Noi non dimenticheremo Anna Politkovskaja

Un albero per Anna

In Italia i giornalisti non li uccidono, ma si cerca di uccidere il loro lavoro
30 giugno 2009
Maria Elena Murdaca

Anna Stepanovna Politkovskaja: la donna che faceva paura a Putin

Le iniziative dedicate ad Anna Politkovskaja subito dopo la sua morte, sono state numerose, prestigiose e diffuse in tutta Italia: Ljudmila Ulickaja, la più famosa scrittrice russa contemporanea, ha ricordato la collega alla Casa della Cultura a Milano; Memorial Italia ha promosso una serie di seminari sulla giornalista uccisa, per tutto il 2007, a cui hanno aderito diverse associazioni italiane; la Marcia della Pace ad Assisi nel 2007 è stata dedicata ad Anna Politkovskaja, e ha visto la partecipazione straordinaria di Lidija Jusupova, avvocato ceceno, due volte Candidato Nobel per la Pace (la questione della mancata assegnazione è stata sollevata, ma da Oslo non è mai arrivata una risposta), alla sala stampa del Parlamento Europeo, che porta il suo nome, a Ottavia Piccolo che ha prestato il suo nome per lo spettacolo teatrale “Donna non rieducabile”, all'iniziativa di Internazionale “Noi non dimenticheremo Anna Politkovskaja”, che ha invitato tutti i lettori a inondare la sede dell'Ambasciata della Federazione Russa a Roma di cartoline con l'immagine di Anna, alla via intitolata a suo nome, sempre a Roma. Tutti hanno sentito il bisogno di ricordarla, di dedicarle spazio, di ascoltarla: associazioni culturali, ONG pacifiste, organizzazioni femministe, di destra e di sinistra.

In questo panorama variegato, l'azione dell'Associazione Annaviva si distingue. Si distingue perché è un percorso, ed è un percorso che porta a risultati concreti. Nel 2007 il giornalista Andrea Riscassi ha promosso un appello per ricordare Anna Politkovskaja, culminato con una sala strapiena di pubblico al Circolo della Stampa, e un panel nutrito di relatori, da Tajssa Izmajlova, giornalista cecena – (deceduta nell'estate 2008 per malattia) – a Francesca Sforza, capo della redazione esteri de “La Stampa” a Letizia Gonzales, presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, ai rappresentanti della stampa estera residenti a Milano, a Mario Mauro, Vice Presidente del Parlamento Europeo, solo per citarne alcuni. Un evento di indubbio successo, che è stato l'inizio di un cammino. Contestualmente è stato promosso un secondo appello per la raccolta di firme affinché si dedicasse un albero ad Anna Politkovskaja nel Giardino dei Giusti a Monte Stella. Un anno e mezzo dopo, il cinque maggio 2009, la piantumazione dell'albero dedicato ad Anna Politkovskaja è una realtà. Il merito va alla perseveranza dell'Associazione Annaviva, ispirata alla figura della giornalista uccisa, che monitora la situazione dei diritti umani in Europa Orientale e nello spazio ex-sovietico, colmando una lacuna – scandalosa – non solo della stampa italiana, ma anche dell'istruzione e della formazione, che trascura i Paesi alle porte dell'Unione Europea nonostante la politica europea di vicinato sia un concetto espressamente formalizzato dalle istituzioni europee, come sottolinea il Presidente, Matteo Cazzulani. Annaviva ha raccolto oltre millecinquecento firme di cittadini italiani, non soltanto milanesi, che hanno ritenuto doveroso per la città di Milano essere sede di un riconoscimento permanente alla giornalista uccisa.

