Troppe Telecamere e Non Abbastanza Verità: John Kerry Schiva la Stampa

21 settembre 2004
Joshua Frank (trad. M. Sesler)
Tradotto da per PeaceLink

'Seems that when some innocents die
All we can offer them is a page in some magazine
Too many cameras and not enough truth

-- The Police ("Driven to Tears")


Il candidato Presidenziale del Partito Democratico John F. Kerry sembra essersi impegnato ad eludere qualunque confronto con i media. Secondo i giornalisti che stanno seguendo Kerry lungo il sentiero della campagna elettorale, il senatore non ha tenuto una formale conferenza stampa dal 9 di Agosto, ossia all'incirca due settimane prima dell'ultima volta che il presidente Bush si è incontrato con la stampa.

Quando Israele ha posto fine ad una tregua di sei mesi dalla violenza colpendo a Gaza un sospetto campo di addestramento di Hamas e uccidendo 14 persone con un elicottero di provenienza Statunitense Apache - questo in risposta agli attacchi suicidi del 2 di Settembre - il Democratico Kerry non ha risposto ad una sola domanda. Né si è incontrato con il cuore della stampa quando le forze Israeliane di occupazione hanno distrutto due grandi edifici abitativi di Gaza a Khan Younis, un atto di forza che ha lasciato quasi cento Palestinesi senza casa. Ma forse l'atto di silenzio più terribile da parte di Kerry è arrivato il 7 di Settembre quando il numero di soldati Statunitensi uccisi in Iraq ha toccato quota 1.000 e Kerry si è rifiutato di chiacchierare con i media.

Il Washington Post ha citato il reporter del New York Times Jodi Wilgoren, che sta seguendo Kerry nella sua campagna elettorale, il quale ha detto dell'atteggiamento elusivo di Kerry: "Penso che tutto questo sia ridicolo. Ci sono molte cose che accadono nel paese e nel mondo, e il pubblico ha domande legittime che vorrebbero gli fossero poste. Non capisco di che cosa abbia paura. Ha criticato il Presidente per non dare abbastanza conferenze stampa. E adesso siamo noi che dobbiamo sgomitare quotidianamente per poter fargli una domanda."

Kerry sta cercando di farsi eleggere alla posizione di funzionario più importante della nazione, tuttavia non ha alcuna intenzione di andare dietro un microfono a meno che lo scritto da cui legge non sia stato prefabbricato. Tanto quanto Al Gore nel 2000, stiamo velocemente scoprendo che Kerry è totalmente banale, noioso e sfacciato. La sua piattaforma e campagna, confezionate dalle elite del suo partito, è quella di un sicuro perdente.

Naturalmente, non doveva andare così. Dopo tutto, Bush e compagnia bella hanno praticamente passato a Kerry e ai Democratici uno staio di scandali per la loro infernale campagna: le rivelazioni di Richard Clarke sul fallimento di Bush nella tutela della nostra sicurezza nazionale; la frode ingannatrice dei neo conservatori, per come hanno venduto al paese la guerra con l'Iraq; il deficit fuori controllo; i tagli alle tasse per i ricchi; la debacle della Enron; i finanziamenti alla Halliburton; la crescente spaccatura fra i ricchi e i poveri. E la lista continua.

Ma i Democratici, come sappiamo, devono ancora impadronirsi della sempre più piccola opportunità che giace ai loro piedi, e così facendo stanno permettendo a Bush di mantenersi in testa in maniera abbastanza sicura mentre continua ad avanzare nei sondaggi. Alcuni Democratici la vedono come il precursore delle cose che verranno il Giorno della Elezione. Con i critici di lunga data del governatore della Florida Jeb Bush che si sono portati tanto lontani fino ad elogiare il più giovane dei Bush per il fermo atteggiamento di governo dimostrato durante il trittico di uragani che ha devastato la regione, molti si attendono che questa volta Bush finirà per assicurarsi questo swing state con estrema facilità (swing state - stato Americano dove il voto è equamente diviso fra i due maggiori candidati presidenziali).

Ma anche lasciando tutto questo da parte, John Kerry potrebbe lo stesso risultare condannato alla sconfitta. Dopo tutto, deve ancora distinguersi da Bush su fondamentali questioni che vanno dalla guerra in Iraq al Patriot Act fino al programma No Child Left Behind, questioni sulle quali Kerry ha preso ripetutamente posizione a fianco dei Repubblicani.

È venuto il tempo per Kerry di dare delle risposte. Giocare semplicemente il ruolo del "Chiunque" nel "Chiunque - Ma - Non - Bush" non gli farà vincere queste elezioni. Anche un "Chiunque" deve essere capace di offrire un'alternativa. Ma come sanno molto bene tutti i progressisti, questo non è il piano di gioco dei Democratici. Preferirebbero piuttosto perdere che parlare della verità. E tanto meno rispondere a domande davanti ad un microfono.

Joshua Frank è l'autore del libro in prossima uscita, Left Out! How Liberals Did Bush's Work for Him, che sarà pubblicato dalla Common Courage Press. Invita ad inviare commenti all'indirizzo di posta elettronica: frank_joshua@hotmail.com.
Note: Tradotto da Mauri Sesler - A Cura di Peacelink
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