Tempo di guerra, tempo di bugie

26 marzo 2003
Robert Fisk
Fonte: The Independent

Finora le forze armate angloamericane hanno servito la propaganda agli iracheni su un piatto d'argento. Anzitutto sabato ci e' stato detto - grazie alla cortesia della Bbc - che Umm Qasr, la minuscola cittadina portuale irachena sul Golfo, era "caduta". Perche' per la Bbc le citta' debbono "cadere" resta per me un mistero; l'espressione viene dal Medioevo quando le mura della citta' crollavano sotto l'assedio.
Poi ci e' stato detto - ancora una volta dalla BBC - che Nassariyah era stata catturata. Poi il suo corrispondente "al seguito" ci ha informato - e qui le mie sospettose antenne da vecchio giornalista si sono drizzate - che era stata "bonificata".
Perche' la BBC dovrebbe usare l'appariscente espressione militare "bonificata" anche questo per me e' un mistero. "Bonificata" dovrebbe suonare come "catturata", ma quasi invariabilmente significa che una citta' e' stata bypassata o semi-circondata o, nel migliore dei casi, che un esercito invasore e' a mala pena arrivato nei quartieri periferici. E come volevasi dimostrare nel giro di 24 ore si e' saputo che la citta' musulmana sciita a ovest della confluenza tra il Tigri e l'Eufrate, era tutt'altro che "bonificata", infatti non era stata occupata tanto e' vero che 500 soldati iracheni appoggiati dai carri armati combattevano ancora a difesa della citta'.
Con che gioia il vicepresidente iracheno Taha Yassin Ramadan ci ha informato ieri che "sostengono di aver catturato Umm Qasr, ma ora sapete che e' una menzogna". Con quale felicita' il ministro dell'Informazione iracheno, Mohamed Said al-Sahaff, si e' vantato ieri che Bassora e' ancora "in mani irachene", che le "nostre forze" a Nassariyeh stanno ancora combattendo.
E avevano ben ragione di vantarsi perche' a dispetto di tutti gli sproloquii degli americani e degli inglesi in Qatar, quanto gli iracheni affermavano al riguardo era vero. Le solite rivendicazioni irachene di aerei americani e inglesi abbattuti - quattro "colpiti dalla contraerea" intorno a Bagdad e uno vicino a Mosul - sembravano piu' credibili alla luce del fatto che gli iracheni erano riusciti a dimostrare che la capitolazione delle loro forze al sud non rispondeva al vero - a parte il filmato dei prigionieri trasmesso ieri sera.
Sappiamo che gli americani stanno usando nuovamente in Iraq munizioni ad uranio impoverito come fecero nel 1991. Ma ieri la BBC ci ha detto che i Marines degli Stati Uniti avevano chiesto l'intervento aereo degli A-10 per colpire le "sacche di resistenza" - ancora un po' di gergo militaresco da parte della BBC - ma si e' dimenticata di ricordare che gli A-10 usano proiettili ad uranio impoverito. Quindi per la prima volta dal 1991 noi - l'occidente - stiamo impiegando in Iraq meridionale bombe ad uranio impoverito; e non ce lo dicono nemmeno. Perche' no? E da dove viene, per l'amor di Dio, l'ignobile e quanto mai disonesta espressione "forze della coalizione"? Non c'e' nessuna "coalizione" nella guerra in Iraq. Ci sono gli americani, gli inglesi e qualche australiano. Tutto qui.
La "coalizione" della guerra del Golfo del 1991 non esiste. La "coalizione" delle nazioni disposte a "dare una mano" a questo conflitto illegittimo include, a voler lavorare di fantasia, anche il Costa Rica e la Micronesia e, suppongo, la povera, neutrale Irlanda che ha concesso il diritto di transito agli aerei militari americani a Shannon. Ma non sono "forze della coalizione". Perche' la BBC usa questa espressione? Nemmeno durante la seconda guerra mondiale - e non pochi giornalisti sono convinti che stanno "coprendo" proprio quella guerra - dicevamo questa menzogna. Quando sbarcammo sulle coste del Nord Africa nel corso dell'Operation Torch, lo definimmo "sbarco anglo-americano".
E questa e' una guerra anglo-americana che ci piaccia - giornalisti "al seguito" compresi - oppure no. Gli iracheni sono furbi abbastanza da ricordarsene. Sulle prime annunciarono che i soldati americani o inglesi catturati sarebbero stati trattati come mercenari, una decisione che ieri e' stata saggiamente corretta dallo stesso Saddam quando ha dichiarato che tutti i prigionieri sarebbero stati trattati "secondo la Convenzione di Ginevra".
Alla fin fine, non e' stato un gran fine settimana per Bush e Blair. Ne', ovviamente, per Saddam anche se quest'ultimo gioca alla guerra da quando Tony Blair era un ragazzino. E anche quei giornalisti che sono stati talmente coraggiosi da cercare di capire da soli cosa sta succedendo senza la protezione dell'esercito - ad esempio una troupe della ITC vicino a nassariyah - stanno rischiando la pelle.
Ed ecco una domanda fatta da uno che appena una settimana fa era convinto che Bagdad sarebbe caduta senza colpo ferire e che una bella mattina ci saremmo svegliati scoprendo che la milizia baathista e l'esercito iracheno se ne erano andati e che gli americani, fucili in spalla, percorrevano la via Saadun. Se gli iracheni dopo quattro giorni resistono ancora contro forze soverchianti a Umm Qasr, se continuano a combattere a Bassora e a Nassariyah - quest'ultima citta' insorse contro il regime di Saddam nel 1991 - perche' le forze di Saddam non dovrebbero battersi a Bagdad?
Certo, la storia irachena non sara' completa senza un altro capitolo del "martirio" nell'eterna battaglia del paese contro le forze straniere di occupazione. Gli ultimi combattenti di Umm Qasr diventeranno negli anni a venire - qualunque sia il destino di Saddam - uomini ricordati nelle canzoni e nelle leggende. Molto tempo fa gli egiziani fecero la stessa cosa per i loro uomini uccisi a Suez nel 1956.
Naturalmente potrebbe essere un calcolo errato. Quella in mano ai giocatori potrebbe non essere una mano stupenda. Ma all'improvviso, durante il fine settimana, la guerra rapida e facile, il conflitto dello "stupore e terrore" - l'espressione del Pentagono e' un classico slogan tratto dalle pagine della vecchia rivista nazista Signal - non sembra cosi' realistica. Le cose stanno andando male. Non stiamo raccontando la verita'. E gli iracheni se ne stanno approfittando alla grande.

Note: (c) The Independent
Traduzione di Carlo Antonio Biscotto
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