Media brasiliani contro i Senza-terra

Grande stampa e network tv li presentano sempre come ultra-radicali e pericolosi per la legge e l'ordine
18 aprile 2004
Luiz Magalhães
Fonte: Il Manifesto

L'Mst ha lanciato durante il Forum sociale mondiale del 2003 a Porto Alegre il suo giornale, Brasil de fato . Un settimanale a carattere nazionale che vuole essere il tentativo di rompere l'assedio dei grandi media scritti e tv del Brasile rispetto alla riforma agraria e allo stesso Movimento dei Senza-terra. In effetti la storia dei rapporti dei media brasiliani con l'Mst, nei suoi 20 anni di vita, è sempre stata conflittuale. A parte qualche sporadico momento di grazia. Come fra la fine del `96 e l'inizio del `97 quando la Rete Globo programmò nell'orario di maggiore audience la tele-novela « O Rei do gado » in cui i senza-terra erano presentati sotto buona luce (ma Patricia Pilar, una stella famosa del video, era la protagonista nel ruolo di un umile contadina...). Al di là di queste eccezioni sporadiche (in genere legate ai peggiori massacri, come quello di Eldorado de Carajas del '96) i media brasiliani hanno sempre trattato l'Mst come un movimento ultra-radicale e pericoloso per la legge e l'ordine: la riforma agraria è un obiettivo giusto, purché sia perseguito all'interno della legalità e con mezzi pacifici. Così le occupazioni di terre, nei media, diventavano invariabilmente «invasioni violente» e violazioni della sacra proprietà privata. Che i Senza-terra esprimessero poi opzioni politiche, in genere per il Pt, veniva criticato: la politica deve restare fuori dal problema della riforma agraria. A partire dal `98, terza sconfitta della candidatura presidenziale di Lula e seconda vittoria del neo-liberista Cardoso, i media hanno indurito il gioco. Fino a estremi ridicoli, come quando il settimanale Veja , nel 2000, pubblicò un reportage dal titolo «La tattica del caos» (e un altro diceva: «La sinistra rabbiosa»), condannado senza appello la strategia dell'Mst e presentando un fotomomtaggio in cui la faccia di Stedile si sovrapponeva a quella di James Bond. Dopo la conversione verso il centro del Pt e di Lula, specialmente visibile nella campagna elettorale del 2002, il modo dei grandi media di trattare l'Mst cambiò. E cominciarono titoli e pezzi sul «pericolo» che l'accoppiata Pt-Mst arrivasse al potere (specie dopo l'occupazione nel 2002 della fazenda del presidente Cardoso). Si sprecarono le inchieste sui difficili rapporti interni fra il partito e il movimento, cercando ogni pretesto per seminare zizzania. Il «moderato» Lula contro il « baderneiro » (casinista, più o meno) Stedile.

La musica continuò sullo stesso tono dopo la vittoria elettorale di Lula nell'ottobre 2002. E da un anno in qua i grandi media fanno a gara per combattere i pur timidissimi accenni di riforma agraria. Il ministro dello sviluppo agricolo, Miguel Rossetto, ad esempio, considerato contiguo all'Mst, subisce continue aggressioni a mezzo stampa mentre giornali e tv cercano di impedire in qualunque modo che gente vicina al Movimento assuma incarichi nel governo, perché persone «di parte» non possono occuparsi della riforma (mentre tutti sono stati entusiasti per la nomina del banchiere della Bank Boston, Henrique Meirelles, a capo della Banca centrale). Sono quotidiani anche i tentativi da parte dei media di istigare i leader dell'Mst a criticare il governo. E viceversa. Grandi media e grandi latifondisti uniti nella lotta.

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