War for dummies
LA PSICO-GUERRA "FOR DUMMIES"
E' la guerra che non colpisce i presunti depositi chimici di Assad, ma che colpisce il cervello di milioni di persone. E' una guerra che sta avvenendo senza incontrare grande resistenza. Ormai gli esperti lo dicono: in Siria non sono stati colpiti i depositi di armi chimiche. E' avvenuta una messinscena per convincere i tanti Homer Simpson che era stato fatta qualcosa del genere senza tuttavia farla. Ma per fortuna - nonostante la versione ufficiale dica il contrario - nei siti colpiti non c'erano armi chimiche perché se così fosse stato sarebbero morte migliaia di persone, asfissiate dai gas. E così un'azione nata nell'ambito di una presunta «responsabilità di proteggere» si sarebbe trasformata in un genocidio provocato proprio da Trump, Macron e May, il trio che ha ideato l'incredibile propaganda della "distruzione di armi chimiche" mediante un raid. Roba da matti.
Vogliamo pensare che, a parte uno, gli altri due siano in grado di distinguere la follia dal buon senso. Ma il danno prodotto dalla loro propaganda di guerra nell'opinione pubblica è incalcolabile. Milioni di persone hanno creduto nel raid dal cielo che distruggesse veramente le armi chimiche.
L'ESPERTO
Un esperto di cose militari come Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa, lo ha chiarito sufficientemente bene il 14 aprile: "Se il bombardamento le avesse colpite nei depositi, ci sarebbe stato un disastro ambientale, di cui per ora non c’è traccia”. Aggiungendo: "Gli americani non avrebbero mai colpito se ci fosse stato il rischio di provocare un disastro ambientale e una catastrofe umanitaria di cui poi sarebbero stati considerati responsabili dall’opinione pubblica interna e internazionale". Prima di Batacchi questa cosa l'avevamo scritta sul sito di PeaceLink. Ma non bisogna essere dei geni dell'arte militare per intuire che le armi chimiche non si rendono disinnescano bombardandole.
LE BUGIE DI GUERRA
Le guerre mediatiche stanno causando un danno incalcolabile all'intelligenza delle persone.
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E oggi che succede?
Ci vogliono far pensare che con un bombardamento si possano distruggere le armi chimiche. Per fortuna i dummies sono nell'opinione pubblica e non fra i militari che sanno bene che una simile operazione rischierebbe di provocare un genocidio. Ma tanta gente abbocca e ci crede nella favola dell'attacco chiururgico che elimina le armi chimiche.
HOMER SIMPSON VA ALLA GUERRA
L'infografica di questa pagina web è dedicata proprio a loro, agli Homer Simpson che non pensano e che bevono ogni stupidaggine sia propinata con un minimo di plausibilità. Ma quella del bombardamento delle armi chimiche non ha neppure le caratteristiche della plausibilità, ed è probilmente una maniera di saggiare quanto sia reattiva l'opinione pubblica, e anche quanto sia reattiva la capacità di controinformazione del movimento pacifista, oggi purtroppo limitatissima. Ci troviamo di fronte ad un test per saggiare quanto sia calato il livello di autodifesa critica dell'opinione pubblica, non solo negli Usa ma anche in Italia, nazione in cui il 70% non è in grado di comprendere un testo scritto di media complessità con sufficiente competenza.
Al momento di marciare
molti non sanno che
alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.
Bertolt Brecht
IL BUON SENSO E IL DIRITTO INTERNAZIONALE
Stare dalla parte del popolo siriano adesso significa sperare che nessun attacco missilistico sulle armi chimiche vada a buon fine e che nessun deposito venga colpito. Quello che occorre fare è invece continuare le ispezioni in modo da smantellare tutte le eventuali riserve di armi chimiche (l'arsenale siriano fu ufficialmentedistrutto anni fa sotto la supervisione internazionale). Come prevede il diritto internazionale.
L'ALZHEIMER BELLICO
Ma soprattutto occorre vigilare perché non si propaghi l'alzheimer bellico, una forma di demenza degenerativa progressivamente invalidante per l'opinione pubblica. Ridurci a utili idioti è il peggiore risultato di questa "war for dummies" che sta facendo d'altro canto crescere le quotazioni in borsa per l'industria della armi.
FINCHE' C'E' GUERRA C'E' SPERANZA
Le società produttrici di armi attenono un forte rialzo e sui siti specializzati negli investimenti redditizi leggiamo: "Solitamente il momento migliore per investire in azioni di società produttrici di armi è dopo un attentato o quando si intraprendono delle azioni belliche".
Il sito guidatrading.com fa un elenco degli investimenti favorevoli in situazioni di conflitto come questa:
- Lockheed Martin – USA (aerei, missili, elettronica, spazio)
- Boeing – USA (aerei, missili, elettronica, spazio)
- BAE Systems – UK (aerei, artiglieria, elettronica, veicoli militari, missili, armi/ munizioni, navi)
- Raytheon Company – USA (missili)
- Northrop Grumman – USA (aerei, elettronica, missili, navi, spazio)
- General Dynamic – USA (artiglieria, elettronica, veicoli militari, armi/munizioni, navi)
- Airbus Group (EADS) – Europa (armi, elettronica, missili)
- Finmeccanica – Italia (elicotteri, elettronica, missili, munizioni, aerei, veicoli militari)
- United Technologies – USA (armi, elicotteri)
- Thales – Francia (armi, elettronica)
E allora - sembrano dirci i listini delle quotazioni in borsa - se non siete proprio degli idioti completi cosa aspettare a investire? Finché c'è guerra - diceva Sordi nell'omonimo film - c'è speranza.
Un colossale business si sta sviluppando sull'enorme sofferenza del popolo siriano. Ed non vi è ragione per porre fine alla sofferenza se, tutto sommato, le quotazioni in borsa vanno così bene.
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