E la chiamano tv del futuro
Interattività Grande enfasi è attribuita alle possibilità multimediali. Ma pochi in realtà intravedono una rivoluzione
La centralinista ti accoglie in perfetto stile call center.
Ti dà il buongiorno, ti dice il suo nome, ti chiede in che cosa può esserti
utile. L'accoglienza del numero verde gratuito allestito dal ministero delle
comunicazioni per dare informazioni sulla televisione digitale terrestre è impeccabile.
I centralinisti sono giovani e tutti preparati sulle procedure per ottenere
l'incentivazione statale di 150 euro sull'acquisto del set top box per ricevere
il segnale della nuova televisione. Arrivano a dirti se il segnale digitale
copre la tua città, o il tuo quartiere, e persino a fornirti in tempo quasi
reale - solo qualche minuto di attesa - la lista completa dei rivenditori che
in zona hanno già a disposizione l'apparecchietto che si applica sul televisore
per trasformarlo in una scatola delle meraviglie. A quel punto dovresti uscire
di casa con un documento d'identità, il codice fiscale e la ricevuta dell'ultimo
pagamento del canone tv ed il gioco è fatto. Facile. Ma è gratis? Sì, compri
il set top box una tantum, 300 euro circa, a cui vanno detratti i 150 euro del
finanziamento statale. Non si paga l'abbonamento, come con Sky? Per adesso no,
però forse un giorno... «bisogna vedere», risponde onestamente la gentile centralinista
che certo non ha la palla di cristallo. Poi aggiunge che se usi l'interattività,
cioè se vuoi interagire con i contenuti di un programma o usare uno dei servizi
che verranno offerti con la tv digitale, come effettuare pagamenti alla posta
con un click di telecomando, allora bisogna pagare, «ma al costo di una semplice
telefonata», rassicura. Fin qui tutto chiaro. Ma a che serve, cosa vedo con
questa benedetta tv digitale terrestre? A questo punto, la centralinista del
ministero, solerte e desiderosa di dare una mano al povero cittadino spaesato,
snocciola un elenco di canali: Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rete 4, Canale 5, Italia
1, La 7, Mtv. Un attimo, ma questi canali non si vedono già ora? Riprende fiato
e continua: Bbc World, Class tv, Vj Television, Coming Soon, RaiDoc, Rai Utile.
Ancora un attimo: ma tutti questi nomi, che sono? Canali nuovi, ovvio. Ma di
cosa? Cinema, sport..? No. Cosa allora? La centralinista, sempre più gentile,
mica può sapere tutto. «Per ora i contenuti non li conosciamo, conosciamo solo
i nomi».
Altro tentativo, altro numero verde, stavolta allestito dalla Rai, sempre per
dare informazioni sulla televisione digitale terrestre. Anche questo gratuito,
anche questo con solerte centralinista che accoglie con una sfilza di buongiorno,
dà il suo nome, chiede in cosa possa essere utile. Stavolta subito la domanda
«difficile»: a che serve la televisione digitale terrestre? «Spariscono l'effetto
neve, le righe sullo schermo e migliora la qualità dell'immagine», rispondono
preparati dal call center Rai. Poco, per chi la tv la riceve già bene. Obietta
il centralinista che, però, per chi la televisione non la vede bene questo sarebbe
il primo buon motivo per comprare il set top box, installarlo sulla vecchia
scatola e vedere finalmente tanti colori belli precisi che non fanno una piega.
E per chi la vede bene qual è il motivo per spendere 300 euro o meglio 150,
finanziamento statale incluso? Parte l'elenco dei nuovi canali: Raidoc, Rai
utile...Che cosa si vede su questi canali? «Mi dispiace, non abbiamo queste
informazioni», obietta il signor call center Rai, però rimanda al sito www.raiway.rai.it
per saperne di più. Da qualche parte, qualcuno aveva detto che la tv digitale
terrestre era un modo per familiarizzare con Internet la gente che non era «in
confidenza», ma se non sai cos'è un sito web e passi per il call center Rai
sarà difficile capire a che servono i nuovi canali. Un ultimo tentativo, in
casa Mediaset. Di nuovo un numero verde per avere informazioni sulla tv digitale
terrestre. Stavolta a pagamento, solo 12 centesimi al minuto, precisa l'operatore
dall'altro capo del telefono (l'informazione non precede la telefonata, ma segue
una domanda diretta sull'argomento).
Il call center Mediaset è a dir poco sciccoso. Accoglie con un luminoso:
«Benvenuto nel mondo digitale terrestre Mediaset», e già ti aspetti la magia.
