MoveOn vota pacifista
Martedì prossimo ci sono le primarie nel Connecticut per scegliere il candidato democratico nelle elezioni senatoriali di autunno. Sono un banco di prova importante perché il senatore uscente, Joe Lieberman, è famoso per il suo pieno appoggio alla guerra di Bush in Iraq. E' molto noto anche perché nel 2000 fu il candidato alla vicepresidenza, affiancando Al Gore, che poi sarebbe stato sconfitto. Il suo avversario, Ned Lamont, è invece contrario alla guerra e attualmente sembra avanti nei primi sondaggi. Il Connecticut è un solido stato democratico, ma soprattutto conta su un gran numero di iscritti all'associazione MoveOn.org che ebbe un grande ruolo nelle ultime primarie presidenziali sostenendo il candidato, poi battuto, Howard Dean. Malgrado l'insuccesso, MoveOn è cresciuta ancora; conta attualmente su 3,2 milioni di iscritti in tutto il paese e ha un bilancio di 25 milioni di dollari. E il bilancio conta, dato che già nelle precedenti elezioni l'associazione si è rivelata una fantastica macchina per la raccolta di fondi da utilizzare nelle campagne. Il candidato alternativo del Connecticut peraltro non sembra avere un particolare bisogno di finanziamenti, essendo miliardario di suo: dal padre Thomas, che fu presidente di J.P. Morgan & Co., ha ereditato infatti una certa cifra: tra i 90 e i 300 milioni di dollari. In proprio gestisce una società per impianti di telecomunicazioni. La moglie è una venture capitalist. In maggio MoveOn ha deciso di impegnarsi comunque a suo fianco, dopo aver svolto delle primarie online riservate agli iscritti in quello stato: Lamont ne uscì con l'85 per cento dei consensi forse anche perché Lieberman preferì sottrarsi al confronto. Il giorno dopo vennereo raccolti al volo 250 mila dollari e nove volontari si aggiunsero alla squadra di Loamont. L'appoggio del movimento di rete fa molto comodo al partito democratico (così come all'Ulivo quello di girotondi e società civile), ma una trattativa si è aperta. Il giovane direttore di MoveOn, Eli Pariser, 25 anni, ha detto apertamente ai dirigenti del partito che il sostegno del movimento non è scontato e che deve corrispondere alla possibilità di contare nelle scelte e nell'agenda dei temi. «La classe politica deve prendere nota - ha detto Pariser - che deve prestare attenzione alla gente fuori dal Congresso».
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