al dipartimento di polizia, o alla General Motors Corporation.
Sono loro che prendono le decisioni e sono loro che principalmente fanno notizia.
Esiste nei media una forte tendenza, specialmente in quelli grossi, che è
quella di avvicinarsi a fonti che sono potenti, in quanto queste possono fornire
notizie credibili e che allo stesso tempo non costano troppo. Per cui molte
delle agenzie di stampa hanno persone stazionate in permanenza alla Casa Bianca,
al Dipartimento di Stato, al Pentagono, e cos“ via. In questo modo, le
agenzie instaurano un rapporto con queste istituzioni. Fanno amicizia con le
persone che gli forniscono le notizie, che li trattano bene, e in questo modo,
possono occasionalmente ricevere notizie esclusive, e cos“ si crea un
rapporto simbiotico tra queste grossi fonti e i media.
Queste grosse fonti con le loro relazioni simbiotiche non vogliono che persone
dissenzienti li critichino severamente. Per cui i media sono restii a spendere
un sacco di soldi nella ricerca di persone dissenzienti che potrebbero chiamare
la Casa Bianca, o il Presidente, o alti ufficiali bugiardi, finanche quando
questi mentono. Questa è una cosa fondamentale di cui praticamente tutti
gli studiosi dei media si rendono conto - che si crea una dipendenza dei media
da queste fonti dominanti e che si forma un rapporto simbiotico che influisce
sul tipo di notizie che i media decideranno di pubblicare. é anche economico
e facile utilizzare le dichiarazioni di queste fonti. Nessuno andrà a
contestarle eccetto persone che non hanno alcun potere. Questo filtro determina
in larga misura cosa fa notizia, e rende difficile per i media persino la ricerca
di altre fonti di notizie, che sono problematiche e costose da trovare.
Il quarto filtro è ciò che chiamiamo "flack", o reazione
negativa. Possiamo tutti creare flack. Qualsiasi persona può fare una
telefonata o scrivere una lettera di lamentela a un giornale, ma ciò
che ha un'effetto concreto sui media sono le lamentele che li possono seriamente
minacciare, come quelle del governo, delle grosse aziende, del Pentagono e di
altri gruppi organizzati. Per cui il flack è efficace principalmente
per i gruppi potenti, e alcuni di questi gruppi sono gli stessi che forniscono
le notizie. Questo fatto tende a consolidare maggiormente il potere di queste
fonti dominanti.
Il quinto filtro è ciò che chiamiamo ideologia. Nell'ideologia
Americana, l'elemento che Noam Chomsky e io pensiamo sia importante ai fini
del modello di propaganda è l'anti-comunismo. L'ideologia anti-comunista
fu molto importante fino alla caduta dell'Unione Sovietica, ma anche adesso
ha una qualche importanza residua. L'altro filtro ideologico è l'idea
che il mercato sia onnipotente, e che questo sia il luogo appropriato dove risolvere
tutti i nostri problemi. Queste ideologie sono praticamente incastonate nel
Sistema, e hanno un'effetto sui giornalisti, gli editori dei media, e sulla
visione che i media hanno del mondo.
Ne "La fabbrica del consenso", abbiamo utilizzato alcuni esempi per
illustrare il modello di propaganda. Nel 1981 in Polonia, Solidarnosc era in
lotta contro il governo comunista. Questa lotta ebbe enorme spazio nei media
perchè rappresentava quella nozione ideologica anti-comunista che il
governo Statunitense ama tanto. La comunità imprenditoriale ama pure
questa nozione perchè anche a loro il comunismo non piace. Per cui questa
storia passò facilmente attraverso i filtri. Nessuno dei filtri obiettò.
