Polemica per un «invito da Minculpop»
Dopo aver regalato a Berlusconi il calcio digitale terrestre il ministro Gasparri ha trovato un ritaglio di tempo per scrivere a tutte le radio e tv locali per ricordare (ordinare) loro il dovere di «promuovere adeguate iniziative» in occasione del 10 febbraio, giorno del ricordo dei martiri delle foibe e delle vittime dell'esodo giuliano dalmata: «Credo sia dovere di tutti gli organi di informazione dare risalto a questo evento... In attesa di conoscere quali iniziative saranno assunte ecc... cordiali saluti».
Postini di tutta la nazione stanno recapitando in queste ore la missiva del ministro ognuna vergata a mano dalla stilografica dello statista.
«Se non fosse per la data e per la carta intestata avremmo cestinato tutto come uno scherzetto del Ventennio - dice a Liberazione, Giovanni Dognini, direttore di Città del Capo Radio metropolitana di Bologna respingendo al mittente lo strano invito: «invito da regimetto anche blandamente intimidatorio», aggiunge e continua chiedendosi se il Parlamento sia a conoscenza dell'attività di un ministro «che si diletta a dettare i palinsesti delle emittenti anziché risolvere i problemi e i conflitti d'interesse che gravano sul sistema radiotelevisivo». L'oggetto, naturalmente, non è la ricorrenza ma l'imperativo categorico «celebrare e riferire».
A questo punto il ministro s'inalbera e dichiara che la lettera sia «un atto doveroso». Già ha ricevuto assicurazioni a proposito da Rai, Mediaset e da un paio di associazioni di categoria (Frt, berlusconiana e Aer-Anti Corallo). Il servizio pubblico, ad esempio, a ridosso della data trasmetterà in due puntate "il cuore nel pozzo", fiction dedicata e lui stesso prenderà parte «all'emissione di un francobollo all'Altare della patria».
Poi afferma «francamente» di non sapere chi sia Radio Città del Capo, nodo bolognese di Popolare network e nega di averle spedito la velina: «l'avrà ricevuta dalla sua associazione». Forse però non è vero che non sappia nulla del circuito di Radio Popolare: centinaia di migliaia di ascolti al giorno nelle più importanti città, Roma esclusa grazie a lui che ha oscurato Bbs, nodo capitolino del network. La piccola radio comunitaria avrebbe disturbato la potentissima Subasio, emittente umbra che arriva a Roma su svariate frequenze occupando indisturbata la banda tra 93.8 a 94.5. E anche sulla lettera non la dice tutta.
«Busta e carta sono proprio del ministero», confermano da Bologna e fa lo stesso da Firenze, il direttore di Controradio, Raffaele Palumbo, preoccupato da un ministro che, con toni «vagamente intimidatori», si occupa dei palinsensti. Anche in Toscana «sembra un'iniziativa proveniente da un altro periodo della nostra storia, ben noto al nostro Ministro».
Forse sono stati esclusi dall'ordine i grandi network nazionali, come Radio Capital: «A questo punto ci sentiamo un po' esclusi», confida un redattore interpellato da Liberazione. Con lo stile che contraddistingue nel mondo, lo statista di An si affida a un vecchio detto: «Quando la carovana cammina e qualche cane abbaia ai lati della strada, la carovana va avanti».
Bene, la carovana fa un tale frastuono che il ministro non sente i continui richiami della corte costituzionale a ripristinare il pluralismo tv. E le ruote sollevano un polverone che nasconde agli occhi di Gasparri, quisquilie come il conflitto di interessi, il digital divide, l'inadeguatezza dei piani delle frequenze.
Non basta. Perché mai "invitare" le testate a comunicare le iniziative sulle foibe al ministero? «Magari per schedarle - spiega Sergio Bellucci, responsabile nazionale Prc per le comunicazioni - visto che in ballo ci sono i 3-400 miliardi di vecchie lire per il "sostegno all'emittenza". Un capitolo di spesa che si gonfia nel tempo e che viene gestito con criteri assolutamente discrezionali (è recente la polemica per la pioggia di soldi pubblici a Radio Padania e Radio Maria, ndr)
3-400 miliardi sussidi inventati da finanziaria 99 per sostegno a emittenza locale capitolo di spesa sempre più grande distribuiti con criteri assolutamente discrezionali. Per questo la schedatura di emittenti in un quadro da Minculpop. Dovrebbe intervenire l'autority e condannare questo metodo discriminante».
Ma sulle foibe Gasparri si gioca anche un pezzo di scontro interno ad An. E' di ieri il braccio di ferro tra finiani e gasparrian-berlusconiani sull'anteprima della fiction Rai: Guido Paglia - uomo del capo - voleva proiettarla in un cinema dei Parioli, Cattaneo - che risponde al ministro - ha scelto il Palazzo dei Congressi dove, il giorno dopo, si terrà la convention del decennale di An.
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