La rabbia di Gore Vidal «Per la prima volta provo pena per Bush»
Cosa pensa Gore Vidal del trattamento riservato dal suo governo agli abitanti di New Orleans e dintorni?
Che questo è solo l'inizio e le cose andranno di male in peggio. Vien fatto di pensare che questo sia un governo che voglia farsi rovesciare e per la prima volta nella mia vita provo pena per il governo degli Stati uniti. Ti sbatte in faccia solo provocazioni, provocazioni e provocazioni. Qualcuno farà qualcosa di tremendo a questo governo...
Chi è questo qualcuno? Il popolo?
Si, proprio così.
Quando ha visto alla tv queste masse di gente disperata , come ha reagito?
Sono tornato a pensare che le circostanze come al solito hanno determinato lo sdegno generale. Perché ci troviamo di fronte agli stessi comportamenti in Iraq, agli stessi comportamenti in Afghanistan, e assisteremo agli stessi comportamenti in Iran quando scateneranno anche lì la loro guerra. Sono le malefatte di una congrega di teppisti che non nutrono alcun interesse per il loro paese, ad eccezione naturalmente per pochi super-ricchi. Tutto qui. Perché adesso abbiamo avuto due elezioni fraudolente dello stesso presidente nel 2000 e nel 2004 e non abbiamo più una repubblica ma un paese in mano ad una banda di malviventi.
Vuol dire che se ne strainfischiano della loro opinione pubblica?
No, ma riescono a neutralizzarla. Sono padroni assoluti dei media e così la gente non dispone delle informazioni per sapere cosa accade.
Dopo questo disastro non ha notato un qualche cambiamento nell'atteggiamento dei grandi mezzi di informazione?
Nessun grande cambiamento. Si sono comunque accorti che un gran numero di persone lì fuori sente che qualcosa non va, e se ne sono resi conto perché i sondaggi di opinione su Bush stanno crollando. Questi media rimangono comunque del tutto inadeguati perché dovrebbero prendere atto della loro totale inadempienza deontologica, che è veramente sbalorditiva. I sondaggi sono negativi ma non hanno ancora toccato il fondo.
Si tratta solo dell'amministrazione Bush o la situazione si va deteriorando già da molto tempo? Ricordo quanto ha detto Grover Norquist, ideologo e stratega della rivoluzione reaganiana vicinissimo a questa amministrazione, sullo stato sociale che va affamato come un «neonato portato alla morte per inedia», con la sola eccezione degli alimenti per la spesa militare. Stiamo assistendo alle consequenze di questa ideologia?
Sono ancora istericamente arrabbiati con Franklin Delano Roosevelt che ci ha dato quel poco di welfare che ci rimane. Dal «G.I. Bill» - le borse di studio per i reduci - ai programmi di assistenza come la Social security quel presidente rese più civili gli Stati uniti almeno nel contesto della metà del secolo scorso. Ma questi nostri personaggi si sono scatenati per smantellare il lavoro di Roosevelt, reo di essersi preso cura dei poveri e di averli coccolati: ecco perché hanno giurato di portare a compimento la loro missione e ora la stanno completando. Non sanno al tempo stesso che stanno smantellando se stessi, voglio dire che non sopravviveranno alla loro impresa. La classe sociale al potere è troppo piccola, è anche troppo stupida per sopravvivere alla grande rapina perpetrata ai danni della gente.
Questa classe sociale non ha forse a suo servizio le migliori università del mondo? Questo non conta nulla?
A mio parere non conta un accidenti. Non sono mai stato innamorato delle nostre università. Sono essenzialmente la voce dei nostri governanti ed insegnano solo propaganda. Dopotutto anche io ho seguito quel percorso ed ho appreso fin troppo bene le ragioni della loro esistenza.
Ma non è assurdo che una classe dirigente si suicidi in questa maniera?
Bene, se avessimo seduto qui con noi Luigi XVI potrebbe spiegarci il perché e il per come di questi accadimenti e della fine che fece insieme a Miss Asburgo qualche secolo fa.