Puoi digitare uno, due, tre, etc. a seconda di quello che vuoi sapere, e c'è
persino un tasto che se lo premi dà accesso alle faq (anche qui, per
chi non è familiare con Internet...). Eppure, stavolta, alla domanda che spezza
la cantilena sui nomi dei nuovi canali, ecco arrivare finalmente una risposta,
precisa e dettagliata. Coming soon, canale di attualità cinematografica; Class
news, informazione finanziaria, Vj Television, musica, Bbc World, approfondimento
e attualità dal mondo in lingua inglese. Poi Raidoc, il meglio di arte, cultura,
teatro, Raiutile, servizi di utilità al cittadino, Rainews, informazione 24
ore su 24, Raisport, canale sportivo. Da veri professionisti, a Mediaset forniscono
informazioni dettagliate anche sulle reti della concorrenza. Il primo approccio
«dal basso» con l'universo della televisione digitale terrestre porta questo
risultato. Un mondo nuovo, tecnologico, «migliorato», appetibile. E tanta confusione
su cosa farci. La possibilità di entrarci a un prezzo di favore - 150 di «sconto»
con i finanziamenti statali -, pur non sapendo bene perché entrarci. Se questa
è la situazione ai numeri verdi di chi è direttamente coinvolto nel passaggio
alla Dtt - il ministero della comunicazione e due dei principali operatori televisivi
del paese avranno pure un qualche interesse a dare informazioni corrette sulle
potenzialità della nuova tecnologia -, giriamo la domanda a coloro che la televisione
digitale terrestre la studiano, la analizzano, la confrontano dal punto di vista
ingegneristico, economico, dei contenuti.
A che serve la televisione digitale terrestre? Antonio Pilati, consigliere dell'Autorità
per le garanzie nelle comunicazioni, non ha dubbi: «Il vantaggio principale
della Dtt consiste in un utilizzo più efficiente dello spettro di frequenze.
Rispetto alla tecnologia analogica esistente, quella digitale consente di trasmettere
più canali, oltre a un certo numero di servizi interattivi. Dove oggi passa
un canale analogico, è possibile portare almeno cinque o sei canali digitali».
«Non solo quindi c'è più offerta di canali a disposizione dell'utente, ma quest'offerta
è alla portata anche di chi non può permettersi la tv a pagamento», aggiunge
Pilati. E stila la «classifica» dei fattori che dovrebbero essere decisivi per
convincere l'utente della «bontà» del passaggio al digitale terrestre: «Oltre
alla ricchezza di canali, sicuramente la migliore qualità dell'immagine, soprattutto
se in un secondo momento si diffonderanno i televisori a schermo piatto. Poi
la possibilità di ricevere servizi interattivi».
Sull'interattività - uno dei punti cardine su cui si sta giocando a livello
promozionale l'immagine della nuova televisione digitale terrestre - Guido Vannucchi,
ex vicedirettore generale della Rai e docente di Reti e sistemi multimediali
al Politecnico di Milano, ci va cauto.
«Dal punto di vista tecnico andrebbe innanzitutto precisato che questa non è
una caratteristica esclusiva del digitale terrestre, ma anche di sistemi digitali
via satellite, se pure con qualche limite in più. Ciò che non si può fare né
con il satellite né con il terrestre è un'interattività personalizzata e spinta,
tipo il video on demand, prerogativa di reti i cui portanti non sono così preziosi
- come appunto le frequenze terrestri o satellitari - da essere impiegati da
un solo utente». «Il vero problema è però un altro», spiega Vannucchi. «La distanza
dall'apparecchio televisivo è un fattore critico per le applicazioni interattive
come quelle di e-commerce, soprattutto per quelle dove è necessario guardare
con una certa cura lo schermo, tipo nelle transazioni finanziarie e nei pagamenti.
I servizi interattivi saranno un'applicazione `di nicchia' del digitale terrestre,
e come tali non possono risolvere il problema della mancanza di alfabetizzazione
informatica in Italia. Qualcuno sostiene che la Dtt sia un Internet più facile
da usare, uno strumento per vincere la barriera delle persone nei confronti
del pc. Io credo che la barriera venga trasferita su un telecomando, più semplice
da usare rispetto a una tastiera del pc, ma pur sempre complicato».
Sebastiano Trigila, ingegnere capo progetto per la transizione al digitale terrestre
per la Fondazione Ugo Bordoni (Fub), al contrario vede il primo vantaggio della
Dtt proprio nel fatto che la tv occupa già il posto d'onore in casa: il salotto,
un luogo dove difficilmente il pc riuscirà a entrare. «Il televisore è un oggetto
che già si trova nelle case e che facilmente, con l'aggiunta del set top box,
si trasforma in una piattaforma digitale interattiva. Quindi con un intervento
minimo e, soprattutto, senza forzare troppo l'attitudine delle persone rispetto
al mezzo televisivo, la Dtt riesce a portare la società dell'informazione alle
persone, piuttosto che il contrario». Trigila sostiene la tv digitale terrestre
come strumento di superamento del digital divide, per aiutare l'alfabetizzazione
digitale, coerentemente con il ruolo che la Fub occupa nella sperimentazione
di servizi interattivi di pubblica utilità per la Dtt (servizi di pubblica amministrazione,
accesso ai dati contributivi Inps, teleprenotazione di visite mediche, telediagnosi
in tempo reale, etc).