Dopo aver assegnato nel 2008 l'Ambrogino d'oro a Svetlana Medvedeva, consorte del Presidente Medvedev e assidua frequentatrice delle sfilate di moda e delle serate di gala milanesi, e nel 2007 all'illustre regista “di corte” Nikita Michalkov, con la piantumazione dell'albero in memoria di Anna Politkovskaja il Comune di Milano ha compiuto un atto meno dettato dalla convenienza politica ma più giusto. Gli ambrogini vanno, gli alberi restano. “Non riesco a immaginare nessun altro posto per quell'albero, che non sia il Giardino dei Giusti a Milano”, ha dichiarato Manfredi Palmeri, Presidente del Consiglio Comunale, durante l'incontro promosso da Annaviva al Circolo della Stampa a conclusione della giornata che ha visto come ospite d'onore Vera Politkovskaja, la figlia di Anna. “Chi pensa che quell'albero non debba stare lì si pone al di fuori della civiltà”. Al di fuori della civiltà si collocano dunque tutti quelli che: “Era solo una giornalista”, “Non era nessuno, l'ha detto anche Putin”, e via di seguito.

La sera del cinque maggio oltre a Manfredi Palmeri e Vera Politkovskaja sono intervenuti anche Letizia Gonzales, presidente dell'ordine dei giornalisti lombardi, Rosi Brandi, presidente del Gruppo Cronisti Lombardi, e Angelo Agostini, docente di Teorie e tecniche del linguaggio giornalistico allo IULM di Milano. Oltre, naturalmente ad Andrea Riscassi e Matteo Cazzulani. Al di là della tragedia emblematica di Anna Politkovskaja, il convegno è stato un momento di riflessione sullo stato del giornalismo e dell'informazione in Italia. Letizia Gonzales ricorda che l'inizio del suo mandato è coinciso proprio con l'evento al Circolo della Stampa di un anno e mezzo fa. Solleva il problema di come fare informazione correttamente, sul ruolo del giornalista, sottolineando la necessità di riflettere sul tema.
“In Italia i giornalisti non li uccidono, ma si cerca di uccidere il loro lavoro”, sottolinea Rosi Brandi, ricordando i numerosi colleghi italiani che in passato hanno fatto la fine di Anna Politkovskaja. Anche il conciso intervento di Angelo Agostini ha riguardato le condizioni di lavoro e di vita - inimmaginabili – dei colleghi, in particolare meridionali che vivono quotidianamente sotto pressioni costanti da parte della mafia. Quarantuno casi di cronisti minacciati nel bienno 2006-2007.

E' notevole la capacità di Annaviva di riscuotere fiducia. Fiducia dalle persone: Annaviva è fatta di volontari che dedicano il loro tempo libero e le loro energie alla sensibilizzazione sulle violazioni dei diritti umani nello spazio ex-sovietico, con incontri informativi e attività di campaining. Unico stimolo: la motivazione personale di ciascun volontario, la convinzione che forse vale la pena di fare qualcosa di buono, qualcosa di giusto. Ogni firmatario di “Un albero per Anna” ha sottoscritto l'appello nella convinzione che fosse sacrosanto e doveroso, e oggi sa che la sua firma non è caduta nel vuoto. Fiducia dalle istituzioni: Manfredo Palmeri ha sottolineato il ruolo positivo di Annaviva e dell'Associazione per il Giardino dei Giusti (costituita dal Comune di Milano, dal Comitato per la Foresta Mondiale dei Giusti-Gariwo e dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) nell'interazione fra la città di Milano e le istituzioni milanesi. Fiducia da personalità di rilievo: Vera Politkovskaja, come già Garry Kasparov, hanno riconosciuto la genuinità dell'associazione e accettato il loro invito a venire a Milano. E questo non può che aumentare la credibilità di Annaviva.

Al Circolo della Stampa il 6 ottobre 2007, un anno e mezzo fa c'ero anche io. Ero lì come interprete di Tajssa Izmajlova. Annaviva non c'era ancora. Andrea Riscassi, Matteo Cazzulani e Anna Agliati (Vicepresidente) erano tutti lì. Il 5 maggio 2009 sono tornata al Circolo della Stampa per assistere alla conclusione della prima tappa di un viaggio. E per d ringraziarli per il loro impegno.

Note: L'ultimo articolo di Anna Politkovskaja, la giornalista russa uccisa a Mosca il 7 ottobre 2006

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