La controffensiva ucraina: realtà effettuale e narrazione mediatica
Nel recente articolo del Washington Post, emerge chiaramente una realtà amara: la controffensiva dell'Ucraina non è riuscita a soddisfare le aspettative che aveva suscitato inizialmente.
La promessa della vittoria. Di fronte a una vittoria che non arriva, i vertici politici ucraini (e anche quelli della Nato) stanno correndo ai ripari modellando una nuova narrazione che sostituisca quella precedente, tutta proiettata sulla promessa dei una "vittoria" militare e di uno sfondamento travolgente delle difese russe. Il Washington Post si sofferma proprio sul concetto di "narrazione" della controffensiva militare ucraina e rivela l'importanza della "narrazione" nell'influenzare le opinioni pubbliche paesi Nato.
Le osservazioni del Washington Post. Questa l'acuta analisi del Washington Post: "Mentre le forze ucraine proseguono con la loro controffensiva attentamente monitorata, un’altra battaglia è in corso: la lotta per controllare la storia e influenzare il modo in cui il mondo vede la guerra. Dopo molte preoccupazioni sulla lentezza dei progressi e sulle cupe valutazioni delle prospettive dell’Ucraina durante l’estate, nelle ultime settimane i funzionari ucraini e occidentali si sono concentrati sul rimodellamento della narrazione per gestire le aspettative e sostenere il sostegno durante l’inverno. Quattro mesi di combattimenti brutali e perdite ingenti non hanno prodotto i risultati sperati da Kiev e dai suoi sostenitori occidentali. Nonostante alcuni progressi ucraini nello sfondare le fitte difese russe, incombono i timori di un conflitto congelato e del crollo del sostegno internazionale".
La controffensiva in affanno. Ora è tutto più chiaro, finalmente. Dopo quattro mesi di intensi combattimenti e pesanti perdite, Kiev e i suoi alleati occidentali si ritrovano infatti a fronteggiare una situazione che si è rivelata molto più complessa di quanto si sperasse e si annunciasse mediaticamente. La vastità dei campi minati e l'assenza di una copertura aerea da parte per le truppe ucraine sono solo due dei grandi problemi di questa controffensiva in affanno. Una manovra sanguinosissima (erano state messe nel conto massicce perdite di uomini) che gli addestratori Nato hanno pianificato con altezzosa superficialità scaricando sui soldati ucraini la colpa degli insuccessi, accusandoli di aver perso slancio e di essere dei fifoni.
La propaganda amica. PeaceLink aveva da tempo fornito dati oggettivi che contrastavano con la propaganda. Perché di questo si tratta. Una volta accusata la Russia di disinformazione avevamo creduto di ritenerci immuni dallo stesso vizio. E purtroppo abbiamo dovuto constatare che i media nostrani non hanno sempre fornito esempi di buona e virtuosa informazione. Anzi. Abbiamo dovuto destreggarci in una selva di informazioni generate a tavolino dalla propaganda militare "amica". E visto che la propaganda nostrana cozzava sempre più con la realtà effettuale, ecco che oggi l'apparato propagandistico della Nato e dell'Ucraina sta correndo ai ripari di fronte a opinioni pubbliche sempre più perplesse sull'andamento della controffensiva annunciata da Zelensky.
La delusione occidentale. La prima questione che emerge è la delusione rispetto alle aspettative iniziali. L'Ucraina aveva intrapreso questa controffensiva con l'obiettivo di rompere le difese russe e ottenere una serie di vittorie decisive. Tuttavia, la realtà sul campo ha dimostrato quanto sia difficile sconfiggere un nemico ben preparato che si avvale di tattiche di "difesa elastica". Di cosa si tratta?
La difesa elastica. Questa strategia russa si basa su ritirate tattiche su linee più arretrate, attirando così le truppe ucraine in spazi dove possono essere facilmente colpite durante l'avanzata. Il risultato è stato un ciclo incessante di avanzate e ritirate, con gli attaccanti costantemente bersagliati e con perdite ingenti soprattutto nell'esercito ucraino.
La narrazione mediatica. La seconda questione che emerge è la lotta per la narrazione della guerra in Ucraina. Inizialmente, c'era una certa narrativa che dipingeva l'Ucraina come un eroico esercito in avanzata costante contro il nemico russo. Tuttavia, la realtà dei fatti ha dimostrato che questa narrazione non corrisponde alla situazione sul campo.
La guerra d'attrito. Le operazioni militari si sono trasformate in una logorante guerra di attrito, in cui entrambe le parti hanno subito perdite significative. Chi attacca di solito ne subisce più. La "guerra di movimento" è stata spesso sostituita da una "guerra di posizione", con le trincee che si sono consolidate, anche per dare fiato a soldati sfiancati e decimati dai droni, dalle mine e dell'artiglieria.
Le difficoltà oggettive. In questo contesto, la propaganda occidentale ha iniziato a perdere la sua efficacia. Mentre inizialmente poteva suscitare entusiasmo e sostegno, le continue perdite hanno reso difficile sostenere la narrazione di un progresso inarrestabile. La realtà cruda è diventata evidente, e ora c'è una crescente consapevolezza delle perdite e delle difficoltà che l'Ucraina affronta sul fronte militare.
La realtà effettuale. In conclusione, la controffensiva dell'Ucraina è stata molto diversa dalle aspettative iniziali, e la narrazione della guerra è stata messa in discussione dalla realtà dei fatti sul campo. La guerra in Ucraina continua a essere una situazione complessa e in evoluzione, che richiede un'analisi attenta, più distante dalla propaganda e più vicina ai dati militari che oggi non sono segreti ma vengono condivisi da una vasta community di analisti. Ritorna in campo il concetto di "realtà effettuale", caro a Niccolò Machiavelli, da cui può prescindere per qualche tempo ma non per troppo tempo.
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