Tv: Europa 7 aspetta, ma l'Europa si muove
«Finora abbiamo aspettato e continuiamo ad aspettare che la guerra tra interessi e diritto, gli interessi di Mediaset e il nostro diritto a trasmettere, si concluda con la vittoria del diritto». Francesco Di Stefano, proprietario di Europa 7, l'emittente «fantasma» dal '99 concessionaria delle frequenze utilizzate da Retequattro, aspetta comunque con più ottimismo dopo le conclusioni cui è arrivato l'avvocato generale della Corte di giustizia Ue: deve essere «data piena attuazione» alle gare per l'assegnazione delle frequenze radiotelevisive, altrimenti «verrebbe meno la ragione stessa di queste procedure»; lo stato italiano dovrebbe adottare «ogni misura atta a garantire l'esercizio» dell'attività autorizzata con una gara pubblica. E ai giudici naazionali l'avvocato generale ricorda «l'obbligo di garantire l'effettiva applicazione del diritto comunitario» ordinando, se necessario, rimedi perché i diritti acquisiti non siano solo «illusori».
La decisione finale della Corte del Lussemburgo arrriverà tra qualche mese e se saranno accolte le conclusioni dell'Avvocato generale il Consiglio di stato italiano dovrà far sì che l'emittente fantasma si materializzi.
C'è ancora da aspettare, per Di Stefano, ma a Cologno non si dormono sonni tranquilli. «Se l'avvocato generale avesse dato ragione a Retequattro, Mediaset ne avrebbe parlato per una settimana, invece silenzio», nota Di Stefano. Nel frattempo il ddl Gentiloni prova a riformare la Gasparri. Nella versione approvata dal consiglio dei ministri le frequenze «usate di fatto» prima del 2001 (quelle su cui si è piantata Retequattro grazie al decreto salva-Fede e alla Gasparri, appunto), avrebbero dovuto essere restituite allo stato per finire all'asta. Un emendamento prevede che l'Authority assegni le frequenze «fatti salvi i diritti acquisiti da parte dei destinatari delle concessioni rilasciate» nel '99. Ma «la Gentiloni non mi dà granché - spiega Di Stefano - non si parla in modo chiaro dei nostri diritti e Mediaset prima dell'approvazione della legge potrebbe vendere alla Holland di Ben Ammar. Eppure la Frt (la federazione reti televisive, ndr) ha sparato a zero sostenendo che è anticostituzionale il riconoscimento di diritti acquisiti. Forse lo è nel paese di Mediasetllandia. Semmai è anticostituzionale il decreto fatto per imepedire che fossero rispettate le sentenza della Consulta».
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