L ' informazione in ostaggio

La liberazione dei 3 ostaggi italiani in Iraq ha provocato una ridda di speculazioni, polemiche, versioni discordanti e tutto quanto puo' escogitare il genio dietrologico italico.
12 giugno 2004
Redazione War news

Come avranno notato i nostri lettori, Warnews ha dato la notizia in breve, senza poi riportare le mille e mille voci che hanno accompagnato la liberazione e suoi retroscena ancora avvolti da un alone di mistero. Si fa un gran parlare di servizi segreti, e ci siamo dimenticati che se li chiamano segreti, c' e' un motivo.

Noi abbiamo deciso, quasi senza pensarci, di non intrupparci nel grande circo Barnum dell'informazione e della contro-informazione italiana. Nessuno ci paga per farlo. E ribadiamo il nessuno.

Ci siamo limitati a fare quello che facciamo da anni, cioe' riferire cio' che riteniamo sia una notizia e rifiutare i facili sensazionalismi e i presunti scoop.
Almeno questo questo e' sempre stato il nostro impegno e se qualche volta abbiamo sbagliato, lo abbiamo fatto in buona fede.

Sulla vicenda degli ostaggi oramai ci e' stato raccontato tutto e il contrario di tutto. Abbiamo letto ricostruzioni dal verosimile al romanzesco e crediamo che la giostra continuer¨¤ a girare per alcuni giorni ancora.

Non e' nostra intenzione avventurarci in una qualche ricostruzione della vicenda. Il fatto e' che se ne sa ancora talmente poco che ad azzardare commenti e ricostruzioni si rischia solo di offrire un pessimo servizio ai lettori e alla ricerca della verita'.

Sappiamo che i nostri connazionali sono stati liberati. E di questo non possiamo che essere lieti. Rimane il dolore per la morte di una persona, Fabrizio Quattrocchi, ucciso per ragioni ancora da chiarire.

Sappiamo che i tre sono stati liberati da un blitz compiuto da soldati USA. Questo almeno e' quanto hanno detto gli ex ostaggi e quindi fatto assodato, a meno che non si voglia asserire che siano stati "istruiti" sulla versione da fornire, nel tempo trascorso dalla loro liberazione a quello del ritorno a casa.

Non sappiamo se e' stato pagato un riscatto e non c'e' alcun elemento per asserirlo, se non la liberazione stessa. Non e' pero' un'ipotesi da escludere, comunque.

Siamo abbastanza adulti per comprendere che sulla testa dei tre ex ostaggi si sta giocando una partita che con l'accertamento della verit¨¤ ha ben poco a che fare.

Da una parte il governo che, soprattutto a pochi giorni dalle elezioni, cerca di accreditare la versione del blitz militare, reso possibile da una intensa attivita' dell'intelligence italiana.

E' una versione plausibile come e' ancora piu' plausibile, anzi, palese, che un governo cerchi di attribursi il merito di una operazione coronata da un indiscutibile successo. Dall'altra l'opposizione che sostiene un'altra versione, quella che racconta del pagamento di un riscatto e di una conseguente liberazione concordata.

Una racconto verosimile, supportato pero' solo da testimonianze non verificabili. Anche in questo caso non ci vuole molto a capire perch¨¨ chi si oppone al governo Berlusconi tenda ad accreditare una storia diversa ed alternativa.

Nel mezzo una serie infinita di varianti, particolari, dichiarazioni, smentite, testimoni, fonti anonime e presunti ritrovamenti. Tutta roba che lasciamo commentare ad altri.

In questi casi, si sa, tutto fa brodo e noi, che non abbiamo sponsor politici e neanche siamo intenzionati ad averne, non sentiamo il bisogno di unirci a nessuno dei due cori.

Non siamo certo tra quelli che dicono "sono tutti uguali" e non ci dedicheremo al fine settimana lungo domani e dopodomani. Andremo a votare e, comunque la pensiate, invitiamo anche voi ad andare a votare, votando per chi, a vostro personalissimo avviso, porta avanti le istanze della pace e della convivenza.

Nonostante la tempesta elettorale, continueremo nel solco segnato dal nostro motto: informare sugli orrori delle guerre e' un passo del cammino verso la pace.
Fare campagna elettorale, seppur attivita' rispettabilissima, e' altra cosa.

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