Los Angeles difende il suo «Times»
Una delle colonne dell'editoria quotidiana Usa, il Los Angeles Times, è in crisi di vendite. La società proprietaria (Tribune Co., che possiede anche il Chicago Tribune), con sede a Chicago, medita nuovi gravi tagli all'organico e ai servizi per aumentare le «sinergie» - se non addirittura di vendere il giornale al miglior offerente. E, fatto inedito nella storia recente dei giornali Usa, un gruppo di 20 maggiorenti della città californiana - tutti responsabili di aziende e istituzioni pubbliche e private - insorge, scrivendo un appello all'editore perché non rovini quello che è «un bene pubblico, un patrimonio della città e dei suoi abitanti». I 200 giornalisti e le 70 pagine settimanali tagliate dal 2000 a oggi già rischiano di rendere il giornale un oggetto inutile ed estraneo, dicono: non andiamo più in là. Anzi, forse sarebbe meglio se si facesse avanti un editore locale. Il presidente di Tribune Co., Dennis FitzSimons, ha risposto ieri dicendo «abbiamo lavorato bene finora, lasciate fare a noi». Ma senza dare garanzie.
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