Prove di trasmissione per il digitale divino
Nel FedroPlatone sferra un violento attacco alla scrittura, colpevole a suo giudizio - rispetto alla parola detta - di «ingessare» la mente umana cancellando da essa la memoria, ma, soprattutto, di essere muta e immobile, incapace di dialogare col lettore. Il filosofo ateniese era di certo consapevole che il suo pensiero, analitico e astrattivo, sarebbe stato impossibile senza l'uso sistematico della scrittura, ma al tempo stesso si trovava probabilmente a disagio col libro perché aveva difficoltà a indagarlo, a trovarvi rapidamente le risposte di cui aveva bisogno, quelle risposte che Socrate a voce poteva dare immediatamente. È possibile insomma che Platone avvertisse già l'esigenza di un «motore di ricerca» che non lo costringesse a scorrere da cima a fondo uno o più rotoli di papiro per trovare un dato o un'informazione.
Indici e segnalibri
Ci sarebbero voluti però parecchi secoli per giungere alla rivoluzione culturale che portò dal volumen, l'antico rotolo, al codex, l'antenato dei nostri libri: un passaggio cruciale che consentì finalmente ai lettori di «percorrere» un testo al di là della semplice lettura continua, grazie alla possibilità di numerarne le pagine (e quindi di stilarne gli indici) e, tramite i segnalibri, di avere una percezione visuale pressoché immediata di un brano particolare. Ed è da questo nodo fondamentale della nostra cultura, il passaggio dal rotolo al codice appunto, che inizia il viaggio di Antonio Spadaro attraverso le forme della cultura al tempo di internet nel suo Connessioni(Pardes edizioni, Bologna, pp. 178, euro 13).
Già in apertura di introduzione l'intraprendente studioso gesuita cita l'attacco del movimento futurista, e di Marinetti in particolare, al libro come «mezzo assolutamente passatista di conservare e comunicare il pensiero»: opinione discutibile forse, ma utile a focalizzare l'attenzione sul fatto che le tecnologie possono rivestire un ruolo decisivo anche sulla qualità della produzione e della trasmissione delle idee e del sapere. E infatti Connessioninon è un manuale che insegna a usare internet ai pochi operatori culturali che ancora non hanno dimestichezza col computer, ma si propone come una riflessione sull'impatto dell'informatica nel nostro modo di vivere la cultura, nelle scuole, nel mondo editoriale e della ricerca scientifica. Del resto, pare che non ci sia ormai più partita, con buona pace di tutti coloro che si inebriano del profumo di stampa delle pagine di un libro nuovo: la scrittura digitale ha portato a un'editoria digitale, e di questa editoria internet è la formidabile cassa di risonanza.
Una editoria senza editori
Il libro elettronico costa pochissimo, non occupa spazio, è indicizzabile in modo efficace, può essere diffuso rapidamente in tutto il mondo da chiunque, dà visibilità anche ai piccoli editori e agli autori che altrimenti sarebbero tagliati fuori dal mercato e infine può essere stampato e rilegato a richiesta in tempi irrisori, cancellando gli antiecologici sprechi di carta, i costosi depositi in libreria e gli invii al macero che troppo spesso ne derivano. (Lo stesso volume di Spadaro è concepito in quest'ottica: l'editore ne ha infatti realizzato una matrice elettronica, traducibile in carta stampata on demand).
Quello che però conta di più per lo studioso gesuita è la rivoluzione culturale che l'era digitale ha innescato, una rivoluzione che prefigura un mutamento sostanziale delle strategie editoriali e autoriali: una editoria senza editori e la nascita di testi senza libri, testi in progress, continuamente modificabili da chiunque in rete voglia intervenire su di essi. Ma gli sconvolgimenti che internet si appresta a provocare nel panorama culturale non riguardano solo i libri che verranno: ne è una prova il mastodontico progetto di Google Book Search che, a cavallo fra e-commercee ricerca bibliografica online, digitalizza libri d'ogni sorta, tanto fuori diritti quanto ancora sotto copyright, con lo scopo di far ricercare l'utente nei loro contenuti per individuare il testo che gli interessa e leggerlo online, se consentito, oppure acquistarlo sempre tramite la rete. Progetti del genere hanno sollevato problemi non solo di carattere commerciale (con la rivolta dell'Association of American Publishers a difesa dell'ipoteticamente violato diritto d'autore), ma anche politico e culturale, perché rischiano di creare una egemonia da parte delle culture anglofone, soffocando grandi progetti europei di digitalizzazione di testi come Gallicadella Bibliothèque Nationale de France. «Qualsiasi ragionamento negativo sulla necessità di affinare i criteri di selezione delle letture e sulla eccessiva facilità di reperimento dei materiali non può risultare vincente», commenta tuttavia Spadaro, convinto che sia invece necessario raccogliere la sfida, incrementando non solo la presenza online dei cataloghi delle biblioteche, ma anche quella di testi digitalizzati, in modo da permettere una sempre più efficace diffusione e condivisione del sapere attraverso la rete. Una operazione che solleva però non pochi problemi, a partire da quello del diritto d'autore, la cui regolamentazione legale è assai ambigua in tutti i paesi del mondo e, soprattutto per quanto riguarda l'editoria no profit, richiederebbe studi approfonditi da parte delle grandi strutture accademiche. Non a caso, proprio il nodo dell'editoria elettronica e della legislazione sul diritto d'autore sarà uno dei punti focali del lavoro del Centro Europeo per l'Editoria, in via di costituzione presso l'università di Urbino.
