Tempi tristi
La lettura di un lungo articolo pubblicato nel sito della deputata Sandra Zampa (“Così l’informazione è diventata emergenza” su http://www.sandrazampa.it/news/tutti-i-disastri-del-tg1-cosi-linformazione-e-diventata-emergenza_2928.html) mi ha dato l’impulso di urlare con la tastiera queste parole. Con stile quasi umoristico ma con un po' di tristezza dentro, e il dubbio cocente che all’”Italiano medio” oramai non importi più di tanto la salvaguardia della propria libertà.
Siamo in tempi tristi. Ma vediamo cosa fare.
Personalmente alle 20:00 da RAI1 (dove finisce un programma a quiz tutto sommato carino) qui noi si salta direttamente su La7 (il buon Mentana, e poi i programmi di approfondimento) o sui Tiggì locali.
I giornali, spesso letti online, da “Il Fatto Quotidiano” a “Articolo 21” (dove tra l’altro ci scrive una cara amica e pungente giornalista, Nadia Redoglia), con una sbirciata su altri siti informativi anche stranieri.
Tornando ai notiziari televisivi, è giocoforza affidarsi ancora alla Rete: RaiNews24, canale RAI da sempre “serio”, giornalistico e non di parte, è relegato da quasi un anno, dal bouquet dei canali “alternativi” del digitale terrestre, a quello “ufficiale” che ospita RAI 1,2,3 e 4. E’ stato visto come un vantaggio ma dipende; perché dalle regioni non ancora full digital questa frequenza arriva, come si suol dire, a spizzichi e bocconi. Una coincidenza che le regioni a maggioranza di centrosinistra siano ancora ad attendere il fatidico passaggio? Chissà. Mentre un destino simile è arrivato anche a Repubblica TV, dall'oggi al domani spostata in un canale ahimé almeno da noi non più raggiungibile.
Dalla Rete, dicevo. E per fortuna dalla tecnologia arriva un aiuto. ADSL e reti mobili possono adesso veicolare streams di contenuti anche televisivi. E così sono diversi i canali che possiamo vedere e ascoltare: dalla Rainews prima citata con televisiva nostalgia, a Euronews – canale europeo molto attento e al di sopra di ciò che accade nello Stivale – anche in Italiano. Poi per chi mastica l’inglese la scelta è ancor più ampia. E i programmi da utilizzare per vedere tutto ciò, anche per smartphones o tablet, non mancano.
Resta il fatto che questo pluralismo informativo, che tutto sommato ancora esiste (resiste?), spesso finisce per investire solo un’elite di fruitori, chi conosce già questi mezzi, chi non è tanto pigro da usare il telecomando solo sul tasto “1″. Per tanti altri, la TV distrattamente sempre lì resta. Col Tiggì Uno a far di sottofondo, e con l’imminente corollario dell’ingombrante arrivo del Giulianone a tutto schermo e a 3000 euro giornalieri per i suoi 5 minuti di editoriale TV.
P.S. Ehm… Che si fa il 12?
… E proprio un anno fa, un segno del pensiero preoccupato per la nostra democrazia.
Coraggio, continuiamo!
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