Finmeccanica, banche armate e aziende farmaceutiche

Gli strani sponsor della Comunità di Sant'Egidio

Armi e solidarietà tengono unite Finmeccanica e la Comunità di sant'Egidio. Il colosso armiero è uno dei finanziatori del progetto Dream, un programma di prevenzione e cura dell'Aids in Africa, avviato da Sant'Egidio nel 2000
12 marzo 2007

Chi ti ha ucciso, figliolo? Armi e solidarietà tengono unite Finmeccanica, la più grande industria italiana produttrice di armi, e la Comunità di sant'Egidio, l'associazione laicale fondata da Andrea Riccardi nel 1968. Il colosso armiero infatti – rivela il settimanale dei missionari comboniani "Nigrizia" –, è uno dei finanziatori del progetto Dream, un programma di prevenzione e cura dell'Aids in Africa, avviato da Sant'Egidio nel 2000.

Finmeccanica – si legge nel sito internet dell'azienda guidata da Pierfrancesco Guarguaglini – "ha già reso possibile l'acquisto di un immobile per la realizzazione di un centro Dream presso la città di Conakry, in Guinea, nonché l'inizio dei lavori di ristrutturazione e dei corsi di formazione per gli operatori coinvolti nel progetto". L'azienda armiera avrebbe donato alla Comunità 280mila euro fra il 2004 e il 2005 mentre, precisano i dirigenti di Sant'Egidio, nel corso del 2006 il finanziamento sarebbe stato interrotto. Inoltre, Finmeccanica e Comunità di Sant'Egidio hanno collaborato anche alla ricostruzione della scuola di Kamala, in Indonesia, distrutta dallo tsunami del 26 dicembre 2004.

Gli sponsor ‘ambigui' di Sant'Egidio
Ma Finmeccanica non è l'unico sponsor ‘ambiguo' del programma Dream e delle altre attività della Comunità di Sant'Egidio che, del resto, da anni mantiene relazioni e riceve finanziamenti da aziende dai comportamenti non del tutto irreprensibili: nel 2002, infatti, la "Fondazione per la pace" di Sant'Egidio venne sponsorizzata dalla Nestlé (multinazionale svizzera sottoposta da decenni a un boicottaggio internazionale per violazione del codice internazionale di commercializzazione del latte in polvere che ha causato, seppur indirettamente, la morte di migliaia di bambini), dalla Fincantieri (costruttrice della portaerei militare "Cavour") e da diverse ‘banche armate', cioè quegli istituti di credito che svolgono operazioni di riscossione di pagamenti per conto delle industrie armiere (v. Adista n. 23/02). Ed oggi, fra gli sponsor del programma Dream, oltre a Finmeccanica, figurano Farmindustria (la federazione delle oltre 200 aziende farmaceutiche italiane associate a Confindustria) e le multinazionali farmaceutiche Bayer, Glaxo, Boehringer e Merck (tutte aderenti al cartello di 39 industrie che nel 1998 avviarono una causa contro il presidente del Sudafrica Nelson Mandela che, l'anno precedente, aveva concesso alle aziende locali di produrre farmaci anti-Aids a basso costo aggirando così lo strapotere delle multinazionali che commercializzavano le medicine ad altissimo prezzo), la Microsoft di Bill Gates e il gruppo Unicredit, la quarta ‘banca armata' italiana che nel 2005 ha effuttuato 61 operazioni di appoggio al commercio di armi made in Italy per un valore complessivo di 101 milioni di euro.

Le armi solidali di Finmeccanica
Se la Comunità di Sant'Egidio non si sente affatto in imbarazzo a promuovere iniziative di solidarietà internazionale anche con i soldi che le vengono donati da industrie armiere e ‘banche armate', sull'altro versante nemmeno Finmeccanica trova contraddittorio esportare in mezzo mondo elicotteri militari e missili da guerra e, contemporaneamente, finanziare attività umanitarie di varia natura.
"La solidarietà non ha confini", si legge nella sezione "sociale" del sito internet di Finmeccanica, che è "la prima realtà italiana operante a livello globale nei settori aerospazio, difesa e sicurezza" ed "uno dei principali operatori al mondo nell'elicotteristica e nell'elettronica per la difesa, oltre ad essere leader europeo nei servizi satellitari e spaziali", con un organico di oltre 56mila dipendenti e un fatturato di 11,5 miliardi di euro. "Con questo principio saldamente collocato tra i propri valori essenziali – cioè la "solidarietà senza confini", ndr –, Finmeccanica rivolge la propria attività di charity, necessariamente declinata al plurale, laddove le necessità si manifestano con maggiore urgenza e nitidezza – è il caso dell'Africa devastata dall'Aids, o della ricostruzione successiva allo tsunami nel Sud Est asiatico – così come a supporto di situazioni più ‘piccole' ma lo stesso meritevoli di cura, attenzione, sviluppo. Le azioni che Finmeccanica produce in prima persona come azienda, tenendo fede a un ruolo di partecipazione attiva e sensibile al sociale, poggiano spesso su un rapporto di collaborazione e reciproca fiducia con soggetti attivi nel campo della solidarietà, come la Comunità di Sant'Egidio e l'International Childcare Trust, la cui storia parla chiaro in termini di passione e affidabilità". E infatti, oltre a Sant'Egidio, fra i beneficiari della generosità della più grande industria armiera italiana, c'è la Comunità di San Patrignano di Andrea Muccioli, "Watoto Kenya" (onlus che lavora con i bambini poveri del Kenia), la Fondazione "Gigi Ghirotti" e la "Ligue Nazionale contre le Cancer" (associazioni che fanno ricerca e assistenza ai malati di cancro e alle loro famiglie).

E non solo con le sponsorizzazioni sociali Finmeccanica punta a dare di sé un'immagine di azienda bellica attenta alla solidarietà e alla pace: da oltre un anno, infatti – nonostante le proteste di diversi membri laici dell'ordine –, la pubblicità del gruppo guidato da Guarguaglini compare spesso sulla rivista mensile dei francescani del Sacro Convento di Assisi, "S. Francesco patrono d'Italia", che, fra l'altro, aderisce alla Tavola della Pace.

Note: Il presente testo ci è stato gentilmente fornito dall'agenzia di stampa Adista.
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