171o giorno di prigione per Josh Wolf : Reporters sans frontières si appella di nuovo al Congresso per la protezione delle fonti
Vanessa Legget, altra giornalista indipendente, aveva passato dietro le sbarre 168 giorni, dal 20 luglio 2001 al 4 gennaio 2002, per motivi simili. Reporters sans frontières fa dunque nuovamente appello al Congresso perché la protezione delle fonti sia riconosciuta ai giornalisti a livello federale, richiedendo la liberazione del giovane blogger.
“Esattamente come Vanessa Leggett, che aveva rifiutato di dichiarare le proprie fonti alla giustizia federale, Josh Wolf è stato incarcerato su ordine di un giudice federale per aver rifuitato di consegnare i suoi file video non editati – spiega Reporters sans Frontières - Queste prigionie, scandalose tanto per il principio che per la durata, sono testimonianza dell'avoluzione inquietante della libertà di stampa negli USA.Altri giornalisti in questo mmomento rischiano l'incarcerazione per gli stessi motivi. Il Congresso federale non può restare in silenzio ancora per molto sulla questione cruciale del segreto professionale, riconosciuto ai giornalisti da 33 stati dell'Unione. Reiteriamo il nostro appello in favore di una 'legge quadro' federale in materia e di una rapida liberazione di Josh Wolf, il cui lavoro non riguarda nemmeno il campo della sicurezza nazionale, così come quello di Vanessa Leggett”.
Autore di un dcumentario su una manifestazione contro il G8 a San Francisco nel 2005, Josh Wolf si era rifiutato di consegnare i suoi archivi video alla giustizia federale, che li aveva richiesti nell'ambito di un'inchiesta del grand jury sui danneggiamenti ad un'auto della polizia durante gli avvenimenti. Il blogger e giornalista indipendente era stato per questo condannato per 'oltraggio alla corte' e incarcerato una prima volta dal 1o agosto al 1o settembre 2006. L'aggiunta di due soggiorni successivi ha portato il totale del suo periodo in prigione a 171 giorni.
La giustizia federale ha respinto l'ultima richiesta di scarcerazione degli avvocati del blogger, il 30 gennaio 2007. Josh Wolf resterà dunque in prigione fino a quando si rifiuterà di sottomettersi all'ingiunzione giudiziaria, fino al termine dell'inchiesta del grand jury sulla vicenda della macchina della polizia danneggiata. Secondo l'organizzazione Reporters Committee for the Freedom of the Press (RCFP), la data limite per la fine dell'inchiesta, originariamente fissata a luglio 2007, potrebbe essere rinviata fino a gennaoi 2008. Secondo la legge federale, la durata massima della detenzione di una persona condannata per oltraggio alla corte non può superare i diciotto mesi.
Il 20 luglio 2001, Vanessa Leggett era stata incarcerata per ordine del tribunale federale di Houston (Texas). La giornalista indipendente stava indagando sull'omicidio, nel 1997, della moglie di un milionarioa texano e contava di pubblicare un libro sulla vicenda. Aveva in proposito intervistato il cognato della vittima, sospettato del crimine prima che si suicidasse, ma si era rifiutata di testimoniare davanti alla giustizia federale. Dopo 168 giorni di prigione, era stata rimessa in libertà il 4 gennaio 2002.
Il ricorso all'incarcerazione in questo tipo di vicende ha raggiunto proporzioni inquietanti all'indomani degli attentati dell'11 settembre 2001. la 'sicurezza nazionale' è spesso servita come pretesto per far condannare dei giornalisti che invocavano il segreto professionale. Per il rifiuto di rivelare le proprie fonti in una vicenda riguardante la divulgazione dell'identità di un vecchio agente della CIA, in cui era convolto l'entourage dell'amministrazione Bush, Judith Miller, ai tempi giornalista del New York Times, aveva passato tre mesi in prigione, dal 6 luglio al 29 settembre 2005.
Due giornalisti del quotidiano San Francisco Chronicle, Lance Williams e Mark Fainaru-Wada, che avevano indagato su un traffico di prodotti dopanti – anche qui nessun rapporto con la sicurezza nazionale – hanno ricevuto richiesta di rivelare le loro fonti sotto pena di incarcerazione da parte della giustizia federale. Il loro processo d'appello è previsto per il prossimo 5 marzo.
Tradotto da Chiara Rancati per www.peacelink.it
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