Sky oscura Arcoiris e Tiscali appoggia Documè
Qualcosa di estremamente complesso sta succedendo nel nostro paese in relazione ai media e ai circuiti indipendenti di distribuzione alternativi alla televisione tradizionale e al mercato cinematografico del documentario. Da un lato il circuito indipendente del documentario etico e sociale creato grazie all'associazione Documè ( www.docume.org) è riuscito a mettere in atto una sinergia totalmente innovativa con Tiscali costituendo una web tv per la distribuzione del documentario italiano di qualità (la presentazione ufficiale è avvenuta la scorsa settimana durante il Roma DocFest); mentre dall'altro lato Arcoiris ( www.arcoiris.tv)è stata di fatto oscurata da Sky nonostante vi siano decreti e delibere che dovrebbero garantire proprio a Arcoiris una frequenza e un canale numerico sul decoder della tv satellitare di Murdock.
Come abbiamo detto si tratta di due progetti assolutamente diversi: Documè si è concentrata sul documentario creando una rete di realtà in tutta Italia per la fruizione in sala di questi film altrimenti destinati all'invisibilità nel nostro paese, mentre Arcoiris ha puntato direttamente alla creazione di una tv, prima sul web e poi sul satellite, gratuita e senza pubblicità coinvolgendo nel suo percorso soggetti come Carta, Diario, Libera, Emergency e tanti altri. Ognuno di questi progetti è riuscito a dimostrare che, nonostante cinque anni di governo mediatico di Publitalia, in Italia continuava sia a sentirsi l'esigenza di un'informazione libera e non condizionata da regole commerciali sia a maturare un'ampia pattuglia di autori e registi impegnati nel raccontare la complessità delle trasformazioni della nostra epoca.
Torniamo a Arcoiris. "Il 2 febbraio l'autorità governativa per le comunicazioni ha pubblicato una delibera che ordinava a Sky di rilasciare al più presto un canale numerico per rintracciare Arcoiris attraverso il loro decoder - racconta uno dei responsabili di Arcoiris - Capisco che l'assegnazione di questo numero possa non essere immediata, che si possa impiegare anche due mesi per rilasciarlo, ma dopo quattro mesi di attesa e la loro totale indisponibilità a ripondere alle nostre lettere e tentativi di contatto abbiamo deciso di rivolgerci all'opinione pubblica e al garante per denunciare quello che di fatto è un tentativo di oscurarci. Di che cosa hanno paura? Che disturbiamo i mondiali di calcio con i nostri programmi? Abbiamo saputo che ci sono altri che hanno richiesto questo numero dopo di noi a lo hanno ottenuto in tempi normali: entro due mesi appunto. Noi davanti a questi ritardi e a questi silenzi cosa dovremmo dire? Chi ha un altro decoder ci vede tranquillamente. Noi continuiamo a pagare il satellite e a trasmettere. Fuori Italia non abbiamo nessun problema. Il problema è solo di Sky e qui in Italia".
L'emittente indipendente, migliaia di ore di video sul web e accordi di scambio anche con il canale venezuelano Tele Sur, in realtà da tempo trasmette sei ore quotidiane via satellite, ma nonostante che la legge italiana obblighi un concessionario come Sky a rendere disponibile un canale numerico sul proprio decoder, il colosso della pay tv non lo ha mai rilasciato. Anzi: La delibera del 2 febbraio non solo non ha avuto seguito, ma ha difatto interrotto perfino i contatti fra Arcoiris e Sky. Fino ad arrivare in questi giorni all'ultimo tentativo di arrivare a una soluzione con una diffida di Arcoiris presso l'autority competente. Risultato? Nessuno. Sky rimane in silenzio.
Come dicevamo prima, negli stessi giorni in cui si consumava questo scontro si assisteva a tutt'altra politica aziendale in relazione al progetto Documè Tivù. Tiscali ha scommesso sul documentario e sul circuito indipendente mettendo a disposizione tecnologia e banda di trasmissione che garantisce a chi "noleggia" un documentario la migliore qualità video. In pratica l'utente con circa 2 euro di spesa può avere a disposizione per 48 ore un film e vederlo sulla propria televisione o sul pc. La cosa più interessante è che la fetta più grossa degli introiti provenienti da questo tipo di noleggio andrà direttamente agli autori. Visto il deserto produttivo e distributivo sul documentario una vera rivoluzione. Una scommessa che in qualche modo potrà cambiare davvero la fruizione del documentario italiano, sperando di provocare cambiamenti anche nel servizio pubblico ormai da troppo tempo latitante. Per fare un esempio sarà finalmente visibile in italia il film Surplus di Erik Gandini (una feroce e ironica analisi del mondo dei consumi) che, se pur distribuito in tutta Europa (ed essere stato prodotto dalla televisione di Stato Svedese) in Italia non è mai arrivato. Insomma, Tiscali scommette anche su "eretici" e indipendenti. Sky invece oscura Arcoiris. Due modi e due politiche aziendali molto differenti e certamente un'occasione perduta per il canale satellitare proprio nel momento in cui il ministero delle telecomunicazioni sta ridisegnando l'intero piano delle frequenze italiane. Certi vizi sono difficili da far sparire.
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