Eroi senza medaglia
Nell'inchiesta, realizzata da Sigfrido Ranucci e a cura di Maurizio Torrealta, in onda giovedì 29 giugno su Rai News 24 e su Rai 3 alle ore 7,40, vengono formiti particolari inediti sulla strage di Nassirya del 12 novembre del 2003.
Alcuni tra i militari italiani caduti in quell'attacco, sono morti a causa dell'esplosione della riservetta posta davanti alla base Maestrale. Nei corpi di alcuni dei soldati sono stati trovati proiettili appartenenti ai reparti italiani esplosi in seguito all'attentato terroristico.
Secondo le norme di sicurezza il deposito di armi doveva essere posto al riparo da eventuali attacchi. Nel documento realizzato dall'inviato Sigfrido Ranucci viene mostrato un filmato inedito dove si vede la base attaccata e si odono chiaramente i colpi impazziti provenienti dalla riservetta che esplodono per una decina di minuti.
Il legale della famiglia di Alessandro Carrisi, il caporale scelto dell'esercito morto a Nassirya, Francesca Conte ha dichiarato che il suo assistito è morto proprio a causa dell'esposione della riservetta e che probabilmente anche altri ragazzi potrebbero essere morti per lo stesso motivo. L'ex maresciallo Domenico Leggiero, responsabile del Comparto difesa dell'osservatorio militare ha mostrato a Rai News 24 delle foto inedite scattate immediatamente dopo la strage, e ha detto "che se fossero state rispettate le norme di sicurezza, probabilmente il numero dei morti non sarebbe stato così alto".
La procura militare sta indagando da tempo su queste vicende e sta accertando eventuali carenze nella sicurezza della base. Sul tavolo del procuratore Antoninno Intelisano ci sono due rapporti: quello del generale dell'Esercito Antonio Quintana, l'altro del generale dei Carabinieri Virgilio Chirieleison. In entrambi e' sottolineato il comportamento esemplare dei militari che hanno risposto al fuoco appena avuta la percezione del pericolo. Ma se nel rapporto dei carabinieri la base risulta adeguatamente protetta, in quello dell'esercito emergono rilievi sulla gestione della sicurezza.
Nel filmato è documentata, con immagini inedite girate dal giornalista Fabrizio Feo, anche la difesa di una base italiana a Kabul nel 2003. L'inviato Sigfrido Ranucci nel corso dell'inchiesta ha raccolto la denuncia di alcuni dei familiari delle vittime dell'attentato, indignati per il mancato riconoscimento della medaglia d'oro al valor militare ai propri cari caduti a Nassirya e soprattutto dal fatto che non stati mai informati dalle precedenti istituzioni sui motivi ufficiali per i quali non è stata assegnato il massimo riconoscimento militare.
Dall'inchiesta e dalle interviste all'on. Ignazio La Russa e all'ex ministro Maurizio Gasparri emerge chiaramente che il motivo per cui la medaglia d'oro non è stata assegnata alle vittime di Nassirya è perché la missione italiana e' inquadrata nell'ambito di un' intervento umanitario. "Se è questo il motivo" - ha detto Morris Carrisi, fratello di Alessandro - allora vuol dire che mio fratello l'hanno ucciso due volte, la prima con l'attentato, la seconda per l'ipocrisia della gente".
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