"Tips and Tricks" per svicolare dal Tiggì Uno...

Tempi tristi

Per fortuna dalla tecnologia arriva un aiuto. Ma questo pluralismo informativo, che tutto sommato ancora esiste (resiste?), spesso finisce per investire solo un’elite di fruitori, chi conosce già questi mezzi, chi non è tanto pigro da usare il telecomando solo sul tasto “1″.
10 marzo 2011

 

La lettura di un lungo articolo pubblicato nel sito della deputata Sandra Zampa (“Così l’informazione è diventata emergenza” su http://www.sandrazampa.it/news/tutti-i-disastri-del-tg1-cosi-linformazione-e-diventata-emergenza_2928.html) mi ha dato l’impulso di urlare con la tastiera queste parole. Con stile quasi umoristico ma con un po' di tristezza dentro, e il dubbio cocente che all’”Italiano medio” oramai non importi più di tanto la salvaguardia della propria libertà.

Siamo in tempi tristi. Ma vediamo cosa fare.

Personalmente alle 20:00 da RAI1 (dove finisce un programma a quiz tutto sommato carino) qui noi si salta direttamente su La7 (il buon Mentana, e poi i programmi di approfondimento) o sui Tiggì locali.

I giornali, spesso letti online, da “Il Fatto Quotidiano” a “Articolo 21” (dove tra l’altro ci scrive una cara amica e pungente giornalista, Nadia Redoglia), con una sbirciata su altri siti informativi anche stranieri.

Tornando ai notiziari televisivi, è giocoforza affidarsi ancora alla Rete: RaiNews24, canale RAI da sempre “serio”, giornalistico e non di parte, è relegato da quasi un anno, dal bouquet dei canali “alternativi” del digitale terrestre, a quello “ufficiale” che ospita RAI 1,2,3 e 4. E’ stato visto come un vantaggio ma dipende; perché dalle regioni non ancora full digital questa frequenza arriva, come si suol dire, a spizzichi e bocconi. Una coincidenza che le regioni a maggioranza di centrosinistra siano ancora ad attendere il fatidico passaggio? Chissà. Mentre un destino simile è arrivato anche a Repubblica TV, dall'oggi al domani spostata  in un canale ahimé almeno da noi non più raggiungibile.

Dalla Rete, dicevo. E per fortuna dalla tecnologia arriva un aiuto. ADSL e reti mobili possono adesso veicolare streams di contenuti anche televisivi. E così sono diversi i canali che possiamo vedere e ascoltare: dalla Rainews prima citata con televisiva nostalgia, a Euronews – canale europeo molto attento e al di sopra di ciò che accade nello Stivale – anche in Italiano. Poi per chi mastica l’inglese la scelta è ancor più ampia. E i programmi da utilizzare per vedere tutto ciò, anche per smartphones o tablet, non mancano.

Resta il fatto che questo pluralismo informativo, che tutto sommato ancora esiste (resiste?), spesso finisce per investire solo un’elite di fruitori, chi conosce già questi mezzi, chi non è tanto pigro da usare il telecomando solo sul tasto “1″. Per tanti altri, la TV distrattamente sempre lì resta. Col Tiggì Uno a far di sottofondo, e con l’imminente corollario dell’ingombrante arrivo del Giulianone a tutto schermo e a 3000 euro giornalieri per i suoi 5 minuti di editoriale TV.

P.S. Ehm… Che si fa il 12?

 

Morte della democrazia

 

 

… E proprio un anno fa, un segno del pensiero preoccupato per la nostra democrazia.

Coraggio, continuiamo!


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