D (disinformazione) Day: 60 anni sono troppi
Il 6 giugno del 2004 cade il 60° anniversario della favoleggiata invasione degli
Alleati conosciuta come "D-Day". Un piccolo, insignificante dettaglio, del tutto
trascurato nell'orgia auto-gratificante che ne é seguìta, è che al momento dell'invasione del D-Day, i Sovietici stavano tenendo occupato l'80% dell 'esercito tedesco sul fronte orientale. Ma guarda.
Alleati conosciuta come "D-Day". Un piccolo, insignificante dettaglio, del tutto
trascurato nell'orgia auto-gratificante che ne é seguìta, è che al momento dell'invasione del D-Day, i Sovietici stavano tenendo occupato l'80% dell 'esercito tedesco sul fronte orientale. Ma guarda.
31 maggio 2004
Mickey Z.-- trad. P.Messinese
Fonte: Znet
Alexander Cockburn ha definito il D-Day "un'attrazione da Luna Park", spiegando che la II° Guerra Mondiale era stata già vinta "dai Russi a Stalingrado e quindi un anno prima del D-Day, con la battaglia di Kursk, durante la quale furono annientate 100 divisioni tedesche. Paragonato a quella battaglia epica, il D-Day è stato una semplice schermaglia...i generali di Hitler sapevano già che la guerra era perduta, lo scopo era solo quello di spostare il più possibilmente ad est il punto d'incontro tra le truppe d'invasione russe e gli eserciti occidentali."
Ovviamente questo dettaglio non combacia con il mito della "guerra giusta" (più che una guerra giusta, il giornalista della BBC Tom Brokaw ha definito la II° Guerra Mondiale "la guerra più grandiosa che sia mai stata combattuta"), per cui, è stato relegato nel dimenticatoio.
Parafrasando i creditori della World Bank, dico che 60 anni sono troppi.
Non potrebbe esserci momento migliore per sfatare quella fanfaronata messa in piedi dalla "grande generazione", adesso che ci troviamo davanti ad una guerra perpetua, dichiarata contro il "male" e che le elezioni presidenziali vedono confrontarsi e scontrarsi due ex allievi di Yale, entrambi criminali di guerra. La prossima volta che sentite qualcuno parlare della II° Guerra Mondiale con toni di santificazione, ricordategli che:
* Gli USA hanno combattuto quella guerra contro il razzismo con un esercito nel quale vigeva la segregazione razziale.
*Ha combattuto quella guerra per metter fine a delle atrocità, sparando alle spalle di soldati che si stavano arrendendo, affamando i prigionieri di guerra, bombardando deliberatamente civili, riducendo in macerie ospedali, mitragliando scialuppe di salvataggio e, nel Pacifico, bollendo i teschi dei nemici, per scarnificarli e farne dei centrotavola da portare a casa alle mogli e fidanzatine. * F. D. Roosvelt, il comandante di questa forza anti-razzismo e anti-atrocità, firmò l'Ordine Esecutivo 9066, facendo così imprigionare più di 100.000 giapponesi-americani senza uno giusto processo. diventando così( dopo aver combattuto gli architetti dei campi di prigionia tedeschi) l'architetto dei campi di prigionia americani. * Prima, durante e dopo la Guerra Giusta, la classe imprenditoriale americana faceva affari con il nemico. Queste alcune delle multinazionali americane che avevano contrattato investimenti con il regime nazista: Ford, General Electric, Standard Oil, Texaco, ITT, IBM e General Motors (uno dei suoi maggiori dirigenti, William Knudsen, definì la Germania nazista "il miracolo del 20° secolo"). * Mentre gli USA respingevano sistematicamente i profughi ebrei e li rispedivano in Europa, mandandoli incontro a morte certa, un altro gruppo di profughi fu accolto a braccia aperte dopo la guerra: i criminali di guerra nazisti in fuga, che furono usati per creare la nuova CIA e per portare avanti il programma nucleare americano.
La vecchia favoletta della Guerra Giusta va ben oltre i pic nic del Memorial Day ed i vecchi filmati d'epoca in bianco e nero trasmessi in tv a tarda serata. La II° Guerra Mondiale è la guerra più "amata" dagli americani. Secondo la storia, così come è stata raccontata e accettata, è stata una guerra inevitabile che un popolo pacifico si è trovato costretto a combattere per colpa di un nemico subdolo. Questa guerra, allora e adesso, è stata deliberatamente fatta passare come una battaglia all'ultimo sangue contro il "male". Per la maggior parte degli americani, la II° Guerra Mondiale è stato come un corpo a corpo tra il bene e il male, in tenuta da combattimento.
