Lettera ufficiale, l'Ue boccia la Gasparri
La bacchettata dell'Antitrust europeo era attesa ed è arrivata puntuale. La legge Gasparri, manifesto dell'anomalia televisiva di casa nostra, va modificata, scrive nell'avviso ufficiale la commissaria alla concorrenza, l'olandese Neelie Kroes. «La legge italiana finora non ha ottemperato agli obblighi stabiliti dalle norme Ue visto che introduce delle restrizioni ingiustificate alla fornitura dei servizi di trasmissione televisiva e attribuisce vantaggi immotivati agli operatori analogici esistenti», si legge nella nota dell'esecutivo comunitario che stringe il cappio intorno al duopolio Rai-Mediaset. Bruxelles accoglie dunque le istanze della denuncia presentata dall'associazione dei consumatori Altroconsumo - non sarà un caso alla Erin Brockovich, ma comunque è già qualcosa - e invia una «lettera di messa in mora» al governo italiano, che tradotto in linguaggio calcistico suona come un cartellino giallo prima che scatti la procedura di infrazione vera e propria. L'ammonizione non si accanisce direttamente con Rai e Mediaset per abuso di posizione dominante perché, spiega il vice presidente della commissione Ue Franco Frattini, «abbiamo preferito evitare di colpire in maniera diretta soggetti concreti».
L'Italia ha ora due mesi di tempo per rispondere alle richieste dell'autorità di controllo dei mercati. Il ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni comunque non si fa trovare impreparato.
Il «braccio sinistro di Rutelli» (la definizione è proprio di Gentiloni, ce la regala nel suo blog personale), in attesa della spinta decisiva da Bruxelles anticipata dalle indiscrezioni di questi giorni, si è infatti portato avanti. A lavoro c'è già una squadra di tecnici per studiare le modifiche alla contestatissima legge 112, varata dal governo Berlusconi nel 2004, soltanto dopo due votazioni favorevoli del parlamento e un rinvio alle camere dell'allora presidente Ciampi. D'ora in poi nel sistema radiotelevisivo ci sarà «più pluralismo e più concorrenza», assicura Gentiloni, che promette presto un tetto antitrust alla capacita trasmissiva oltre alla reintroduzione di limiti anticoncentrazione alla raccolta pubblicitaria, annullati dalla legge Gasparri con il Sic, il sistema integrato delle comunicazioni.
Sono tre i punti della riforma Gasparri su cui Bruxelles pretende ufficialmente dei chiarimenti. La legge che regola il sistema radiotelevisivo nazionale, così come è attualmente, «può realmente precludere» l'accesso al mercato ai nuovi operatori che volessero sperimentare il digitale terrestre e creare dei propri network digitali, ammonisce l'autorità comunitaria. La sperimentazione del digitale e la possibilità di ottenere la licenza è infatti concessa solo agli operatori già attivi nel sistema analogico. Il secondo nodo che l'Antitrust europeo chiede di sciogliere riguarda invece l'occupazione delle frequenze da parte dei soggetti dominanti: la Gasparri permette agli operatori già esistenti di disporre contemporaneamente delle frequenze per trasmettere in analogico e delle frequenze acquisite per sperimentare il digitale, un surplus di segnale di cui Rai e Mediaset non hanno effettivamente bisogno per poter diffondere i loro programmi simultaneamente con i due sistemi. La lettera spedita da Neelie Kroes mette così a fuoco il terzo punto dolente della riforma berlusconiana: «la legge consente agli operatori dominanti di mantenere il controllo sulle frequenze e le reti per le trasmissioni analogiche anche dopo la loro cessazione», impedendo così che si liberino frequenze per nuovi soggetti.
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