Peace and web
Se l'invasione anglo-americana dell'Iraq dà un'immagine per lo meno bellicosa della perfida Albione e della sua grande sorella americana, bisogna assolutamente navigare sul Web per rendersi conto che gli Stati Uniti non sono un monolite di TNT dalle estremità acuminate. I siti pacifisti si danno da fare il più possibile per ristabilire la pace.
"Perché terrorizziamo delle persone che terrorizzano altre persone per dimostrare a queste persone che è male terrorizzare le persone?"
Gli internauti possono ritrovare questo slogan su peaceprojet.com, un sito Internet militante per una soluzione pacifica in Iraq. Gli autori di peaceprojet.com vendono delle spillette che riportano degli slogan talvolta pungenti. "Il cow-boy sta conducendo il paese in un fossato. Dichiara una guerra per coprirlo". Altre frasi come "No blood for oil" (Niente sangue in cambio di petrolio) sono ormai divenute dei classici.
Peaceproject.com vi propone una collezione di più di 600 bottoni, manifesti, magliette per fermare la guerra. Segno dei tempi, se gli slogan della guerra del Vietnam insistevano sulla necessità di fare l'amore invece della guerra, quelli di questa nuova guerra del Golfo sono più freddi. Tutti i siti, come United for peace and Justice o Peacepins.com insistono su un punto: "Peace is patrioctic" (La pace è patriottica). Questo leitmotiv sembra condiviso da tutti i siti in favore della pace. Il sito peacepins.com ha anche realizzato una spilletta in metallo che proclama "Patriot for Peace" (patrioti per la pace).
Ma i pacifisti del virtuale vanno al di là della semplice vendita di bandiere, magliette e cartelloni contro la guerra.
L'Internet della non-violenza è anche il mezzo migliore per annunciare le mobilitazioni per la pace. United for Peace and Justice ha così fatto un appello per una disobbedienza civile a New York, ieri. Da parte sua, 911 Peace Network, che si presenta come una "Risposta alternativa alla tragedia dell' 11/9" è una delle più importanti voci per la pace per la California. Il 911 Peace Network è anche accessibile in più lingue. Questi siti dimostrano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che New York e San Francisco restano ancora delle città 'a parte' negli Stati Uniti.
Un altro sito, antiwar.com, si descrive come "Il migliore tra i riferimenti, le opinioni, le attività contro la guerra". Se il sito, come la maggior parte dei media, riporta poche informazioni inedite sul conflitto, si spinge comunque più lontano dei comunicati del Comando Centrale americano e della CNN. Su antiwar.com i websurfer verranno a sapere che dei missili americani si sono schiantati in Turchia, o anche che "Gli Iraniani hanno aperto il fuoco sulle forze alleate attraverso la frontiera irachena". Da parte sua United for Peace and Justice fornisce vari consigli per decodificare l'informazione e variare le proprie fonti.
Infine, se volete saperne di più sui pacifisti sul campo, non dimenticate
di visitare il sito degli scudi umani. Questi volontari si trovano ora in Iraq
e si sono stabiliti in varie località del territorio iracheno per evitare
che l'esercito anglo-americano le bombardi. BoucliersHumains.org
indica sul suo sito i punti strategici dove si sono insediati questi volontari.
Se desiderate saperne ancora di più sui siti per la pace, Peace Project
e United for Peace and Justice vi manderanno svariate centinaia di link a siti
sulla pace. Questi ultimi potranno avere un'influenza sulla guerra? Come ricorda
il sito peaceprojet.com:
"I problemi americani non saranno risolti in Iraq".
Per saperne di più sui siti per la pace:
Peace Project
www.peaceproject.com
Antiwar.com
www.antiwar.com
United for Peace and Justice
www.unitedforpeace.org
911 Peace Network
www.911peace.net
PeacePins
http://peacepins.com
Les boucliers humains
www.boucliershumains.org
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