Ma, Hollywood a parte, John Wayne non aveva mai messo piede a Iwo Jima. Nonostante i suoi ricordi lontani e sfocati l'ex presidente Ronald Reagan non ha mai liberato nessun campo di concentramento e, al contrario di quel che pensa comunemente la gente, F.D. Roosvelt si è deciso a mandare i nostri ragazzi "laggiù", a combattere contro la Germania di Hitler, solo dopo che i Nazisti avevano dichiarato guerra agli USA.
Le vite degli americani non sono state sacrificate per vendicare Pearl Harbour e neanche per por fine all'Olocausto perpetrato dai nazisti. La II° Guerra Mondiale è stata combattuta per territorio, potere, controllo, soldi e imperialismo. Quello che ci è stato insegnato riguardo gli anni precedenti la Guerra Giusta, è che c'era stato un certo, presunto, atteggiamento di "pacificazione" nei confronti del Terzo Reich. Se gli Alleati fossero stati più fermi e risoluti, i fascisti avrebbero potuto essere fermati. Quell'errore è stato fatto una volta, dice il mantra, e non lo faremo di nuovo.
Paragonare i tiranni di oggi, come Saddam Hussein, a Adolf Hitler e evocare quella parola con la "P" (pacificazione), attiva la seguente "rappresentazione" storica:
dopo aver stroncato l'asse del male con una guerra nobile e condivisa, gli USA ed i loro alleati possono adesso sventolare lo stendardo dell'umanitarismo ed intervenire impunemente in qualsiasi nazione del mondo senza che i loro motivi possano essere messi seriamente in discussione...specialmente quando ogni nemico viene paragonato ad Hitler.
Non si può però parlare di pacificazione, riferendoci a quello che avvenne precedentemente alla II° Guerra Mondiale. Si trattava tutt'al più, ad essere ottimisti, di indifferenza...ad essere pessimisti, di collaborazionismo, basato sul profitto economico e su una non trascurabile comunanza ideologica.
Il tasso di investimenti USA in Germania subì un'accelerazione di più del 48% tra il 1929 ed il 1940, mentre invece declinava drasticamente in tutta Europa. Molte società statunitensi hanno proseguito le loro operazioni in Germania anche durante la guerra (anche se questo significava sfruttare il lavoro schiavizzato nei campi di concentramento) sostenute pubblicamente dal governo USA. Per esempio, ai piloti americani vennero date istruzioni di non colpire le fabbriche tedesche di proprietà americana. Il risultato fu che i civili tedeschi cominciarono ad usare gli impianti della Ford a Colonia come rifugio antiaereo.
La ricerca del profitto si spinse oltre i confini della nazione e.. della lealtà. Aver fatto affari con la Germania di Hitler o con l'Italia di Mussolini si dimostrò non più sgradevole per i capitani di industria di allora, di quanto lo sia vendere apparecchiature militari all'Indonesia oggi. Cosa volete che sia un po' di repressione quando c'è in ballo un mucchio di soldi?
E' in questo senso che si può parlare di notevole somiglianza tra Hussein e Hitler. Nonostante le atrocità che commettevano, entrambi gli assassini ricevevano, pubblicamente e non, sostegno e appoggio dagli USA.nel nome del profitto e del capitalismo. Capiamoci bene: gli USA, con il loro arsenale di armi letali e leaders di ambedue gli schieramenti politici che non vedevano l'ora di usarle, non hanno mai cercato alcuna pacificazione.
Quando il presidente (sic) Bush dice :" Siete con noi o contro di noi" sta semplicemente vendendo per nuovo del vecchio ciarpame. La prima cosa da fare per smascherare il gioco è dire semplicemente "no" al mito. Il 20° secolo è stato definito il secolo del genocidio, ma è stato anche il secolo della propaganda (in parte per giustificare il genocidio). Il modo in cui gli interventi nelle altre nazioni vengono "confezionati" e venduti ad un pubblico diffidente è cambiato di poco... a parte la tecnologia con la quale le bugie vengono diffuse.
