Del Boca: «Farina lasci l'Ordine non è più un giornalista»
«Chiedo a Renato Farina di autoradiarsi e togliere di imbarazzo se stesso e la categoria dei giornalisti, con un gesto di orgoglio conclusivo. Ha combattuto una guerra contro il terrorismo, dice. Buon per lui, ma non è più un cronista». Il presidente dell'ordine dei giornalisti Lorenzo Del Boca non è certo noto per il suo pugno di ferro. Ripensando al 2000, quando quello da radiare era sempre di Liberoma si chiamava Vittorio Feltri, colpevole di aver pubblicato le foto dei bambini coinvolti in uno scandalo di pedofilia (la stessa storia che portò alle dimissioni di Gad Lerner dalla direzione del tg1), ammette subito che si trattava di un provvedimento «sproporzionato». Dopo aver promesso per giorni una istruttoria sui giornalisti coinvolti nei depistaggi organizzati dal Sismi, ieri, durante un convegno dedicato a Spioni e spiati, Lorenzo Del Boca ha deciso che il vaso era colmo. Ed ha lanciato un appello al «collega», vice direttore di Libero, Farina.
Presidente, ma non sta all'Ordine decidere il destino di Farina come cronista?
Lo faremo infatti. Ma dovremo aspettare l'esito dell'eventuale giudizio penale nei suoi confronti. Potremmo dover attendere anni. E' stato lui stesso a scrivere, in un lungo editoriale, di aver combattuto una guerra al fianco del Sismi. Bene, dico io, ma fare il giornalista è un'altra cosa. Non si possono avere due padroni, lo dice pure la commedia di Arlecchino. Ha tradito la fiducia dei suoi lettori e questa è la cosa più grave. Se diamo per buono quello che loro stessi hanno raccontato, ha usato la buona fede di un collega che ha coinvolto nella sua «quarta guerra mondiale» facendogli credere di partecipare ad una inchiesta. Siamo tutti in imbarazzo, ma non possiamo agire. Lo faccia lui, con un gesto di orgoglio.
Nei giorni scorsi avete annunciato una inchiesta su tutti i giornalisti coinvolti...
La faremo infatti. Su ognuno ci sarà un fascicolo. E badi bene che il problema non è l'aver violato la legge. Un giornalista può finire in carcere perché rifiuta di rivelare il nome di una fonte e contemporaneamente ricevere gli applausi dei colleghi. Bisogna parlare con tutte le fonti, andare a casa del diavolo se ha una notizia. Ma non è accettabile lo scambio di favori. E soprattutto non è ammissibile che qualcuno, come Farina, prenda addirittura dei soldi per passare notizie a persone diverse dai suoi lettori.
Si discute di abolizione delle professioni. Non le pare che molti pensino a cancellare l'ordine dei giornalisti anche perché non riesce mai a tutelare i lettori dagli abusi?
Non abbiamo gli strumenti adatti. Davanti ad episodi gravi come questo bisogna avere il potere di applicare una sospensione cautelare. Decidere dieci anni dopo i fatti una sanzione deontologica è assurdo e inutile.
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