Sul ruolo dei servizi interattivi nella promozione della nuova offerta Dtt,
Vannucchi evidenzia d'altra parte una criticità: nel multiplex digitale (una
sorta di bouquet), soltanto il 10% dello spazio è a disposizione delle applicazioni
interattive, mentre il resto serve a portare i canali televisivi. «Oltretutto
questo 10% va condiviso fra la gente che usa le applicazioni interattive: se
questo numero cresce troppo, è necessario poi sottrarre spazio ai programmi
televisivi. A un certo punto, se la quantità di persone che usa questi servizi
aumenta esponenzialmente, bisogna scegliere fra televisione e multimedialità».
Anche Vannucchi è convinto nel sostenere che il vantaggio offerto dalla Dtt
va soprattutto in direzione di un miglioramento tecnico dell'immagine, «non
tanto dove l'immagine veniva già ricevuta bene, ma nei posti dove la qualità
del segnale era scarsa per problemi d'interferenza». Per il resto, «ci deve
essere un'offerta nuova» per convincere tutta la popolazione a passare al digitale.
Viene in mente la lunga lista snocciolata dai call center. Un'offerta c'è. Se
solo si sapesse cosa c'è dentro... (1/ continua)
L'offerta dei multiplex con i loro nuovi canali
Attualmente i cinque multiplex digitali offrono 11 nuovi
canali oltre a quelli già esistenti sulla rete analogica. L'offerta dei
multiplex è per il momento provvisoria (mancano, fra le altre cose, i nuovi
canali «imbarcati» sul multiplex Rai, l'offerta del multiplex La7,
etc). Multiplex A Rai: Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai Doc (arte, teatro, musica,
produzioni culturali), Rai Utile (servizi di utilità al cittadino)
Multiplex B Rai: Rai News 24 (canale di informazione 24 ore su 24), Rai
Sport (emittente sportiva), Rai Edu (canale dedicato all'istruzione)
Multiplex Mediaset: Rete 4, Bbc World (informazione e attualità
internazionale in lingua inglese), Sole24ore tv (informazione finanziaria prodotta
dal Sole 24 ore), Class News (informazione finanziaria sviluppata da Class Editori),
Vj tv (canale musicale prodotto dallo staff di Match Music), Coming soon television
(rete di attualità cinematografica prodotta da Anica Flash)
Multiplex La7 Tv: La 7, Mtv
Multiplex D-free: Canale 5, Italia 1, Sport Italia (canale sportivo di
proprietà congiunta fra Tf1 e il magnate Tarek Ben Ammar, già visibile
in chiaro sulla rete analogica), La Chaine Info (informazione in lingua francese,
gruppo Tf1).
Da notare che (il numero di multiplex e di canali si trovano sul sito di Dgtv,
associazione per la televisione digitale terrestre,www.dgtvi.org).
I NUMERI VERDI
I numeri verdi dei call center presso cui è possibile informarsi sulla
tv digitale terrestre: 840022000: Ministero delle comunicazioni, chiamata gratuita.
800111555: Rai, gratuita. 199505059: Mediaset, a pagamento.
AUTORITÀ
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è l'organo, composto
da otto consiglieri e presieduto da Enzo Cheli, che ha il compito di compiere
l'indagine di verifica sulla diffusione della tv digitale terrestre in Italia.
Tre condizioni vanno verificate entro il 30 aprile: le reti digitali terrestri
devono coprire almeno il 50% della popolazione nazionale; i set top box devono
essere disponibili sul mercato a prezzi accessibili; sui canali digitali deve
essere presente un'offerta diversa da quella analogica esistente. Nei 30 giorni
successivi al termine della verifica, l'Autorità ha il compito di relazionare
al governo e al Parlamento.
DECODER DIGITALI
Mentre il presidente di Raisat, Carlo Sartori e il presidente di Mediaset, Fedele
Confalonieri, ascoltati dall'Autorità per le Comunicazioni, dichiarano
oltre un milione di decoder venduti entro il 2004, il Movimento difesa del cittadino
esprime «serie perplessità... sembrano decisamente gonfiate le
stime fornite dai due sia per quanto riguarda le vendite dei decoder digitali,
sia soprattutto per la copertura del territorio... basta controllare sul sito
del Ministero».
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