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Parlamento |
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Ddl intercettazioni, sì della commissione
Giustizia della Camera all’emendamento del governo, l’Idv ha votato
contro. Fnsi e Comitato per la libertà e il diritto all'informazione:
"Giovedì, 29 luglio alle ore 16,00 presidio in piazza Montecitorio" |
22/07/2010 |
La commissione Giustizia della Camera ha
approvato l'emendamento presentato dal governo al decreto
intercettazioni. La proposta di modifica prevede sostanzialmente la
possibilità di pubblicare le intercettazioni rilevanti ai fini delle
indagini. La proposta di modifica del governo è passata anche con i voti
dell'opposizione, ad eccezione dell'Idv, che ha votato contro. |
Soddisfazione è stata espressa dal capogruppo
del Pdl in commissione, Enrico Costa: ''Questo voto è senz'altro un
fatto importante - commenta Costa -. L'opposizione, nonostante le
critiche e l'ostruzionismo, evidentemente non poteva fare altrimenti.
L'emendamento del governo, infatti, conteneva molte delle loro richieste
di modifica''. ''Auspichiamo adesso un atteggiamento altrettanto
responsabile dell'opposizione nel prosieguo dell'esame del ddl''.
Secondo Costa, i lavori della commissione sul ddl si chiuderanno al più
presto. ''Senz'altro - conclude – saremo pronti per il 29'', giorno in
cui è atteso il provvedimento in aula. (ANSA)
La
Federazione nazionale della Stampa Italiana comunica: “Attenti
e vigili in piazza Montecitorio giovedì 29 luglio alle ore 16 in
contemporanea con l’avvio del dibattito sul ddl intercettazioni
nell’aula della Camera. Il ‘Comitato per la libertà e il diritto
all’informazione e alla conoscenza’, che aveva organizzato le
manifestazioni del primo luglio a piazza Navona e in altre città
italiane, è tornato a riunirsi nella sede della Fnsi ed ha fissato
questo presidio per indicare che rimane alta l’attenzione e la
mobilitazione delle forze sindacali e sociali. I positivi emendamenti
votati dalla Commissione Giustizia della Camera per le parti riguardanti
il lavoro dei giornalisti - con l’introduzione dell’udienza-filtro, che
è anche il risultato della pressione esercitata per mesi da un ampio
cartello di associazioni - non possono nascondere i pericoli che ancora
il testo comporta per il diritto dei cittadini a comunicare (con
l’immotivata sottomissione dei blog alle stesse regole dell’informazione
professionale) e per la sicurezza stessa della comunità, visti gli
ostacoli che il disegno di legge Alfano continua a porre al ricorso alle
intercettazioni da parte di magistrati e forze di polizia. Né tagli,
né bavagli’, aveva detto l’insieme di sigle ritrovatosi a combattere
contro le diverse forme di censura. E dunque non c’è motivo di
smobilitare, poiché negli stessi giorni in cui viene modificato il ddl
Alfano arriva a conclusione una manovra economica di devastante impatto
sulle testate cooperative, non profit e di partito, che la cancellazione
del cosiddetto ‘diritto soggettivo’ porta in molti casi sull’orlo della
chiusura. La decurtazione drastica dei finanziamenti pubblici è il
bavaglio più letale, così come i tagli alla culturae allo spettacolo
tolgono voce ai punti di vista critici e alle espressioni meno
omologate. Il presidio del 29 luglio a Montecitorio riaffermerà la
forza dell’alleanza tra gli operatori dell’informazione e della cultura
ei tanti cittadini che non vogliono più farsi sottrarre notizie e
conoscenza”.
INTERCETTAZIONI, UNCI: “LA LEGGE NON PUÒ
OSTACOLARE IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE” Roa, 28 luglio - La legge non
può frapporre ostacoli strumentali alla libertà di informazione. I
cittadini hanno il diritto di essere informati in modo corretto,
completo e tempestivo e i cronisti hanno il dovere di assolvere a questo
compito. E’ per riaffermare questi princìpi che l’Unione Nazionale
Cronisti Italianiparteciperà domani pomeriggio alle 16 al Presidio in
piazza Montecitorio organizzato dalla Fnsi e dal Comitato per la libertà
e il diritto all’informazione e alla conoscenza. Le modifiche
apportate al testo originario del disegno di legge hanno, infatti,
eliminato molte delle misure peggiori. Il risultato, ottenuto anche con
la lotta che l’intero mondo del giornalismo, Federazione, Ordine, Unione
Cronisti, ha condotto in modo fermo e continuo controil provvedimento,
tuttavia non è ancora completo. Il testo, anche se dovessero essere
approvati in Aula gli emendamenti introdotti in Commissione Giustizia,
prevede infatti ancora molti gravi ostacoli all’esercizio del dovere di
informare. E’ per eliminare questi impedimenti a un’informazione
libera e responsabile che i cronisti torneranno domani, ancora una
volta, in piazza.