Fondatore e animatore di siti di espressione creativa come BombaCarta (www.bombacarta.it) e di riviste digitali come Gas-o-line, Spadaro è da anni un osservatore attentissimo delle evoluzioni della rete, e Connessioniquindi non manca di analizzare i fenomeni che più di recente hanno caratterizzato internet, dai legal torrents, nuove opere letterarie, musicali e d'altro tipo assolutamente libere da vincoli legali e a totale disposizione degli utenti (www.legaltorrents.com) a quel diffuso ircocervo della rete che sono i blog, dai podcast, documenti sonori e musicali (anzi, veri e propri programmi radiofonici) scaricabili dalla rete alle enciclopedie interattive come Wikipedia.
Ma le riflessioni più originali e sorprendenti di Connessionisi trovano nella seconda parte del libro in cui l'autore, reindossato l'abito talare, analizza la presenza - come indica il titolo del primo capitolo - di Dio nella 'rete'. Numerose sono infatti, in ambito cattolico, le risorse di internet, dai siti interattivi alle newsletter, alle pagine web di grandi istituzioni e biblioteche in campo religioso. Una costellazione che Spadaro esplora basandosi sull'assunto che «il cyberspazio, l'ambiente virtuale elettronico, è un mondo immateriale, ma ... un vero e proprio 'mondo'», dove «il navigante è coinvolto in una pratica concreta, non sta utilizzando un sistema di rappresentazione astratto». Così, oltre ai gruppi di preghiera online e alle cappelle virtuali, c'è spazio per lo scambio, per il contatto fra persone diverse e lontane che vogliono condividere il loro dialogo religioso (o interreligioso), utilizzando spazi per la comunicazione prima assolutamente impensabili.
Preghiere online
Rianalizzando le strutture descritte nella prima parte del volume alla luce dell'utilizzo in teologia, Spadaro arriva a sostenere, dati alla mano, che wikio la blogosfera rappresentano per il mondo cattolico una opportunità reale, mentre - e in effetti non c'era da dubitarne - la chiesa cattolica ha già allargato la sua sfera d'azione al campo del podcasting. Presso la Pontificia Università Gregoriana, sono attivi studi che hanno portato alla realizzazione di podcastsdi tipo religioso che hanno riscosso un notevole successo presso ecclesiastici in cerca di modi sempre più efficaci per diffondere la parola divina. Anzi, già si comincia a parlare di Godcastingo iGod. Chi dunque desiderasse una guida autorevole per le sue preghiere non dovrà far altro che abbandonare la fatua e terrena Playstationper tuffarsi nel Praystation Portable Podcastin cui veri ministri del culto offrono programmi di recitazione di lodi, vespri, compieta e rosario. E proprio a proposito del podcastingSpadaro lancia un guanto di sfida al mondo del clero cattolico, forse ancora in parte riluttante ad abbracciare con slancio le nuove tecnologie: «Visto il suo diffondersi a macchia d'olio, e considerato l'uso sempre più esteso di jukebox digitali, non sarà il caso che le persone impegnate nella pastorale facciano una riflessione attenta sul fenomeno e anche sul modo in cui approfittare di questo mezzo?».
Non stupisce dunque che l'appendice di Connessionisia dal gesuita Spadaro dedicata a un libro come gli Esercizi spiritualidi sant'Ignazio di Loyola: un testo letterario tradizionale, ma concepito per essere letto all'interno di una esperienza spirituale «virtuale» e in modo «interattivo», magari senza il supporto del computer, ma in un'ottica non molto diversa da quella che oggi governa la rete e i videogames. In campo cattolico (ma per fortuna non solo in quello), insomma, si potrebbe concludere che c'è qualcosa di nuovo nel web, anzi d'antico.
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