Nel primo giorno di sciopero, molti giornalisti italiani hanno appreso di essere stati sconfitti. Glielo annunciava una e-mail di Franco Abruzzo, presidente dell'ordine dei giornalisti della Lombardia dove sta scritto che «Serventi Longhi & C, hanno la colpa di aver portato i giornalisti italiani alla sconfitta sul rinnovo del contratto». Abruzzo si è molto adontato perché il sindacato aveva definito «scandalosa e ridicola la sospensione per 12 mesi di un giornalista reo confesso di aver collaborato (retribuito) con il Sismi». Il caso è quello di Renato Farina, vice direttore di Libero, il quale ha ammesso di essere stato a busta paga (lui li chiamava rimborsi) con il Sismi, in particolare con quell'ufficio di manipolazione guidato dal leggendario mister Pompa - ancora in servizio anche lui, come il manifesto ha rivelato nei giorni scorsi. Con una votazione di 4 a 4 il consiglio dell'ordine ha deciso di sospendere il collega Betulla per 12 mesi, anziché infliggergli la radiazione, come la gravità del suo comportamento richiedeva. «Il Consiglio ha valutato sia la personalità di Farina (incensurato sul piano deontologico) sia il prezzo devastante che lo stesso ha già pagato sul piano dell'immagine e della credibilità dopo l'esplosione dello scandalo». Curiosa teoria: i giornalisti dell'Ordine deprecano che i colleghi abbiano fatto il loro mestiere, narrando le segrete cose del Sismi, di Farina e di Libero e giudicano tale informazione «devastante». Nemmeno l'avvocato Ghedini oserebbe tanto. Sul gruppo di discussione «Senza Bavaglio», l'inviato del Corriere Massimo Alberizzi chiede a Franco Abruzzo: «cosa devo fare per essere radiato? devo ammazzare il mio direttore Paolo Mieli? Come faccio ora a spiegare ai miei colleghi stranieri che faccio parte (anzi sono costretto a fare parte) di un'organizzazione che annovera tra i suoi membri spie dichiarate?»
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