Mir, una radio di pace nel Mediterraneo
Avete presente le parabole, diffuse ormai anche in Italia ma un paesaggistico «must» dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo? Ora non serviranno più soltanto a captare le tv via satellite, ma anche una nuova radio il cui nome è tutto un programma: Mir, che è sia l' acronimo di «Mediterranean Info Radio» che la parola «pace» in lingua slava. La scelta di un termine slavo per una radio che guarda al Mediterraneo è già il sigillo di una linea editoriale. In effetti il progetto, che il 21 marzo ha iniziato al sua fase sperimentale, vuole essere esattamente un progetto di pace e dialogo tra i popoli che si affacciano sul bacino Mediterraneo, di cui anche la cultura slava fa a tutti gli effetti parte. Hanno già aderito nove partner italiani, europei e mediorientali. Altri nove sono in via di adesione. Il capofila del progetto è Amisnet (www.amisnet.org), l'agenzia delle radio comunitarie. I «partecipanti» sono radio libere - ma anche mezzi di comunicazione alternativi come il settimanale Carta e l'agenzia di giornalisti indipendenti Lettera 22 - o «gruppi di produzione» che da tempo collaborano con Amisnet non avendo la possibilità, nei loro paesi, di mettere in piedi radio di base a causa della censura. È il caso, ad esempio, dell'Algeria, della Tunisia, ma anche dell'Egitto. «Sarà la Bbc dei poveri», dice l'ideatore del progetto Francesco Diasio, direttore di Amisnet «l'obiettivo è creare un canale radio via satellite all-news, che parlerà tutte le lingue del Mediterraneo e che permetterà alle varie comunità di migranti sparse per il mondo di poter accedere a un'informazione libera, nella propria lingua, che dà voce a chi non ce l'ha».
A «coprire», anche dal punto di vista finanziario, l'avvio della sperimentazione è il progetto Meltingpot (www.meltingpot.org). Tra i partner italiani ci sono Radio Sherwood di Padova e Radio Peace di Bologna. I sei mesi sperimentali serviranno sia a rafforzare la partnership tra i vari soggetti coinvolti che a cercare nuove risorse. Ma già oggi è possibile collegarsi e ascoltare le trasmissioni. Basta avere una parabola e scegliere dal «menu» la ricerca «canali radio». A quel punto occorre sintonizzarsi sul canale 9.600 di Eutelsat 13.mo E, e godersi lo spettacolo. Meglio se il ricevitore viene collegato allo stereo, giusto per non ascoltare notizie e musica avendo la televisione accesa, ferma su una schermata fissa. Il palinsesto è diviso in fasce linguistiche. Già ora su Mir si parla italiano, francese, spagnolo e arabo. Prossima lingua in entrata il turco, non soltanto grazie alla programmazione di Acik Radio di Istanbul ma anche a quella di Radio Lora di Zurigo, gestita dai migranti di lingua turca. Tra gli appuntamenti in onda c'è la produzione di Radio Ammannet (Giordania) che riversa sul satellite tre programmi: uno culturale, uno incentrato sull'ambiente e uno che si occupa di società. Già ascoltabili anche i notiziari in arabo e inglese di Palestinian Network. Ci sono anche le puntate di Cross una trasmissione gestita da Radio Student (Lubiana) in collaborazione con i colleghi croati, serbi e bosniaci. Prossimo «acquisto»: i format elaborati da Femmes en Communications, un gruppo di donne algerine che già da tempo lavora con Amisnet.
«Questo è un progetto - racconta Diasio - che abbiamo in testa da diversi anni. Lavoriamo da tempo con i nostri partner in Europa e nel Mediterraneo, ma finora i tempi non erano maturi, almeno dal punto di vista tecnico. Oggi, invece, si parla moltissimo di digitalizzazione della radio. Quindi ci sembrava il momento giusto per spiccare il volo».
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