Iraq e ostaggi, l'informazione embedded
Quanti silenzi sotto le tante, troppe, parole. Quante informazioni negate nel profluvio di informazioni. Non solo, è osceno il connubbio televisione e guerra, spettacolo e guerra (come ha notato l'Osservatore Romano); peggio: è menzognero. La gestione delle infomazioni e delle bugie, del dolore e delle speranze, sul caso degli ostaggi italiani in Iraq, resterà un caso esemplare. Davvero da studiare.
Quante domande senza risposta a 12 giorni dalla prima notizia di un sequestro di italiani in Iraq che risale al 9 aprile, fonte Reuters.
Mettiamone qualcuna in fila. Il 9 aprile è stato sequestrato qualche cittadino italiano oppure no? Addirittura il collaboratore della Reuters (secondo il Tg5) ne avrebbe riconosciuto uno tra i quattro ostaggi mostrati poi nel video di Al Jazeera. È vero oppure no che il governo sarebbe intervenuto, in quelle stesse giornate, per la liberazione di due agenti dei servizi presi in ostaggio e quindi liberati? A oggi il governo non ha ancora risposto.
E Fabrizio Quattrocchi, Agliana, Stefio e Cupertino sono stati davvero rapiti tutti insieme, e nello stesso luogo? Quando sono davvero partiti da Baghdad? Davvero si sono mossi insieme? C'è chi giura che siano partiti da Bagdad sabato 10 aprile, altri domenica 11, altri ancora, e sono i più, lunedì 12. Ma ciascun testimone si riferisce a uno o a un altro del gruppo, nessuno parla del gruppo.
Da quanto erano in Iraq? Sembrava da pochi giorni, ma poi le tv ci hanno mostrato un video con Quattrocchi in Iraq, del 7 marzo scorso. E cosa esattamente facevano?
Cosa effettivamente fa la Dts Llc Security, registrata dal reclutatore dei 4 italiani Paolo Simeone in Nevada, e il cui rappresentante locale in Usa è solo un prestanome per 160 società (nota Repubblica sabato 17 aprile)?
Mille le domande anche sul tragico epilogo nella serata del 14 aprile con l'assassinio di Fabrizio Quattrocchi comunicato in diretta durante una pazzesca puntata di Porta a Porta dal vicedirettore di Libero alle ore 00.30, due ore e 24 minuti dopo che l'informazione è stata ricevuta dall'ambasciatore italiano a Doha, due ore e 20 minuti dopo che la notizia è giunta al Ministro Frattini. E perché lo stesso ministro durante la stessa trasmissione intorno alle 22,45 commenta l'annuncio di Al Jazeera sull'esecuzione di un ostaggio italiano con la frase: "Non abbiamo altri elementi"?
Come mai in quello studio erano presenti il fratello di Umberto Cupertino, la sorella di Maurizio Agliana e il padre di Salvatore Stefio, collegato da Palermo, ostaggi nelle mani dei terroristi? È solo un caso, come sostiene Vespa, che mancassero proprio i familiari di Fabrizio Quattrocchi?
Ancora, come mai la notizia dell'avvenuto riconoscimento del corpo di Quattrocchi fatta dall'ambasciatore italiano a Doha qualche ora prima, avveniva proprio nel mentre di un break pubblicitario? Quando invece, è ormai appurato, anche per la testimonianza di Imad el Atrache, vice capo esteri di Al Jazeera, la cassetta è stata ricevuta, in Qatar, due ore prima di dare la notizia, e l'hanno subito mostrato all'ambasciatore italiano in Qatar? Ovvero, la Farnesina sapeva ben prima delle 22…
Come mai, infine, un ministro della Repubblica non si è sino a oggi sentito in dovere di rispondere al comunicato di Bruno Vespa del 16 aprile e all'editoriale del vicedirettore di Libero del 17 aprile, in cui lo sbugiardano sostenendo che: “Durante l'intervallo pubblicitario di mezzanotte e mezza della puntata del 14 aprile, Frattini ha sostenuto di conoscere la notizia. E alla domanda posta da Vespa: ma i famigliari sono stati avvertiti? Il ministro ha annuito?”. Ma allora il ministro degli Esteri italiano è davvero un bugiardo?
Sono del resto risibili le spiegazioni fornite questo pomeriggio in Parlamento dal ministro Giovanardi, vedi articolo:clicca qui
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