Allo stesso tempo il nuovo governo militare che aveva preso potere in Turchia
nel 1980 stava soffocando i sindacati. Quest'avvenimento non ricevette quasi
alcuno spazio negli Stati Uniti, e il motivo è che si trattava di un
governo amico che stava facendo ciò che gli Stati Uniti volevano. La
porta della nozione anti-comunista era aperta. Ma i proprietari dei media e
le aziende dalle quali i media dipendono per la pubblicità non avrebbero
particolarmente apprezzato questo tipo di notizia. Le principali fonti di notizie
come il Dipartimento di Stato non avrebbero certamente gradito questo tipo di
pubblicità. Il Dipartimento di Stato era desideroso di parlare di ciò
che stava accadendo in Polonia, ma non voleva parlare di ciò che stava
accadendo ai sindacati Turchi, un nostro alleato. E il flack? Chi avrebbe fatto
flack per difendere i sindacati Turchi mentre venivano soppressi? Nessuno di
particolare importanza negli Stati Uniti. Ideologicamente, i sindacati turchi
erano anti-comunisti. Per cui in questo caso il modello di propaganda funziona
perfettamente. La notizia non passò attraverso gli altri filtri.
David Ross: è compatibile con una democazia l'esistenza nei mass media di questo tipo di filtri, che non fanno filtrare informazioni che vanno contro l'agenda dell'elite?
Ed Herman: non credo lo sia. In una democrazia si assume che
vi sia un libero scorrimento d'informazione senza che questa sia circoscritta
da gruppi di pressione, e questi filtri denotano l'esistenza gruppi di pressione.
La maggioranza delle persone non ha niente a che fare con il funzionamento di
questi filtri. La maggioranza delle persone, ad esempio, soffre a causa dei
licenziamenti e a causa della crescente insicurezza nell'economia. Ci devono
essere dei media che si occupano di queste questioni. In effetti ci sono. Ci
sono istituzioni mediatiche alternative che mettono queste cose in evidenza,
ma il New York Times e la CBS non lo fanno.
Nel 1986, Alan Greenspan andò davanti al Congresso e spiegò il
motivo per cui negli Stati Uniti non vi era un serio pericolo d'inflazione.
Il motivo, disse, era perchè i lavoratori erano terrorizzati. I lavoratori
erano talmente insicuri che erano incapaci di chiedere un aumento di stipendio.
Al tempo pensai, e lo penso ancora, "mio dio, che condanna del sistema".
L'insicurezza dei lavoratori dovrebbe essere considerata un detrimento del benessere
generale. Se il sistema rende i lavoratori insicuri, non è un male? Il
sistema non dovrebbe aiutare, rendere felici i lavoratori? Nonostante questo
i media non riportarono la cosa.
Lo sfasciamento dei sindacati e il loro terribile indebolimento negli anni '80
non ricevette quasi alcuna attenzione. I media erano concentrati sulla borsa,
in cui l'80 percento delle persone non partecipava in nessun modo. Per cui,
se sostieni che una democrazia ha bisogno di media capaci di trattare gli interessi
dell'80 percento delle persone generosamente e giustamente, questi media d'elite
che ci ritroviamo non lo fanno.
Nelle elezioni del 2000, il New York Times spiegò il perchè fosse
normale per un candidato presidenziale, Ralph Nader, non partecipare ai dibattiti
nazionali, e il perchè la sua candidatura fosse irrilevante. Dissero
che gli altri due partiti "offrono opzioni adeguate" al pubblico.
Nader si opponeva ai grandi bilanci militari e ai crescenti abusi corporativi,
ma non lo fecero partecipare ai dibattiti. Penso che questa sia un'esemplare
illustrazione di come i media non abbiano permesso una discussione sulle questioni
di base che interessavano la maggioranza delle persone. I media perseguivano
l'agenda dell'elite. Non volevano parlare di questioni che interessavano l'80
percento del pubblico.
Questo ha un corollario nello stesso sistema politico. Le elezioni furono essenzialmente
tra due partiti finanziati dagli imprenditori e al servizio degli imprenditori.
Per cui l'inadeguatezza dei media come strumento democratico andò di
pari passo con l'inadeguatezza delle opzioni politiche fornite al pubbico. Una
democrazia ha bisogno di un sistema d'informazione eccellente che parli sia
per conto della maggioranza che per conto dell'elite e che discuta le questioni
rilevanti ai bisogni della maggioranza. Se ciò non accade, allora non
abbiamo una democrazia.
David Ross: Se i media con questi filtri che non fanno passare l'informazione obiettiva sono un organo di propaganda, dove possono gli ascoltatori trovare la verità?