Sembra peraltro che abbiano un piano per usare il Pentagono nella repressione di qualsiasi reazione popolare alle loro direttive...
Certo, abbiamo tutti visto cosa ha fatto Bush quando a cercato di sottrarre il controllo della Guardia nazionale al governatore della Louisiana: si sarebbe trattato di un duro colpo al controllo delle strade e della popolazione in genere, ma il governatore, che è poi una governatora, non è caduta nella trappola. Questi signori troveranno comunque un'altra via per appropriarsi della Guardia nazionale che gli fornirà così parecchi soldati. Credo proprio al più che probabile emergere di una vera dittatura. Devo anche ammettere che per nostra fortuna i governanti hanno una indiscutibile qualità: sono fottutamente inetti. Non sono in grado di spostare un piede dopo l'altro e qualsiasi loro nefasto complotto ha in sé i germi del fallimento.
Karl Rove , il suo consiglire, non può metterci una pezza?
Penso che neppure Karl Rove possa inserire un cervello in quella cranio. Credo che gran parte della gente abbia raggiunto questa conclusione e anche coloro che non l'hanno raggiunta lo faranno tra breve. Andiamo comunque incontro a una grande turbolenza.
Ho appena letto in un giornale dell'Utah che i rifugiati di New Orleans vengono chiusi in una base militare circondata da filo spinato. Sono stati caricati sugli aerei senza venire informati della loro destinazione e senza sapere dove fossero andati a finire i loro familiari. Si tratta di incompetenza o di un piano preciso?
No, il grande piano è quello originariamente ideato da Oliver North, quel ragazzo tutto d'oro. Quando lavorava nella Casa Bianca di Reagan compilò programmi dettagliati d'emergenza per l'eventualità di una invasione degli Stati uniti, di una rivoluzione o di qualche altro evento estremo: dimostrò un interesse particolare per gli afro-americani da lui destinati ad essere immediatamente rinchiusi. Ho l'impressione che questi piani ancora esistano: non lo so, ma lo sospetto.
Al di là degli afro-americani che rappresentano il 13 % della popolazione, questi uomini di governo sembrano anche spaventati da altri settori come i poveri. E non solo quelli neri.
Non credo. Intendo dire che i poveri costituiranno sempre un problema e questi governanti potranno anche pensare ad una soluzione finale per far sì che i poveri non si vendichino o si impossessino delle proprietà dei ricchi. Questi signori sono ben difesi nei loro ghetti dorati, ma non prevedo che gli possa accadere immediatamente qualcosa: devono stare in guardia, sempre. Uno di loro era un ex segretario al tesoro, una persona per bene nei termini relativi dei nostri governanti di quel tempo, ed era stato anche Senatore della repubblica. Venne a trovarmi dopo le sue dimissioni e gli chiesi cosa della situazione finanziaria lo preoccupasse maggiormente, ad esempio il macroscopico debito pubblico. Mi rispose di no perché a preoccuparlo più di ogni altra cosa era l'enorme divario tra ricchi e poveri. Pensava da buon aristocratico che questo divario era veramente eccessivo per un paese come il nostro e avrebbe creato enormi problemi. E questo da una fonte insospettabile.
In una situazione politica del genere ritiene possibile l'emergere di un personaggio come il famoso governatore della Louisiana Huey Long?
Quello lì venne assassinato e lo stesso accadrebbe ad una sua eventuale reincarnazione. Vedo che comunque qualche cosa sta cambiando, c'è rabbia vera in giro per il paese, lo abbiamo visto con il movimento contro la guerra, con quelle folle di cui la stampa non si occupa. Nel febbraio 2003 quando tutti marciarono lungo Hollywood Boulevard io parlai ad almeno 100 mila persone e c'erano le telecamere e i fotoreporter del Los Angeles Times: il giorno dopo riportarono che si trattava di sparuti gruppi di persone. Così i mass media non aiuteranno certo a diffondere la verità, a riferire quanta è la gente arrabbiata.
