giornali gratis

Free Murdoch

14 settembre 2006
Sarah Tobias
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

La corsa alla free press, i giornali gratuiti che vivono solo di pubblicità, ha visto nei giorni scorsi, a Londra, l'arrivo di un nuovo protagonista. E quale protagonista di peso. La testata si chiama The London Papere dalle 16.30 viene regalata nei pressi delle 240 stazioni delle metropolitana grazie a 700 distributori. L'obbiettivo dichiararto è di diffonderne ogni giorno 400 mila copie. L'editore è la News Corporation di Rupert Murdoch il magnate di origine australiana che in Inghilterra possiede già New of the World, il Timee s soprattutto il tabloid popolare The Sun. Ma con il London Paper Murdochi percorre per la prima volta la strada della free press che a Londra vede già sulle strade altre tre testate: City AM, Metroe, dal 30 agosto scorso, il London Lite, giornale del pomeriggio dello stesso editore dell' Evening Standard.
Il taglio del nuovo quotidiano è decisamente giovane, essendo pensato per un pubblico di non lettori, ma di pendolari, al di sotto dei 35 anni. La prima pagina del giorno del debutto era dedicata alla morte in Australia del popolare autore di documentari televisivi Steve Irwin. Il foglio è anche dotato di un suo sito web (www.thelondonpaper.com) : arioso ma leggero come i suoi contenuti; assai cliccata la sezione gossip dove non mancano, da subito, i riferimenti alla coppia più famosa d'Inghilterra, Victoria e David Beckham, nonché, immancabilmente, a Kate Moss, beccata mentre andava in vista all'amico Pete Doherty presso una clinica di riabilitazione dall'eroina. La scelta internet è in linea con l'annuncio di un anno fa da parte di Murdoch di privilegiare i nuovi media e che ha portato all'acquisto del sito MySpace, un «mostro» sociale da milioni di visitatori quotidiani. Le vendite in edicola dei quotidiani inglesi sono diminuite nell'ultimo anno del 3,5 per cento, scendendo a soli 12 milioni. Leader nella free press è il gruppo svedese Metro International con 70 edizioni e 21 paesi, Italia compresa.

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