Ed Herman: questa è un'impresa. In effetti, se tu legge
i giornali principali, e sai cosa cercare, puoi già trovare molte informazioni,
ma devi sapere cosa cercare. In altre parole, devi avere un quadro di riferimento
e un'analisi che ti permetta di osservare i media criticamente. Qu“ e
dove uno come Noam Chomsky risulta estremamente prezioso - egli è inteligente
- ma è anche bravissimo nell'elaborare quadri di riferimento. Quando
leggi i suoi libri ti rendi conto che stai osservando un mondo diverso. Stai
imparando a vedere le cose in una luce totalmente diversa. Per cui anche quando
osservi i media principali, tutto diventa più chiaro perchè ti
puoi rende conto di che cosa hanno messo in fondo all'articolo che sarebbe dovuto
andare all'inizio.
Questo è vero anche per quanto riguarda i media di altri Paesi. Sono
abbonato a una pubblicazione chiamata Stampa Latino-Americana, che ha origine
in Peru. Questa, pubblica molti articoli critici su ciò che avviene in
America Latina. Quando leggi Stampa Latino-Americana, è come se tu stessi
osservando un mondo diverso. Stai leggendo John Ross sul Messico.
Un'altro quadro di riferimento, inoltre, lo trovi quando leggi gli ottimi analisti
esteri come l'Inglese John Pilger, un'eccellente autore e anche un grande giornalista.
Non ci sono corrispondenti come lui negli Stati Uniti.
Poi c'è Robert Fisk che scrive sul Medio Oriente. Queste persone osservano
le cose in modi completamente diversi che sono molto importanti. Trovare buoni
quadri di riferimento è fondamentale. Per fare questo c'è bisogno
di leggere libri validi, analisti validi, persone come quelle che ho appena
menzionato.
Ci sono alcuni media nazionali che vale la pena leggere, sulla stessa linea,
come Z Magazine, dove scrivo mensilmente e dove si possono trovare molti altri
ottimi articoli. In aggiunta, c'è Znet [www.zmag.org.
- DR], che è un sito internet con un vasto numero di ottimi articoli
che offrono visioni alternative del mondo. Ci sono altre riviste e giornali
come In These Times, The Progressive e, in un certo qual modo, The Nation -
anche se ultimamente sta un po peggiorando - che offrono analisi alternative.
Su Pacifica Radio Network, puoi ascoltare gente come Amy Goodman e altri. Pacifica
è l'unico network radiofonico negli Stati Uniti che offre una visione
dei fatti alternativa. Sulla radio KPFA, puoi ascoltare Dennis Bernstein parlare
del Medio Oriente, o Chris Welch. Scoprirai una visione del mondo differente.
Un'altra cosa importante che coloro che hanno accesso ad internet possono fare
è quella di guardare in giro. Se vai su Znet e clicchi qui e la, presto
ti troverai su networks che offrono svariate informazioni alternative. Scrivere
posta elettronica e creare rapporti amichevoli con i vari siti è anche
illuminante. Tutto questo crea un'incredibile alternativa ai media principali.
Ho già menzionato la stampa estera. Su una questione come la guerra Afgana,
persino la Gran Bretagna - che è una stretta alleata degli Stati Uniti
- persino in Gran Bretagna, si può leggere il Guardian, The Independent,
The Mirror, o persino il Daily Herald, che sono tutti migliori del New York
Times. Il sistema dei media Statunitense è talmente chiuso nei confronti
di materiale alternativo su questioni dove il governo ha posizioni forti e dove
le lobby giocano un ruolo importante, come il Medio Oriente, che persino i media
principali nei paesi alleati forniscono un'opzione reale.
Ci sono alcuni media fortemente dissenzienti. Il miglior giornale al mondo è
probabilmente il Le Monde diplomatique, non il giornale Le Monde, che è
un mediocre giornale francese, ma il Le Monde diplomatique. Un mensile molto
valido. Viene pubblicato in francese, ma ora è anche disponibile in inglese
in rete. Se ti abboni al Manchester Guardian, riceverai una dose settimanale
di Le Monde diplomatique.
Info sull'autore:
David Ross ha un programma sulla radio KMUD di Redway, California. Ha lavorato
per la campagna presidenziale di Ralph Nader, sulle malefatte corporative, sulla
politica estera Statunitense e su questioni ambientali. Può essere raggiunto
a daveross27@hotmail.com.
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