Non vede la possibilità che alcuni di questi problemi possano trovare voce nel partito democratico, oggi all'opposizione?
Non vedo questa possibilità.
Mi spieghi allora il caso del senatore Conyers, che ha documentato e denunciato i brogli elettorali nello stato dell'Ohio in un rapporto poi pubblicato in volume proprio con l'introduzione di un certo Gore Vidal.
A quanto mi risulta c'è stato solo lui a rischiare l'osso del collo con questa sfida contro lorsignori, e ha fatto un gran bel lavoro. Posso anche dirle che quel libro non è stato recensito da nessun giornale o rivista negli Stati uniti. Solo il settimanale The Nation ha dedicato poche righe all'evento, punto e basta. Il New York Times s'è guardato bene dall'occuparsene, come se non si fosse trattato di un tema di enorme interesse nazionale. Elezioni presidenziali rubate, e non una riga sul New York Times. Credo davvero che non sia mai esistito un controllo così ferreo sull'opinione pubblica.
Davvero lei non ha mai visto prima dei mass media così controllati?
Mai
Nell'intera storia degli Stati uniti?
Certo abbiamo avuto Lincoln, ma quelli erano tempi di guerra civile, di una guerra civile delle più sanguinose. Lincoln ebbe paura e naturalmente sospese l'«habeas corpus», chiuse alcuni giornali e incarcerò un pò di gente. Comunque non durò a lungo, mentre oggi queste misure dureranno ancora per molti anni.
Al di là di una rivolta generalizzata della comunità afro-americana, cos'altro può emergere che possa salvare il paese dal disastro?
Madre natura (e ride). Madre natura ci verrà di nuovo in aiuto con più uragani, con un'iradidio di piogge, lampi, terremoti: sembra che tutto sia destinato a sfasciarsi, sul nostro pianeta.
Solo così vedremo rinascere dei movimenti progressisti?
Non vedo proprio da dove potranno saltare fuori e non mi sembra che internet potrà servire a molto. Internet a livello organizzativo può mettere in connessione individui, folle e movimenti, come ad esempio ha fatto nel febbraio 2003. Anche se molti hanno marciato, chi non ha avuto accesso all'internet ne ha saputo poco o niente perché i grandi mass media non ne hanno parlato.
Ma c'è il movimento contro la guerra, e una assunzione di coscienza che si fa sempre più strada: non servirà a niente?
Penso che altre cose accadranno. Ci sarà un ammutinamento della truppa, perché ai soldati non piace di essere ammazzati e per di più in una guerra che non ha senso alcuno. E poi vedremo il ritorno al potere della vecchia e più tradizionale dirigenza conservatrice. E' gente a cui non piace vedere il paese devastato: dopotutto si tratta anche del loro denaro. E così ordineranno la cacciata dei bushisti. Saranno proprio loro a guidare la rivoluzione. Sembra incredibile, rappresentano l'elite del «Raquet Club» di New York City, è disperante pensare che siano proprio loro a dire di no. Non so davvero se lei rammenti come la guerra del Vietnam finì solo quando Wall Street scese per strada. Un giorno si alzarono dalle loro scrivanie, uscirono dai grattacieli dell'alta finanza e delle banche per chiedere la fine della guerra e la guerra finì. In un certo senso i governanti di oggi sanno che c'è un altro gruppo di governanti alle porte.
Non capisco. Dove è andata a finire negli ultimi anni questa classe di governanti al di sopra di quella attuale?
Ha continuato come al solito ad arraffare denaro! Malgrado il cambiamento ai vertici amministrativi i loro interessi sono rimasti immutati. Ora si muoveranno per salvare lo spettacolo. Sanno fin troppo bene che non potranno continuare a curare i propri affari con un debito pubblico così astronomico. Direttamente o indirettamente, sarà questo debito a porre fine alle guerre.
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