Sbatti il mojo in prima

Il giornalismo d’inchiesta dal basso, le ultime esperienze nelle contee d’America
Dagli Usa. Tra notizie di quartiere ed eventi, è nato un nuovo professionista della comunicazione: il giornalista mobile dei siti web
11 gennaio 2007
Patrizia Feletig
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Dell'informazione online si discute con un misto di preoccupazione, interesse e scetticismo, nelle redazioni e nei consigli d'amministrazione dei gruppi editoriali, rimanendo in genere su posizioni ibride e sperando che carta e rete convivano con minor danno. Di esperimenti ve ne sono diversi, ma al momento nessun è ritenuto sufficientemente solido, un business sostenibile.
Per pompare tirature e pubblicità, Gannett, il colosso della stampa statunitense che controlla 91 testate tra cui il quotidiano nazionale USA Today e 5,9milioni di lettori, ha deciso di far confluire l'informazione su carta con quella di bit. Dopo mesi di sperimentazioni in undici redazioni, il gruppo dirigente ha rovesciato il paradigma corrente, dando priorità al sito web dove concentra il grosso della produzione delle notizie (e della pubblicità), mentre il giornale stampato seleziona il meglio del web diventando di fatto uno strumento di supporto del sito e non vice versa come avviene in generale.
Questa filosofia ribalta anche la gerarchia delle notizie. In prima pagina l'informazione iper-locale, focalizzata sulla comunità, riporta anche i fatti più minuti che, persino nelle pagine di un giornale di quartiere non troverebbero spazio.
I risultati dei progetti pilota condotti sul Des Moines Register, Argus Leader di Sioux Falls, Florida Today e News Press di Fort Myer, hanno rafforzato la convinzione del management di generalizzare l'iniziativa sulle 89 testate locali di proprietà. Tanto da imporsi un cambio d'identità. Da editore il gruppo diventa un information center. E' una struttura organizzativa, teorizzata da alcuni studiosi, più flessibile e in grado di rastrellare e selezionare flussi di informazione continua, su 24 ore, per 7 giorni su7, da pubblicarsi su tutte le piattaforme: carta, rete, mobile, radio, video o altro supporto a venire.
Questo modello editoriale fa emergere anche un'inedita figura del professionista della notizia: il mojo, crasi per mobile journalist. Zero scrivania e niente ufficio, i mojo sono sempre in giro per le strade cittadine con portatile e macchina digitale per catturare le ultimissime, magari ne fanno il resoconto seduti in macchina, sfruttando un hot spot pubblico e lo pubblicano al volo sul sito senza sottostare all'editing del desk. E' il futuro della professione secondo il Washington Post, che dedica un ampio servizio a Chuck Myron, uno dei 14 mojo della redazione mobile del News Press (www.news-press.com) il quotidiano di Fort Myer in Florida con tiratura di 90 mila copie.
È quasi un ritorno alle origini, all'eroica figura del cronista che consumava suole e fegato a caccia di notizie. Invece di innescare un effetto di cannibalismo, si è ottenuto un risultato sorprendente. «Abbiamo attratto nuovi lettori su entrambi media», ha scritto Craig Dubow, direttore generale del gruppo, in una nota all'assemblea dei redattori. I 58mila visitatori settimanali del sito nel 2002 sono oggi diventati 140mila e l'esercito dei mojo raddoppierà l'anno prossimo.
Oltre alle notizie riguardanti la contea e lo stato della Florida, il sito si compone di micro-siti, ciascuno dedicato alle notizie di quartiere. Sebbene spesso la natura delle notizie siano poco più che informazioni di servizio - la chiusura della statale 41 per installazione di un semaforo, la vendita porta a porta di calendari natalizi o l'apertura di un nuovo studio dentistico - questo giornalismo sul campo, condito da interviste e commenti colti al volo, si distingue per immediatezza, autenticità e minuzia. Un prodotto che piace ai lettori: il traffico sui micro-siti è raddoppiato dalla loro creazione.
Tuttavia, la linea di Gannett non sempre si concilia con la deontologia professionale. Ad esempio, sono caldeggiate le riunioni tra redazione e direzione marketing. Lo scopo è adattare la linea editoriale con ciò che vuole leggere il pubblico per assecondare gli inserzionisti nei loro obiettivi.
Inoltre, la sollecitazione ad alimentare il sito con notizie sempre fresche può rappresentare un rischio per la qualità dell'informazione.
In ogni caso i lettori sono caldamente invitati non solo ad arricchire il sito con foto e comunicati, ma a svolgere degli approfondimenti giornalistici.
«Pubblichiamo decine di articoli di giornalismo investigativo condotti da cittadini, invece dei tre pezzi che la redazione potrebbe normalmente scrivere», afferma Micheal Maness, direttore strategico. Un esempio riuscito di giornalismo partecipativo è l'indagine sui costi per l'allacciamento alla rete idrica e fognaria svolta da un gruppo di ingegneri. E' emerso che le tariffe erano troppo elevate e in seguito della campagna condotta dal News Press, l'amministrazione comunale di Fort Myer le ha ridotte del 30%. Questa è una delle varianti del concetto «ogni lettore è un reporter»: giornalismo di base, di comunità, civico, guidato dai lettori (grassroots, community, participatory, citizen, reader-driven journalism).

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