Carcere di Biella: vietato leggere

Libri e riviste dei detenuti della sezione speciale sequestrati senza alcuna apparente motivazione.
22 gennaio 2005
Chiara Rancati

Lo scorso 20 dicembre nella sezione speciale del carcere di Biella, in cui sono rinchiusi 14 detenuti tra politici e non, la polizia penitenziaria ha effettuato una perquisizione su ordine del nuovo comandante.”Al loro ritorno – scrivono in un comunicato stampa i familiari dei prigionieri - i detenuti hanno trovato non solo tutto sottosopra, con modalità particolarmente barbariche, ma quel che è peggio e più importante, era stata fatta una vera e propria “razzia”. Dalle celle sono stati infatti portati via, in grossi sacchi della spazzatura senza che alcun verbale di sequestro fosse redatto, capi di vestiario, coperte, musicassette e soprattutto ogni materiale scritto: libri, “dalla Bibbia al Capitale di Marx” (alcuni dei quali presi in prestito dalla biblioteca) ma anche block notes, posta ricevuta, atti giudiziari, buste da lettera e francobolli, cartoline. “Va sottolineato – aggiungono i familiari - che tutta “l’operazione” è stata svolta in un clima di assoluta quiete, in assenza cioè di situazioni conflittuali o dimostranze in atto, che possa “giustificare” un intervento del genere.” La motivazione fornita dalla direzione del carcere per tale azione repressiva è che “i libri si leggono uno solo alla volta”, assunto senza dubbio discutibile come può testimoniare chiunque sia abituato a studiare o leggere regolarmente.
L’inimicizia dei gestori del carcere di Biella verso la libertà di lettura dei detenuti non è però una novità. Essa appare infatti in modo evidente già nel regolamento, che prevede che un detenuto che voglia richiedere un libro o rivista oltre le quattro concesse deve inoltrare alla direzione una domanda scritta di autorizzazione che contenga anche le motivazioni della richiesta. La scelta di quali titolo possono entrare e quali no resta così a totale discrezione del direttore, in quanto non esistono criteri ufficiali in base ai quali una domanda debba essere accettata o respinta.
I familiari dei detenuti politici hanno quindi organizzato un’iniziativa di sensibilizzazione: chiunque “legga un libro in più del ministro Castelli” o comunque voglia segnalare la sua disapprovazione per la vicenda è invitato ad inviare libri e riviste al carcere di Biella, e in particolare alla sezione speciale. I pacchi possono essere indirizzati a Nicola De Maria, Cesare Di Lenardo o Ario Pizzarelli, c/o Casa circondariale, Via dei Tigli 14, 13900 Biella. Per saperne di più i promotori della campagna sono contattabili all’indirizzo e-mail unlibroinpiu@libero.it .

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