Ossigeno: le intimidazioni ai giornalisti non diminuiscono
E’ Roberto Spampinato a dirlo. Un fratello cronista (Giovanni) ucciso a Ragusa all'età di 25 anni e una vita dedicata a occuparsi almeno di raccoglierle quelle storie di giornalisti offesi, minacciati, intimiditi. Da giornalista, pensa che il tema della libertà d’informazione sarà affrontato al meglio solo quando sarà preso a cuore dai cittadini come un problema di tutti.
Nella sede della Federazione Nazionale della Stampa si sta parlando di giornalismo investigativo. La sessione in corso è dedicata ai casi in cui la libertà d’informazione è minacciata. In alcuni paesi c’è un assetto esplicito che limita la conoscenza e la pubblicazione di informazioni. Oggi ad esempio è così in Bielorussia, e al tavolo c’è Anatolyj Guljaev, giornalista d’inchiesta e componente della Commissione etica giornalistica. L’Italia è invece il simbolo di un genere diverso di limitazione della libertà, non tanto o non solo legata a regole esplicite.
QUANDO UNA QUERELA PUO' FAR SPEGNERE UNA VOCE
In Italia l'attenzione non è stata mai molto alta neppure nei confronti dei casi più gravi di minacce e di violenza. L’opinione pubblica finisce per non sapere nulla soprattutto dei molti giornalisti bersaglio di querele e di esose richieste di risarcimento, e dei giornali che per questo rischiano la chiusura. Sembra curioso che, a parte qualche caso più noto, il mondo dell'informazione non sia in grado di difendersi sensibilizzando e dando risonanza ai singoli casi, e segnalando più in generale gli eccessi evidenti nel nostro paese.
Tra gli stessi giornalisti presenti, ad esempio, pochi sanno che il mensile napoletano “La Voce delle voci” è a rischio chiusura. E' una testata storica, nata con il nome “La Voce della Campania” e rilanciata nel 1984 da Andrea Cinquegrani. Il motivo delle sue difficoltà è semplice: una sentenza ha riconosciuto in primo grado un risarcimento di 69mila euro a favore dell’on. Zinni, per un articolo del 2010 sul suo interessamento – si tratta di un’insegnante in pensione - all’esame di maturità di un figlio del leader politico Idv Antonio Di Pietro. Il giornale si occupa spesso di corruzione, di appalti e di comportamenti al limite della legalità. I conti bancari ora sono bloccati e in redazione si va avanti tra mille ostacoli e incedrtezze sul futuro.
I DATI DI “OSSIGENO PER L’INFORMAZIONE”
L'Osservatorio diretto da Roberto Spampinato si occupa da anni di intimidazioni a giornalisti e i numeri sorprendono. Non sembrano appartenere a un paese in stato di pace, in regime democratico. Nel 2014, in poco più di un mese, si è venuti a conoscenza di 95 casi di giornalisti minacciati. Dal 2006, si contano 1724 casi di intimidazioni serie: aggressioni, incendi, minacce, insulti al giornalista o a membri della sua famiglia. E gli “abusi legali” sono forse i più allarmanti, in un bilancio sullo stato della democrazia nel nostro paese, giornalisti che si è cercato di fermare con querele e richieste di risarcimenti, spesso molto pesanti.
E’ facile immaginare quante altre volte si provi ad addomesticare i giornalisti in altro modo, e quanto sia difficile, per giovani pagati pochi euro al pezzo, continuare a svolgere questo lavoro in maniera indipendente.
L'EUROPA CHIEDE COERENZA
Nei paesi europei a noi più vicini si dichiara esplicitamente che l’attività di cronaca è un’attività d’interesse pubblico. Nel nostro paese non lo dice neppure la legge sulla Stampa, che pure fu formulata nel 1948 con l’intento solenne di difendere l'esercizio libero dell’attività giornalistica, considerata da decenni una libertà fondamentale per uno Stato democratico.
Le istituzioni europee ci chiedono ora di modificare leggi che finiscono per colpire al cuore la libertà d’informazione. L’art. 200 del codice di procedura penale, ad esempio, pur ammettendo il segreto del giornalista sulle proprie fonti, aggiunge: “Tuttavia, se le notizie sono indispensabili ai fini della prova del reato per cui si procede e la loro veridicità può essere accertata solo attraverso l'identificazione della fonte della notizia, il giudice ordina al giornalista di indicare la fonte delle sue informazioni” (comma 3). Per ora i giornalisti possono ancora venire incarcerati per motivi legati allo svolgimento del loro lavoro.
Non è invece prevista alcuna norma o sanzione contro chi ostacola l’attività d’informazione.
Nell'ottobre scorso la Camera dei Deputati ha approvato un disegno di legge in materia di diffamazione considerato con favore nel settore, che introduce criteri più precisi sui risarcimenti. Il ddl C. 925-A attende ora l'esame del Senato.
http://www.ossigenoinformazione.it/
FESTIVAL DEL GIORNALISMO INVESTIGATIVO
http://www.lastampa.it/2014/01/23/italia/cronache/giornalismo-dinchiesta-il-futuro-un-po-hacker-rgoFbbNG5KgPWCuNFfaBXM/pagina.html
IL MENSILE “LA VOCE DELLE VOCI"
http://www.lavocedellevoci.it/
IL NUOVO DISEGNO DI LEGGE SULLA DIFFAMAZIONE
Il DDL C. 925-A, intitolato "Modifiche alla legge 8 febbraio 1948 n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante", già votato dalla Camera il 17 ottobre, si compone di quattro articoli e attende ora l'esame del Senato (Atto S. 119)
http://www.penalecontemporaneo.it/tipologia/0-/-/-/2596-approvato_dalla_camera_il_disegno_di_legge_in_materia_di_diffamazione/
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