INTERCETTAZIONI: ART.21, PROTESTA DAVANTI
CAMERA IL 29 ROMA, 23 LUGLIO - ''Il 29 luglio ci saremo davanti alla
Camera in occasione del presidio contro i tagli e i bavagli indetto
dalla Fnsi e dalle associazioni che hanno promosso la manifestazione del
primo luglio. Ci saremo perché continuiamo a pensare che nonostante i
miglioramenti apportati questa sia una legge da ritirare perché è stata
concepita con l'obiettivo di ostacolare l'accertamento della legalità,
di ridurre la trasparenza, di contrastare il diritto alla conoscenza''.
Lo affermano per Articolo21 il portavoce Giuseppe Giulietti e il
direttore Stefano Corradino. ''Ci saremo perché nel testo permangono
norme gravissime contro l'esercizio della legalità; ci saremo perché
sono state introdotte norme a tutela della P3; ci saremo perché si
vogliono mettere le mani sulla rete, sui siti e sui blog. Ci saremo
perché decine e decine di testate e di radio rischiano di scomparire per
l'aumento delle tariffe postali e per i tagli operati dalla
finanziaria. Ci saremo perché l'articolo21 della Costituzione può vivere
soltanto se vive tutta la Costituzione. Per questa ragione -
concludono Giulietti e Corradino – da stasera raccoglieremo sul sito www.articolo21.org
le adesioni''. (ANSA)
LA SOLIDARIETÀ DEL MEDIACLUB GERMANIA -
ASSOCIAZIONE DEI GIORNALISTI ITALIANI IN GERMANIA Colonia, 29 luglio
- Il MediaClub Germania esprime la propria solidarietà ai colleghi
della FNSI e del Comitato per la Libertà e il diritto all’Informazione,
impegnati oggi nel presidio aPiazza Montecitorio. L’associazione di
giornalisti italiani e di origine italiana residenti in Germania tiene a
far rilevare nel contempo il crescere della mobilitazione in difesa
della libertà d’informazione anche tra gli italiani residenti in questo
paese. L’appello del MediaClub Germania di solidarietà con la
battaglia che sta conducendola FNSI ha raccolto e sta raccogliendo
centinaia di firmedi cittadini italiani in tutte le maggiori città
tedesche. Nell’appello il MediaClub Germania lega la battaglia in
difesa della libertà di stampa in Italia alle preoccupanti
condizioni dell’informazione e della cultura di lingua italiana tra le
comunità italiane all’estero. Per il MediaClub i tagli finanziari
alla stampa italiana all'estero, alla cultura e ai servizi sociali e lo
scarso interesse del servizio d'informazione pubblico per le comunità
italiane all'estero recidono sempre più i legami di queste con la madre
patria e ostacolano l'informazione di ritorno. All’appello hanno già
aderito numerose associazioni culturali e testate giornalistiche
italianedi Berlino, Amburgo, Monaco, Colonia e Francorte. Renzo
Brizzi Presidente del MediaClub Germania
APPELLO DI
MEDIACLUB GERMANIA I giornalisti italiani e di origine italiana
aderenti al MediaClub Germania, insieme ad associazioni e testate che
aderiscono a questo appello, esprimono il loro allarme per le
limitazioni arrecate alla libertà dell’informazione e al diritto
d‘informazione in Italia. Questo allarme non è disgiunto da quello
che esprimiamo per le altrettanto preoccupanti condizioni
dell’informazione e della cultura di lingua italiana tra le comunità
italiane all’estero. L’indebolimento progressivo del servizio
d’informazione pubblico, l’inadeguatezza di Rai Italia (ex Rai
International), il criptaggio di film e avvenimenti sportivi e
provvedimenti censori, come la sospensione di trasmissioni di contenuto
politico prima delle ultime elezioni regionali, scoraggiano
