Risposta a Giavazzi

Editoria, entro sei mesi la riforma in Parlamento

16 dicembre 2006
Ricardo Franco Levi (Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio)
Fonte: Il Corriere della Sera (http://www.corriere.it)

I n un articolo pubblicato due giorni fa sulla prima pagina del Corriere e dedicato ad un esame della Legge finanziaria in questi giorni all' esame del Parlamento, Francesco Giavazzi critica il livello e, soprattutto, la qualità della spesa pubblica italiana. In questo quadro, il professor Giavazzi si chiede: perché il governo non ha avuto il coraggio di approfittare della Finanziaria per cancellare i finanziamenti pubblici all' editoria? È una domanda alla quale sento il dovere di rispondere. E la risposta è che non l' abbiamo fatto per un senso di profonda preoccupazione, per un' altrettanto grande ambizione e, infine, per una buona dose di realismo politico. Ho parlato di preoccupazione perché siamo consapevoli dello sconvolgimento che le innovazioni nelle tecnologie dell' informazione e delle comunicazioni stanno portando nel mondo dell' editoria. Ho aggiunto, poi, un riferimento alla nostra ambizione, perché, di fronte ad un quadro di questo genere, sarebbe sbagliato e, questo sì, una mancanza di coraggio il limitarsi a guardare al solo sistema delle provvidenze pubbliche. Noi, invece, vogliamo giocare a testa alta, abbiamo in mente e vogliamo realizzare un intervento ben più largo, che affronti temi come l' organizzazione del mercato, la legislazione a protezione della concorrenza, la distribuzione della pubblicità tra stampa e televisione, gli strumenti a supporto dell' innovazione tecnologica, la liberalizzazione dei servizi postali decisa dall' Unione Europea, la promozione e la tutela dell' occupazione. Ho concluso, infine, citando il realismo politico, perché una riforma così ampia come quella che è oggi necessaria non può andare a buon fine se non si crea un consenso profondo, nel mondo dell' informazione, nella società, nel Parlamento, sull' esigenza e sull' urgenza di un intervento in profondità. A questo fine, ascolteremo e coinvolgeremo tutti gli attori del mondo dell' editoria. Ascolteremo tutti e poi ci assumeremo le nostre responsabilità, con tutti i sì che potremo dire ma anche con tutti i no che dovremo dire per rispettare l' impegno che abbiamo preso, questo sì, con la Finanziaria e arrivare, entro i prossimi sei mesi, a presentare al Parlamento il disegno di legge per una riforma organica e coerente dell' intero assetto dell' editoria. Questo, per noi, vuol dire porsi tre grandi obiettivi: garantire il pluralismo dell' informazione, assicurando un mercato libero e aperto ma nel quale non manchino le tutele per le voci meno potenti; sostenere il rinnovamento tecnologico e industriale del mondo dell' editoria trasformando, così, progressivamente la natura dell' aiuto pubblico da mero contributo al riequilibrio dei conti economici delle imprese a vero e proprio strumento di innovazione e, dunque, di crescita e di creazione di nuova occupazione; contribuire al riequilibrio dei conti dello Stato prevedendo anche per il settore dell' editoria una riduzione della spesa pubblica da attuarsi concentrando le provvidenze sui soggetti più deboli. Con l' aiuto di un gruppo di esperti presieduto dall' ex presidente dell' Autorità garante delle telecomunicazioni, Enzo Cheli, abbiamo già elaborato un indice che mette per così dire in fila tutti i temi sui quali dovrà intervenire la riforma: l' impresa e il prodotto editoriale, il mercato, le provvidenze, i limiti, i controlli e le responsabilità dell' attività giornalistica. Stiamo ora traducendo i singoli capitoli di questo indice in una batteria di quesiti che pubblicheremo su internet e, contemporaneamente, sottoporremo a tutte le associazioni rappresentative del mondo dell' editoria. Ottenute le risposte, procederemo a una serie di audizioni per poi arrivare, come detto, entro la prossima primavera, a presentare al Parlamento il nostro disegno di legge. Intanto, ci siamo già mossi sul fronte dei finanziamenti alle imprese editoriali per semplificare le procedure, per migliorare i controlli, per contenere le spese. Le spese grandi e le spese piccole. Abbiamo ridotto la previsione di bilancio dai 474 milioni di quest' anno ai 447 milioni dell' anno prossimo con un taglio di quasi il 6 per cento.

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