Cavaliere, si paghi il suo Meocci
Chi paga? Da quali tasche usciranno i 14,3 milioni di euro che la Rai deve sborsare per aver nominato un direttore generale (Alfredo Meocci), incompatibile? Ora che anche il Tar del Lazio, respingendo il ricorso della Rai, ha confermato la legittimità della multa comminata dall'Autorità, i vertici di viale Mazzini devono pagare. Logica e buon senso (lasciano stare lo spirito civico) vorrebbero che, così come spetta all'incompatibile Meocci, versare i 370 mila euro (calcolati in base allo stipendio lordo percepito nei novemesi) richiesti dal provvedimento, altrettanto dovrebbero fare i cinque consiglieri del centrodestra che lo elessero a maggioranza contravvenendo alla legge che ne faceva esplicito divieto. Quei gentiluomini berlusconiani hanno l'occasione di riscattarsi dal malaffare di cui sono stati artefici. A cominciare dal dottor Petroni (nominato dall'allora ministro del Tesoro, Siniscalco), che garantiva, un giorno sì e l'altro pure, cheMeocci era assolutamente compatibile. Poi, a seguire Urbani (Fi), Malgieri (An), Clerici (Lega) e Staderini (Udc). Quattordici diviso cinque fa due milioni e ottocento mila euro. Ora, valutando i congrui appannaggi di un consigliere Rai, e considerando che tale ragguardevole somma viene percepita dalmaggio 2005, cioè da quindici mesi, a ben vedere si tratterebbe di restituire il maltolto. Euro più, euromeno. In realtà, la banda dei cinque una via d'uscita ce l'avrebbe. Dal momento che questi fieri apostoli del conflitto di interessi, aggiungendo alla lista l'ennesimo esempio, pensavano di aver reso il dovuto omaggio alla regola santificata dal loro carismatico leader, a questo punto potrebbero invocare la responsabilità oggettiva (con buona pace, per questa volta, dei garantisti) e bussare a Villa Certosa per reclamare l'obolomilionrio. In fondo in cinque anni di governo, grazie alla legge Gasparri, Mediaset ha incassato la cedola più sostanziosa degli ultimi tempi. Coraggio Cavaliere si paghi il suo Meocci. Non ha sempre giurato che non avrebbe maimesso le mani in tasca agli italiani? Cosa vuole che siano 14milioni di euro: un anfiteatro in meno, il sacrificio di una manciata di spot e, in cambio, la gratitudine del suo pubblico.
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