Lo YouTube dei diritti umani
In principio era il video il protagonista della difesa dei diritti umani. Con l'idea di osservare e testimoniare, Peter Gabriel, musicista e attivista, nel 1992 fondò Witness, un'organizzazione internazionale per denunciare abusi e violenze con l'ausilio della tecnologia. Esplicativo lo slogan: «Guardalo. Filmalo, Cambialo». A supportare il progetto però mancava un sito web. Oggi The Hub (hub.witness.org), appena nato, colma questa lacuna e si propone come lo YouTube dei diritti, intento riassunto nel nuovo motto che ora recita «Caricalo. Guardalo. Condividilo. Agisci». Più che di un semplice sito, si tratta dunque di una piattaforma per raccogliere i filmati che chiunque può girare, in qualsiasi angolo della Terra, denunciando i misfatti al mondo intero. L'intento dichiarato - testimoniare gli abusi - passa anche attraverso alcuni accorgimenti tecnici: presto alle attuali tre lingue (inglese, spagnolo, francese) si affiancheranno l'arabo, il cinese e il russo. Il tentativo di realizzare un portale funzionale si rivela anche nell'organizzazione: ogni video è categorizzato a seconda dell'area geografica, del giudizio dei visitatori o semplicemente in base alla data di pubblicazione. A incoraggiare gli utenti c'è la garanzia dell'anonimato (perfino l'indirizzo Ip è destinato a rimanere sconosciuto), che però nasconde l'altra faccia della medaglia: quanto sarà affidabile e credibile il materiale caricato? La risposta è a discrezione di chi vede. The Hub infatti, anche se si giova del sostegno di Amnesty International, Human Rights Watch e B'Tselem, non si assume la responsabilità dell'autenticità dei contenuti. Anzi, incoraggia a non credere ciecamente a ciò che si guarda.
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