Marketing, allusioni e denunce
Autoelogi: Gianni Di Donno, professore di Storia contemporanea all'Università di Lecce, sul Corriere della Sera (domenica 22 ottobre, pag. 39) incita Giampaolo Pansa a non «fermarsi in mezzo al guado» nelle sue denunce dei misfatti della Resistenza e a indagare sull'apparato paramilitare del Pci. Di Donno è autore del libro «La Gladio rossa del Pci» ed è stato consulente della commissione Mitrokhin. Da vero cultore della materia invita dunque Pansa a documentarsi, magari leggendo un saggio dello stesso Di Donno, di prossima uscita su Nuova storia contemporanea. Si precisa che il fascicolo è quello di novembre-dicembre, di modo che i lettori non manchino di acquistarlo.
Acidità: Per parte sua lo stesso Pansa, mentre lamenta della campagna contro di lui dell'estrema sinistra e le poche solidarietà pubbliche ricevute dal mondo politico, utilizza a sua volta il penoso metodo dei giudizi senza motivazioni. Così se la prende con Corradino Mineo di recente nominato direttore di Rai News 24: «Ricordate come lavorava da New York per il Tg3? Non fatemi dire altro». Pansa non dice ma solo allude. L'unica cosa che il lettore capisce è che non stima Mineo (così come, da tempo, ce l'ha con Gad Lerner e tanti altri): un cartellino rosso preventivo e via.
Vendette: il giornalista Pino Nicotri ha ricevuto una richiesta di risarcimento da 520 mila euro per danni morali e d'immagine da Paolo Panerai, amministratore delegato di Class Editori. Nicotri, sindacalista del gruppo «Senza Bavaglio», aveva chiesto ripetutamente a Panerai di rispettare la sentenza del tribunale che dichiarava nullo il licenziamento da Italia Oggi di Ugo Degl'Innocenti. Il reintegro infine è avvenuto ma con esso anche la vendicativa causa civile. Oggi senza Bavaglio insiste e domanda polemicamente: «è giusto che un editore come Class, che non rispetta le regole, riceva i soldi pubblici stanziati per le provvidenze sull'editoria?»
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