L'Auditel si arrende e dichiara: "Oscuratemi"
Dunque, l'Auditel e' in rotta. Le dichiarazioni di sabato scorso del direttore, Walter Pancini, rilasciate durante la cerimonia delle Grolle d'Oro di Saint Vincent, sono un segnale evidente che la battaglia cominciata in solitudine, due anni fa, da Megachip e Articolo 21, sta ora ottenendo risultati a tutti i livelli.
"Oscuriamo l'Auditel per i media. O meglio, diamo i dati in differita e non in diretta, tutti i giorni. Lasciamo passare un mese e poi li rendiamo pubblici. A quel punto, in teoria, non importa piu' niente a nessuno".
Questo ha detto Pancini. Riprendendo, per inciso, una delle proposte fatte da Megachip e Articolo 21, il 24 maggio 2002, nel convegno alla FNSI che segno' l'inizio della battaglia contro lo strapotere Auditel.
Secondo le cronache, il direttore dell'Auditel si dice "esasperato". "Non si puo' stare sotto accusa tutti i giorni. E mai una volta che, da parte di chi contesta, arrivi una seria proposta alternativa. L'Auditel e' uno strumento nato per le aziende che investono in pubblicita': e allora che siano solo loro a conoscere i dati in tempo reale, gli altri li conosceranno dopo un mese".
E vediamo se cosi' le polemiche si placheranno, dice Pancini. Essendo uno degli autori di queste polemiche, posso tranquillizzare Pancini in prima persona.
Non si plachera' un bel niente. Perche' il problema non e' quello di "rinviare, raffreddare, sopire". Il problema investe il cuore del sistema televisivo italiano. E non e' vero nemmeno che non e' arrivata una proposta alternativa da noi "contestatori". Le soluzione ci sono, sono diverse e articolate.
Le ricordo a Pancini :
a ) Bisogna applicare la legge 249 e far si' che sia l'Autorita' delle Telecomunicazioni in prima persona a fare i rilevamenti degli ascolti.
b) L'Auditel deve consegnare i dati grezzi ( cioe' non trattati dai suoi software ) ad esperti indipendenti per consentire elaborazioni alternative.
c ) Bisogna che l'Autorithy avvi ricerche qualitative che integrino e correggano il dato Auditel nell'opinione pubblica. E devono essere diffusi in contemporanea.
In sostanza, chi dice quanti spettatori hanno visto Fede, ci deve anche dire a quanti e' piaciuto e a quanti no, di modo che il numero non diventi automaticamente indice di qualita'.
d ) Dev'essere reso pubblico l'IQS RAI, ovvero la ricerca sul gradimento dei programmi del servizio pubblico. Ricerca resa pubblica una sola volta, nell'ottobre dello scorso anno, che ha dato risultati "eversivi" per gli attuali vertici RAI e che da allora e' stata nuovamente segretata. Nonostante la sua pubblicazione sia prevista , ogni trimestre, dall'accordo tra Stato e RAI.
Solo un uso accorto e integrato di queste misure ci garantira' che la nostra battaglia contro lo strapotere del monopolio dell'Auditel e' vinta. Percio', fino a quel momento, le polemiche continueranno. E ricominciamo subito.
La proposta di Pancini, fatta in questo momento, serve a poco. O meglio serve a creare un diversivo all'assedio dei mezzi di comunicazione di massa che si stanno lentamente accorgendo che quello che abbiamo scritto e sostenuto da anni e' vero. Cioe' che i dati Auditel sono inattendibili.
A questa conclusione e' giunto anche il rapporto ISTAT commissionato dall'Authority e diffuso una settimana fa.
Ora, il 30 e 31 ottobre ci sara' un convegno a Orvieto sulla TV di qualita'. Sara' l'occasione per entrare nel merito di come queste proposte alternative all'Auditel - che, purtroppo per Pancini, ci sono - possano e debbano essere applicate quanto prima. Perche' questa a cui stiamo assistendo e' la fine di un regime. Il ridimensionamento del potere dell'Auditel sulla Tv apre un oceano di opportunita' sul fronte della qualita' dei programmi e della pubblicita' etica. A noi che, insieme a pochi altri, ne siamo stati attori e protagonisti, spetta anche il compito politico di sostituire l'Auditel con qualcos'altro.
Giulio Gargia - gruppo Auditel Megachip
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