La morale delle droghe legali e illegali
Londra, domenica 18 marzo. Il settimanale The Independent on Sunday titola, in prima, a tutta pagina: «Cannabis, an apology». Le scuse per aver assunto nell'ultimo decennio una posizione antiproibizionista sulla cannabis le porge il direttore dell'edizione domenicale del famoso giornale radical inglese. Che con la pubblicazione «madre», però, in comune ha solo il gruppo editoriale: diversa redazione e direzione, ma soprattutto diversa tradizione giornalistica, più vicina semmai a quella «popolare» dei tabloid inglesi. Ma in Italia, più che in Gran Bretagna, è una bomba. La posizione dell'Independent - che per dare fondamento al suo dietro front chiama in causa la rigorosa rivista scientifica The Lancet anticipando, dicono, uno studio che equiparerebbe la pericolosità della cannabis a quella dell'Lsd e dell'ecstasy - ha un'enorme eco sulla stampa e la televisione nostrana. Ma soprattutto diventa la clava che il centrodestra brandisce, con l'aiuto dei vari Ferrara, contro l'abrogazione della legge Fini-Giovanardi. E, buttandosi a pesce sulla sentenza del Tar, il refrain di tutta la settimana diventa: «Dopo le ultime rivelazioni dell'Independent, la quantità massima andava dimezzata, non raddoppiata», per usare le parole di uno a caso, l'ex ministro Giovanardi.
Ma ieri, dopo la pubblicazione dello studio del Lancet che smentisce clamorosamente la posizione-clava, silenzio assoluto. Alleanza nazionale e tutta l'opposizione parla d'altro. E gli unici commenti allo studio dell'università di Bristol vengono dal mondo antiproibizionista. Nessuno si lancia più a tutela della salute pubblica messa a repentaglio, come dicono gli scienziati, soprattutto da alcol e tabacco. Su di essi, troppi interessi. Naturalmente il ministro Paolo Ferrero che annuncia, a breve, un decreto governativo per abrogare del tutto le tabelle, si prende la sua rivincita: «Lo studio del Lancet - dice - dimostra come il confine esistente nel nostro paese tra quelle che vengono considerate droghe illegali, e inserite nelle tabelle, e quelle che non vengono invece considerate droghe perché non inserite nelle tabelle, è un confine costruito non sulla razionalità della ricerca ma su elementi morali e tutt'altro che scientifici». Per questo l'associazione di consumatori Aduc chiede di inserire, al posto della cannabis, alcol e tabacco nelle tabelle. E lancia la sua campagna informativa: «Tutte legali o tutte proibite».
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