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San Silvio e il miracolo che non c'è

25 gennaio 2007
Micaela Bongi
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Mister conflitto d'interessi, Silvio Berlusconi, ce l'ha messa tutta. Da palazzo Chigi, sfidando anche il Quirinale, è riuscito a far approvare una legge, la Gasparri, che assicurasse alle sue aziende di crescere ulteriormente e a Retequattro di non trasmigrare sul satellite nonostante le sentenze della Corte costituzionale, grazie al miracolo digitale. La moltiplicazione dei pani e dei pesci, cioè dei canali tv, attraverso il passaggio dalle antiquate trasmissioni in analogico a quelle in digitale terrestre, però, non si è vista. Il passaggio definitivo alla nuova tecnologia era stato fissato al 2006 dalla Gasparri. Ora il ddl Gentiloni rimanda a un più realistico 2012.
Mister conflitto d'intressi, però, ce l'aveva messa davvero tutta. Per aiutare la diffusione del digitale aveva deciso di stanziare in finanziaria, nel 2004 e ancora nel 2005, un totale di 220 milioni di euro per l'acquisto dei decoder, 150 euro a decoder per il primo anno, 70 per il secondo. Inutile dire che l'operazione aveva suscitato qualche sospetto, e non solo perché tra i distributori di scatole magiche figurava anche una società, la Solari.com, al 51% di proprietà di tali Paolo e Alessia Berlusconi. Dettaglio che non ha preoccupato l'Antitrust, che ha deciso di non procedere sulla vicenda perché la società in questione controlla solo una piccola fetta (il 5%) del mercato. L'Europa invece si è preoccupata e ha stabilito che quei generosi aiuti, tirati fuori dalle casse dello stato per rientrare in parte in quelle dell'allora premier, proprietario di Mediaset, erano illegittimi.
Insomma, qualcosina, almeno, nel disegno di mister conflitto d'interessi è andata storta, anche se Mediaset non vuole sentire ragioni. Come ha ricordato ieri il ministro delle comunicazioni Gentiloni, l'Ue ha aperto un procedimento anche sulla Gasparri che chiude il mercato a nuovi operatori limitando l'uso e la disponibilità delle frequenze. E anche la Consulta è sull'avviso, proprio perché il miracolo digitale non si è visto, sebbene Berlusconi aspiri alla santità. Il ddl Gentiloni cerca ora di porre rimedio a quanto prodotto dagli sforzi (per la verità non eccessivi, data la sua posizione), messi in atto dall'ex premier. Ma i tetti pubblicitari imposti a Mediaset restano alti (il 45%) nonostante i forzisti gridino all'attentato alla democrazia e Berlusconi sia insorto contro l'«atto di banditismo» che mantiene al sicuro Retequattro - e il duopolio - almeno fino al 2009. Il parlamento potrebbe fare qualcosa di più, nonostante l'opposizione sia già sulle barricate. Per ora la conferenza dei capigruppo ha deciso di calendarizzare per la fine di febbbraio l'esame della legge sul conflitto di interessi. Non è mai troppo tardi. O forse sì.

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