sempre più il legame politico e culturale degli italiani
all’estero con la madre patria. La legge che sancisce il voto
all’estero ha rappresentanto un momento di speranza per la maggioranza
degli italiani che non vogliono recidere i legami con il proprio
paese di origine. Alla promulgazione di questa legge hanno
fatto seguito però provvedimenti che sembrano andare in una direzione
contraria agli scopi e alle intenzioni che l’hanno ispirata. Sono
stati tagliati drasticamenti i mezzi finanziari agli istituti italiani
di cultura, ai servizi sociali consolari, agli enti
gestori dell'intervento scolastico, ai comites, sono stati o
verrano eliminati interi consolati o agenzie consolari. Particolarmente drammatici
e inaccettabili sono infine i tagli finanziari inflitti
alla stampa italiana all’estero, che da sempre rappresenta realtà
italiane in tutto il mondo che altrimenti resterebbero ignorate. In
questo contesto il MediaClub Germania invita gli italiani in
Germania e le loro associazioni: - a seguire e ad appoggiare
le battaglie in difesa della libertà di informazione e di stampa
sostenute in Italia dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana; -
a protestare, apponendo la loro firma, sotto questo appello,
contro tutti quei provvedimenti restrittivi che si ripercuotono
negativamente sulla diffusione dell’informazione e sulla
crescita culturale e sociale degli italiani all’estero. - a chiedere
una riforma del servizio d’ informazione pubblico in Italia che lo renda
indipendente dai condizionamenti politici e che attraverso tutti i suoi
programmi, radiofonici e televisivi, tenga conto sia delle
esigenze che del ruolo attivo di tante e forti comunità italiane
all’estero Il MediaClub Germania, da sempre impegnato nel tessere
rapporti con i media tedeschi, prendendo atto positivamente dell’aumento
dei tempi di trasmissione di “Radio Colonia”, il programma in lingua
italiana del WDR Funkhaus Europa, continuerà a richiedere una maggiore
attenzione dei media di questo paese per la presenza italiana e delle
altre minoranze. E’ convinto inoltre che solo una forte connessione
tra tutte le organizzazioni della comunità italiana qui residente
permetta una miglior tutela dei diritti dei connazionali, a cominciare
proprio da quelli di una corretta e adeguata informazione.
COMUNICATO
STAMPA – POPOLO VIOLA Il Popolo Viola annuncia la sua presenza in
Piazza di Monte Citorio per i giorni 28 e 29 luglio, insieme alla CGIL e
alla FNSI contro l’attuale manovra finanziaria e contro la “legge
bavaglio”. E’ molto importante non far abbassare la guardia su queste
importanti tematiche che riguardano la popolazione tutta e sulle quali
il governo spera di chiudere la partita proprio a ridosso delle vacanze
estive, quando molti italiani sono già partiti per le ferie. “E’ per
questo che è un dovere morale oltre che civico, far sentire la nostra
voce” affermano i Viola, “daremo vita ad una grande mobilitazione di 24
ore a supporto delle migliaia di lavoratori che a causa di questa
manovra vedono a rischio il loro posto, e contro la legge bavaglio a
supporto dei magistrati, editori e giornalisti. Questa legge rappresenta
un ostacolo a tutto il comparto della giustizia, non consentendo di
indagare e punire i colpevoli, e nemmeno di renderne noti i fatti senza
limiti imposti dal governo”. Il Popolo Viola si radunerà in Piazza di
Monte Citorio a partire dalle 22 del 28 luglio e sosterà in piazza fino
a tutto il 29, dando vita a varie iniziative.
