«Editoria, si muova il governo»
I giornali tornano da oggi in edicola dopo le tre giornate di sciopero e le due giornate di chiusura delle edicole per le festività natalizie, ma lo scontro per il rinnovo del contratto prosegue. E in assenza di segnali a trattare da parte della Federazione editori (Fieg), ha fatto sapere ieri la Federazione della stampa (Fnsi), in gennaio saranno decise altre forme di lotta. L'adesione alle tre giornate di sciopero è stata massiccia, fino al 90 per cento, con situazioni di tensione come al Giornale di Sicilia, dove l'assemblea di redazione ha sfiduciato il direttore, che aveva comunque fatto uscire il quotidiano nei giorni di Natale, avvalendosi del lavoro di alcuni precari e di due redattori.
Più voci ieri hanno chiesto che il governo - i cui appelli sono rimasti finora inascoltati da parte degli editori - intervenga. Il ministro del lavoro Cesare Damiano, intervistato da Affari italiani, non esclude che questa sia una possibile prossima mossa dell'esecutivo, «per il momento non ci sono le condizioni, ma per mia natura non escludo mai nulla». Damiano attribuisce seccamente agli editori lo stallo della trattativa per il rinnovo del contratto, scaduto da oltre due anni: «I tentativi - dice il ministro - che lo stesso governo ha fatto di convocare un tavolo tecnico per negoziare il contratto sono faliti per volontà degli editori. Il sindacato dei giornalisti ha dichiarato una sua disponibilità ad affrontare senza pregiudizi i problemi del contratto, ma a questo non ha corrisposto un analogo attegiamento degli editori». Interpellato a Bologna durante le ferie natalizie, il presidente del consiglio Romano Prodi ha auspicato che «la vicenda si chiuda presto», perché «cinque giorni senza la stampa scritta e tanti giorni di sciopero sono un elemento davvero preoccupante».
Intanto, la Rai ha fatto sapere sia alla Fieg che al sindacato dei giornalisti di volere aprire una trattativa sul «secondo livello di contrattazione». Un segnale importante.
Giorgio Merlo, vicepresidente della commissione di vigilanza della Rai, alza la voce per dire che «le vicende di queste ultime settimane confermano che l'informazione non puo' continuare ad essere in balia di alcuni editori che, di fatto, bloccano la conclusione di un contratto che richiede senso di responsabilità e coerenza». Per questo motivo, e soprattutto dopo le parole del ministro Damiano, «alla luce di una situazione che appare sempre più ingovernabile - aggiunge Merlo - credo sia indispensabile che il governo si attivi per un'iniziativa straordinaria capace di sbloccare un contesto che rischia di indebolire la nostra democrazia oltre a creare un danno pesante per i lavoratori interessati dalla vertenza». Sulla stessa lunghezza d'onda è Giuseppe Giulietti, di Articolo 21, secondo cui «a questo punto è necessario che il governo e le medesime autorità di garanzia valutino la possibilità di nuovi interventi tesi a favorire l'immediata apertura della trattativa».
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