Il servizio pubblico tende a schivare la delicata questione dei disertori

Ucraina, quello che la RAI non ci racconta

Vi è una sorta di reticenza nel raccontare il fenomeno diffuso della renitenza alla leva dei giovani ucraini. E delle donne ucraine che chiedono in piazza il ritorno a casa dei soldati. Si preferisce parlare dei soldati feriti che vogliono ritornare al fronte a combattere per difendere la patria.
17 aprile 2024

L'inviata RAI Laura Tangherlini si immerge nelle vicende dei soldati ucraini, accompagnandoli persino in ambulanza, tra feriti e vittorie. La sua narrazione dipinge un quadro eroico di uomini desiderosi di tornare al fronte per difendere la patria, suscitando un senso di ammirazione e rispetto.

Tuttavia, dietro questa narrazione si cela una realtà scomoda che il servizio pubblico farebbe bene a esplorare e diffondere. Si tratta della crescente renitenza alla leva dei giovani ucraini, un fenomeno che ha attirato l'attenzione della stampa internazionale, tra cui POLITICO e il New York Times. Anche organizzazioni come PeaceLink hanno cercato di portare alla luce questa problematica, considerata la scarsa attenzione dell'informazione nazionale che ha puntato sulla narrazione patriottica gradita a Zelensky e ora entrata in crisi.

Questa reticenza a raccontare le cose scomode non favorisce il pensiero critico e un'informazione sfaccettata su una realtà che è contraddittoria e non univoca. Attenzione alla propaganda di guerra

La realtà che emerge - quella di una diffusa renitenza alla leva in Ucraina - suggerisce una frattura tra la narrazione ufficiale sposata da molti servizi della RAI (per fortuna non tutti) e la realtà concreta vissuta dal popolo ucraino. I mass media nazionali hanno teso a concentrarsi sulla glorificazione degli eroi di guerra, ma sembrano trascurare la complessità di una società divisa e sfiduciata.

Sarebbe importante raccontare l'angoscia delle donne ucraine che scendono ogni settimana in piazza per chiedere il ritorno a casa dei loro uomini.

È fondamentale che il servizio pubblico, e quindi il giornalismo della RAI, si faccia portavoce di queste realtà dissonanti rispetto alla narrazione convenzionale, e che racconti le paure delle donne e i drammi che vivono i giovani restii a farsi arruolare. Avremmo un quadro più completo e vero dell'Ucraina contemporanea. Solo attraverso una rappresentazione equilibrata e inclusiva delle sue contraddizioni possiamo davvero comprendere ciò che vive il popolo ucraino e sostenerlo nel suo difficile percorso di fuoriuscita dalla guerra.

Raccontare ciò che non va, in guerra, era definito un tempo come "disfattismo" perché deprimeva lo spirito bellico. Oggi, in una società libera e con media che dovrebbero indipendenti dal potere politico, raccontare ciò che non va è invece un servizio al pluralismo e al pensiero critico. 

Articoli correlati

  • Ucraina: è finita la fiducia della vittoria militare
    Pace
    Albert - bollettino pacifista dal 16 al 22 dicembre 2024

    Ucraina: è finita la fiducia della vittoria militare

    Zelensky ha ammesso che l’Ucraina non ha le forze necessarie per riconquistare la Crimea e il Donbass. Siamo di fronte al fallimento di una strategia costruita sull’illusione e sulla propaganda che i mass media hanno diffuso a piene mani intossicando l'informazione pubblica.
    18 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink
  • Ucraina, quante sono le vittime della guerra?
    Pace
    Albert - bollettino pacifista dal 9 al 15 dicembre 2024

    Ucraina, quante sono le vittime della guerra?

    Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha recentemente dichiarato che, dall'inizio della guerra, sarebbero morti 43.000 soldati ucraini, mentre altri 370.000 risulterebbero feriti. Ma i dati non tornano e, soprattutto, su di essi incombe il segreto di stato.
    14 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink
  • Mobilitazione pacifista mentre a Oslo i sopravvissuti all'olocausto nucleare ricevono il Nobel
    Pace
    E' stato denunciato il rischio attuale di un conflitto armato globale

    Mobilitazione pacifista mentre a Oslo i sopravvissuti all'olocausto nucleare ricevono il Nobel

    A Roma un presidio ha protestato contro la Legge di Bilancio 2025, che prevede un aumento della spesa militare a 32 miliardi di euro. A Bari è stata illustrata l'adesione alla campagna ICAN per il Disarmo Nucleare. A Verona solidarietà con il Sudan, devastato da una guerra dimenticata.
    11 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink
  • Oltre centomila soldati ucraini denunciati per diserzione
    Conflitti
    Lo ha dichiarato il procuratore generale del Paese

    Oltre centomila soldati ucraini denunciati per diserzione

    In Ucraina, "SZCH" è un termine militare che indica la diserzione o l'abbandono volontario del servizio. La situazione è diventata così critica che supera di gran lunga la questione dell'invio di armi occidentali.
    2 dicembre 2024 - Alessandro Marescotti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)