Più di 100 anni fa, l'anarchica Emma Goldman così descrisse lo stato d'animo della nazione all'inizio della guerra Ispano-Americana: "L'America ha dichiarato guerra alla Spagna. La notizia non ci ha colti di sorpresa. Nei mesi che hanno preceduto l'evento, dalla stampa e dai pulpiti sono provenuti incessanti proclami ed inviti a prendere le armi per difendere le vittime delle atrocità commesse dagli Spagnoli a Cuba. Non è necessario avere un grande discernimento in materia di politica per capire che la preoccupazione dell'America era motivata da eventuali problemi con i rifornimenti di zucchero, più che da sentimenti umanitari. Naturalmente i creduloni sono tanti, non solo nel paese in generale, ma anche nelle frange dei liberal, le più progressiste, c'è stato chi ha creduto alle rivendicazioni fatte dall'America".
Se la classe operaia viene mantenuta all'oscuro di quello che viene fatto nel loro nome, difficilmente si arriverà mai ad una ribellione. Se il cittadino medio è inondato di immagini che hanno l'unico scopo di dimostrare che il governo degli USA ha sempre agito in modo benevolo, la ribellione non viene ritenuta necessaria. Quel che ne risulta è che la giustificazione è essenziale per chi detiene il potere.
Film come "Salvate il soldato Ryan" di Steven Spielberg, rappresentano un modo molto popolare per arrivare a tale giustificazione. Anche se la guerra è terribile ed i buoni qualche volta escono dal giusto sentiero, questi messaggi ci insegnano che non c'è comunque motivo di mettere in discussione né l'eticità della missione, né la statura morale di quella specifica generazione.
Il best seller di Tom Brokaw informa quelli che hanno raggiunto la maggiore età negli anni di Reagan e Rambo, che quelli che hanno invece raggiunto la maggiore età durante la Depressione e la II° Guerra Mondiale sono stati senza ombra di dubbio "la migliore generazione che qualsiasi società abbia mai prodotto".
Grazie alla potenza seduttiva del mito, celebrità miliardarie come Brokaw, Spielberg, Tom hanks ed altri, possono guadagnare ancora più ricchezza e prestigio interpretando il ruolo del propagandista multinazional-militare per un pubblico fuorviato e rabbonito da quest'isteria sciovinista e dalla sensazione di falsa sicurezza e di conforto che spesso produce.
Il propagandista nazista Joseph Goebbels disse una volta: "Cercare di riconciliare le persone col nostro regime, cercare di spingerle verso una posizione di neutralità nei nostri confronti, non è abbastanza. Noi, piuttosto, vogliamo lavorare sulle persone affinchè si abituino a noi".
Per questo è nostro preciso obbligo morale sforzarci di guardare tra le righe della nostra stessa propaganda e cercare di sbarazzarci della cattiva abitudine del pensiero pigro. Dobbiamo pensare alle molte verità scomode e sgradevoli riguardo la II° Guerra Mondiale ed essere capaci di distinguere la propaganda usata sia nelle pubbliche relazioni che dai media, per conto di un gruppo di stati occidentali uniti da particolari interessi, con lo scopo di trasformare un conflitto tra nazioni capitaliste in una crociata.
Nel 1941, il pacifista rivoluzionario A.J. Muste dichiarò : "Il problema, dopo una guerra, è di chi ne esce vincitore. Egli crede di aver appena dimostrato che la guerra e la violenza sono servite allo scopo. Chi sarà in grado adesso di insegnare a lui una lezione?" Quando e come questa lezione gli verrà impartita, di preciso, nessuno lo sa, ma si può senz'altro affermare che questa lezione non verrà certo da un libro di testo universitario, o da un insipido best seller, o dall'ultimo film manipolatore di coscienze, seppur gran successo al botteghino. Questi ultimi 60 anni hanno anche dimostrato che senza quella lezione, ci saranno sempre più guerre e sempre più bugie raccontate per nascondere le verità che le riguardano.
Sta ad ognuno di noi mettere fine a questo circolo vizioso, decidendo di non comprare più quello che ci viene venduto. Smontate il mito della "Guerra giusta" e i dogmi sui quali si regge la "Guerra al terrore" crolleranno. Come cantava Bob Marley.."Strappate le catene della schiavitù mentale; solo noi, possiamo liberare la nostra mente"
Mickey Z. è autore di quattro libri. Per ulteriori informazioni, visitate il sito: www.mickeyz.net. Articolo originale: http://www.zmag.org/content/showarticle.cfm?SectionID=40&ItemID=5621
Note: Tradotto da Patrizia Messinese a cura di Peacelink.
Parole chiave:
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