Le notizie-chimera del Tg2
Non ci sono novità, le indagini sembrano lontane dall'accertamento della verità. Cosa sia accaduto un mese fa nella villetta di Garlasco, chi abbia ucciso la giovane Chiara Poggi sono domande che restano appese al punto interrogativo. L'unico indiziato dell'omicidio, il giovane fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, lo studente universitario di 24 anni, continua a vivere segregato in casa, assediato da fotografi e televisioni.
Dunque non c'è notizia eppure è da un mese che ogni giorno il Tg2 si collega con l'inviato a Garlasco per raccontare quel che sta succedendo: il nulla.
È un copione che si ripete, che abbiamo già visto con i fatti di Cogne: martellante tormentone quotidiano dei telegiornali che poi riverberava nei programmi del pomeriggio e della sera. Quel nulla su Cogne fu anche monitorato da agenzie specializzate che rilevarono l'assenza di notizie nella ossessiva ripetitività dei tg. Ora c'è da spolpare l'osso di Garlasco, utile strumento per aprire la pagina di cronaca. Il Tg2 non perde un colpo e, all'ora di pranzo, puntualmente ci aggiorna sulla non-notizia. A questo punto, l'inviato che continua a parlarci dal paese meriterebbe la cittadinanza onoraria.
Quando si tratta di cronaca nera tutto fa brodo, Garlasco serve ad aprire la pagina dell'ammazza e squarta, dando la stura a fatti che assurgono al ruolo di notizie rilevanti. A Nuoro ammazzano un ragazzo con precedenti penali, oppure in un paese di mare un ragazzo muore in un peschereccio che sbatte su una struttura del porto, o, ancora, succede che uno spacciatore di Quarto Oggiaro venga ucciso. Fatti minori che assumono agli occhi del telespettatore un rilievo indiscutibile. E che servono per avvertire che è tutta colpa della legge sull'indulto(argomento successivo) che ha messo in libertà i criminali.
Già che siamo in casa di Alleanza nazionale, sono da segnalare due recenti esempi di pluralismo dell'informazione. Giovedì scorso, nel riferire degli esperimenti inglesi sulle cellule staminali (i cosiddetti embrioni-chimera), il tg di Mauro Mazza affidava un lungo commento a monsignor Sgreccia, il presidente della pontificia accademia per la vita. Dopo che, la sera prima, aveva chiamato a dire la sua il professor Bruno Della Piccola, punta di lancia della battaglia contro la ricerca sulle cellule embrionali.
Toni apocalittici, senza nessun altra voce che esprimesse un diverso parere. Così si fa. Alla faccia del rispetto del teleutente che non necessariamente, anche se guarda il Tg2, deve essere iscritto al partito del Vaticano.
nrangeri@ilmanifesto.it
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