Il codice inglese delle tv e il tabu' della guerra
Sono almeno otto le parole impronunciabili (si va da war a bombs passando per missiles e riots, gli scontri), e poi non scatta l'orecchio di Echelon, ma sanzioni economiche. Il codice che regolamenta la tv inglese, l'Itc code, dunque purifica la lingua con edulcorante censorio per non recare "offesa alla sensibilita' dei telespettatori" tentando di presentare un punto di vista "neutro" e "accurato" (?) in tempo di guerra. Cosi', per evitare bastonate, i canali di Mtv Uk si adeguano alle direttive. Anzi, il signor Mark Sunderland, broadcast standards manager di Mtv Networks Europe, diffonde immediatamente un documento (si trova anche su www.indymedia.nl) con indicazioni precise nel rispetto dei divieti imposti ai programmatori di tutte le emittenti di sua maesta'. Poi, mosso da eccesso di zelo, stila addirittura una lista. Sono 11 i video che, fin quando Bush e Blair continueranno a bombardare l'Iraq, Mtv Uk sospendera' dai propri palinsesti, per non offendere il sentimento pubblico.
Al primo posto della hit list i System of a Down con Boom! (alla regia il premio Oscar Michael Moore), in seconda posizione gli Aerosmith per Don't want to miss a thing, poi i Manic Street Preachers con So why so sad (di Jamie Thraves), quindi l'accoppiata Passengers/U2 con Miss Sarajevo, Bon Jovi con This ain't a love song, Iggy Pop con Corruption (firma la regia Jonas Akerlund, autore tra gli altri, del video anti-Bush American Life di Madonna che andra' in onda, con un nuovo montaggio, dalla prima settimana di aprile), seguono nell'elenco Paul Hardcastle (per 19), Radiohead (Lucky), Billy Idol (Hot in the City), Armand van Helden (Koochy) e Trick Daddy (Thug Holiday). Tra le raccomandazioni c'e' anche un'appendice riservata ai testi delle canzoni. Al bando B.o.B. (Bombs over Baghdad) degli Outkast, Invasion dei Radiohead, Holy Wars dei Megadeth, You, Me and World War Three di Gavin Friday.
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