Pioggia di denaro sulle presidenziali Usa: raccolti 127 milioni

Manca un'eternità al voto ma un monsone di dollari sta già cadendo sulle elezioni americane. La stella è Hillary Clinton con 26 milioni, ma il rivale Obama la tallona con 25. E per la prima volta in trent'anni i democratici superano i repubblicani
6 aprile 2007
R. Zan.
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

E' una pioggia di denaro, un monsone di dollari quello che si sta abbattendo sulle elezioni presidenziali americane. Quasi 127 milioni di biglietti verdi sono stati raccolti dai molti candidati a succedere a George W. Bush alla Casa Bianca. Ogni elezione batte il record delle precedenti ma questa volta il primato è stato sbriciolato: quattro anni fa, i fondi raccolti al termine del primo trimestre dell'anno precedente al voto erano stati «solo» 30,9 milioni di dollari. Quattro volte di meno di quest'anno. Un'enormità, e si vota nel novembre del 2008. Mancano diciotto mesi e qualche settimana, come dire una vita.
Nel bipartitismo quasi perfetto americano la legge del più ricco è quasi sempre la legge del più forte, e il migliore fund-raiser al momento di aprire le urne si ritrova quasi sempre presidente. Una lettura dei numeri, però, riserva delle sorprese.
La Paperona dei candidati è Hillary Rodham Clinton, senatrice di New York e moglie di uno dei più micidiali fund-raiser mai apparsi sulla scena politica americana. La campagna della signora Clinton ha annunciato di aver raccolto 26 milioni di dollari. Allo stesso punto delle elezioni, la volta scorsa Al Gore poteva contare su 8,9 milioni di dollari. Il capolavoro Hillary l'ha realizzato in coppia col marito lo scorso 21 marzo, con una cena di finanziamento nella sala da ballo di un grande albergo a Washington: oltre mille invitati, ingresso minimo mille dollari, cena a base di snack, i Clinton come stelle. Risultato netto, 2,7 milioni di dollari nelle casse della campagna «Hillary for president». In una sera. E la signora Clinton, a pensarci fa paura, non ha ancora ufficialmente annunciato che scenderà in lizza.
L'altra novità è che la letale capacità dei Clinton sul fronte dei dollari, che avrebbe dovuto spazzare via ogni rivale, non ha fatto piazza pulita. La grande sorpresa si chiama ancora una volta Barak Obama. Il giovane (e unico) senatore nero degli Stati uniti ha ritardato ad arte l'annuncio della sua raccolta, ma quando l'ha fatto l'altro giorno è stato un botto: 25 milioni di dollari, giusto un pelo sotto Hillary. Con il doppio dei finanziatori, centomila contro i cinquantamila della senatrice, l'uso massiccio di internet e ampi margini di vantaggio in molte aree considerate feudo della signora Clinton. Come Chicago, zona in cui Obama spopola e la Clinton arranca. Ma persino Harlem, il quartiere nero di New York in cui l'ex presidente Bill ha messo il suo ufficio.
Obama è la grande sorpresa del fund-raising, e non avvicina la grande rivale solo nel portafogli. In un sondaggio realizzato nel New Hampshire - piccolo stato le cui primarie, il prossimo gennaio, tradizionalmente offrono buone indicazioni - le intenzioni di voto sono 27 su cento per Hillary, 20 per Obama e 16 per il terzo incomodo democratico John Edwards, certo il più a sinistra dei tre. Edwards si è fermato a 14 milioni di dollari, in parte ottenuti dall'emozione provocata dall'annuncio che la moglie ha avuto una ricaduta nella sua lotta contro il cancro (molte e-mail con richieste di finanziamenti sono state inviate pescando dai messaggi di solidarietà giunti alla moglie, e la cosa non è piaciuta).
Altro aspetto rilevante, la divisione tra democratici e repubblicani. Per la prima volta dal 1976, sono i democratici ad essere in testa. I repubblicani pagano l'appannata figura del presidente in carica e la mancanza di un vero cavallo di razza. Il semi-sconosciuto ex governatore del Massachusetts Mitt Romney guida la classifica dei dollari con 23 milioni raccolti (i ricchi correligionari mormoni hanno aperto il portafogli) e l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani insegue con 15 milioni.
La valanga di denaro si deve in primo luogo al fatto che le primarie questa volta si svolgeranno insolitamente presto, in molti stati all'inizio del prossimo febbraio, quindi molto lontano dalle elezioni. I candidati devono poter durare a lungo, e questo significa fame di soldi. Inoltre c'è stato un ritocco alle leggi e il limite delle donazioni è stato portato a 2.300 dollari (erano solo 1000 nel Duemila). Infine, le donazioni attraverso internet si stanno rivelando corpose: quasi 7 milioni dei dollari di Obama e 3,5 di quelli di Clinton sono arrivati in questo modo.

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