I DATI

Un pubblico da «pesare»

3 aprile 2007
Aldo Grasso
Fonte: Il Corriere della Sera (http://www.corriere.it)

Ieri, non appena sono stati resi noti i dati auditel su Sky, il TgCom diretto da Paolo Liguori (è il giornale Mediaset online) ha sparato a zero: «Il velo si è sollevato e il re è nudo... Così il colosso di Murdoch, alla fine della fiera, se non nudo si trova almeno scoperto davanti ai freddi numeri che collocano tutto il suo profumato e ricco bouquet alla stregua di un network analogico oppure ai piedi di una qualsiasi delle sei reti più seguite». Legittima soddisfazione da parte della concorrenza (anche se agli addetti ai lavori i numeri erano noti da tempo) ma errore metodologico di valutazione. Perché non si può paragonare Sky alle tv analogiche? La prima ragione consiste nell' universo di riferimento. La tv generalista, che ha più di 50 anni di vita, si rivolge alla totalità della popolazione, al 100% delle famiglie italiane. Sky,invece, per ora si rivolge soltanto al 20% della popolazione e gode però di un' audience molto qualificata (si tratta perciò di capire se il pubblico, per la pubblicità, va solo contato o anche pesato). La seconda è che i criteri di programmazione di Sky sono necessariamente diversi da quelli delle tv generaliste, dove i grandi numeri si fanno anche in virtù della controprogrammazione. Sky, invece, ha un' offerta tematizzata e fa della varietà dell' offerta la sua varietà rispetto alla tv tradizionale. La terza e ultima ragione è che la vera concorrente della tv satellitare non è la tv generalista ma sono il digitale terrestre (che in Italia avanza con fatica) e l' Iptv, cioè la tv che corre sulla banda larga delle rete Internet. È lì che si gioca il futuro della tv, non certo sui numeri del pubblico che segue Ilaria D' Amico.

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