Così negli Usa è fallita la Tolleranza zero
Non è stato Rudolph Giuliani a inventare la cosiddetta Tolleranza zero, un tipo di politica criminale sperimentato prima che lui diventasse sindaco di New York. La paternità spetta a un programma chiamato «Safe and Clean Neighborhoods» sperimentato nel New Jersey negli anni '70. La novità fondamentale consisteva nel ritorno delle ronde a piedi per gli agenti di polizia, in modo da mostrare la loro presenza non solo ai potenziali criminali ma soprattutto a quelle figure sociali che criminologi come George Kelling sbrigativamente inseriscono tutti insieme nella categoria disorderly people, che potremmo tradurre con «gente che dà fastidio». Mendicanti, ubriaconi, tossicodipendenti, adolescenti in gruppo, prostitute e persone mentalmente disturbate dovevano essere «tenuti a bada» dal poliziotto che, con la sua sola presenza, li scoraggiava dal mostrarsi o dall'infastidire la gente per bene. Secondo Kelling, a livello del quartiere, «disordine e criminalità sono inestricabilmente legati, in una specie di sequenza progressiva. Gli psicologi sociali e la polizia tendono ad essere d'accordo sul fatto che se in un edificio una finestra viene rotta, e viene lasciata rotta, tutte le altre finestre saranno presto rotte».
La teoria della Tolleranza zero nasce quindi da una visione unilaterale e poliziesca di queste premesse, peraltro contestabili. In realtà, «Safe and Clean Neighborhoods» non aveva ridotto il tasso di criminalità ma era considerata ugualmente un successo perché «i residenti dei quartieri pattugliati a piedi sembravano sentirsi più sicuri che in altre zone, tendevano a credere che il crimine fosse diminuito e prendevano minori precauzioni per proteggersi. Inoltre avevano un'opinione più favorevole della polizia». Quindi, fin dalle origini, la Tolleranza zero è stata una strategia di pubbliche relazioni, usata da Rudolph Giuliani per conquistarsi una facile popolarità dirigendo l'aggressività degli elettori verso categorie sociali marginali . Negli anni di applicazione non ha ottenuto risultati degni di nota, in particolare nel New Jersey e a New York, dove la criminalità ha continuato a crescere fino a metà degli anni '90, quando il numero dei reati è diminuito per ragioni demografiche e per il buon andamento dell'economia.
A tutto questo va aggiunto un particolare che forse è sfuggito al ministro Amato: ogni anno la città di New York paga molte decine di milioni di dollari come indennizzo alle vittime di abusi dei poliziotti, che interpretano la Tolleranza zero come una licenza di uccidere senza timore di essere sconfessati o, men che meno, puniti. Chi ne dubitasse non ha che da chiedere all'associazione per i diritti umani Human Rights Watch.
I crimini? Della polizia
Nel 1997, quattro anni dopo l'elezione di Rudolph Giuliani a sindaco di New York, quando ormai erano evidenti gli effetti della sua politica di Tolleranza zero, l'organizzazione Human Rights Watch pubblicò nel rapporto «Shielded from Justice: police brutality and accontability in the United states» un capitolo sulle violenza della polizia di New York. Secondo i dati di Hrw da quando Giuliani si era insediato il numero di denunce presentate da cittadini contro gli agenti di polizia per abusi e violenze subite, registrarono un'impennata passando dal 30 al 50% del totale delle denunce. Il 78% degli abusi erano stati commessi su afro-americani e latinos. Da notare che nella polizia il 68% degli agenti sono bianchi.
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