INTERCETTAZIONI:
ARCI,IN PIAZZA MONTECITORIO IL 29 CONTRO DDL Il 29 luglio l'Arci
sarà in piazza Montecitorio per un presidio di protesta contro il ddl
intercettazioni, insieme alla Fnsi e alle organizzazioni che fanno parte
del Comitato per la libertà e il diritto all'informazione e alla
conoscenza, in occasione dell'inizio della discussione del provvedimento
in aula alla Camera. "La grande mobilitazione contro il
provvedimento – dice l'associazione - ha ottenuto dei risultati positivi
con l'approvazione di alcuni emendamenti in Commissione: se le
modifiche verranno votate, i giornalisti vedranno confermato il loro
dovere di informare e i cittadini il loro diritto a conoscere". Ma
sono ancora molti, secondo l'Arci, gli elementi da cambiare: ad esempio,
l'obbligo di rettifica entro 48 ore per i blog e le limitazioni per
l'attività di indagine dei magistrati e delle forze dell'ordine. "Di
fatto, il cuore del disegno di legge, il tentativo di impedire al nostro
sistema giuridico di investigare e di raccogliere prove di reati anche
attraverso le intercettazioni, non viene per nulla intaccato. In questo
modo si calpesta volutamente la nostra Costituzione, minando il
principio di legalità e la divisione dei poteri. Il danno, poi, si
ripercuote inevitabilmente sul mondo dell'informazione che vede colpita
la fonte delle sue notizie". (ANSA)
INTERCETTAZIONI: PD E
UDC VOTANO EMENDAMENTO GOVERNO SOLO L'IDV VOTA CONTRO Roma, 22 luglio
- La proposta di modifica del governo è passata anche con i voti del Pd
e dell'Udc. Dei gruppi dell'opposizione ha votato contro solo l'Idv.
''Abbiamo deciso di votare sì - spiega il centrista Roberto Rao - perché
è un emendamento migliorativo del testo. Ma ora ci impegneremo affinché
vengano migliorate anche le altre parti del provvedimento''. (ANSA)
INTERCETTAZIONI:
MANCA OK QUIRINALE, SLITTA PARERE CSM MANCINO, USIAMO LA RAGIONE,
RINVIO A NUOVO CSM Roma, 22 luglio - Nessuna discussione stamane in
plenum del Csm al parere critico dato dalla VI Commissione sul ddl
intercettazioni. Il Quirinale, infatti, non ha ''avuto tempo per
esprimersi'' sull'ordine del giorno aggiunto da portare in plenum e
dunque ''in ventiquattro ore non è arrivato l'assenso'' alla trattazione
della pratica. Lo ha riferito lo stesso vicepresidente del Csm, Nicola
Mancino, in apertura della seduta di stamane, riferendo di una
''distrazione della burocrazia interna'' in base alla quale si pensava
che il Quirinale avesse dato il via libera all'ordine del giorno
aggiunto. A questo punto Mancino ha sollecitato il Csm a ''usare la
ragione piuttosto che la legittimazione'' e dunque a rinviare la
trattazione del parere sulle intercettazioni al nuovo Csm, visto che
l'attuale cadrà il prossimo 31 luglio. ''Al punto in cui siamo tutte
le pratiche su materie gestionali (nomine, trasferimenti, valutazioni
professionali, etc.) andrebbero trattate, mentre - ha detto Mancino -
pareri e circolari su pratiche che hanno influenza sull'attività del
prossimo Consiglio non si dovrebbero fare''. Dunque, il vicepresidente
del Csm suggerisce un rinvio anche del parere sul ddl intercettazioni
anche perché, fa notare, ''lo stato della legge consiglia di dare un
parere al momento del passaggio tra Camera e Senato'', mentre il ddl è
ancora in fase di discussione in Commissione Giustizia a Montecitorio.
Tra le pratichesu cui si dovrà esprimere il prossimo Csm Mancino indica
anche la modifica alla circolare sugli incarichi extragiudiziari e
quella sulla direzione distrettuale antimafia. ''È preferibile usare la
ragione piuttosto che la legittimazione - aggiunge il vicepresidente del
Csm - c'è bisogno dell'assenso del Quirinale che al momento non è
arrivato. Preferirei che non ci fosse una ragione formale di non
assenso''. Alla comunicazione di Mancino ha replicato il consigliere
togato di Md, Livio Pepin ''Io credo che non siamo consiglieri dimezzati
- ha reclamato -, mi ritengo legittimato a discutere'' il parere sulle
intercettazioni così come altre pratiche rimaste in sospeso. (ANSA)
LA
FNSI: “UN PASSO AVANTI, RESTANO PERÒ APERTE LE QUESTIONI DELLA DURATA
DEL "FILTRO" E DELLA PUBBLICAZIONE PER RIASSUNTO CHE VA ELIMINATO A
GARANZIA DEL DIRITTO DI CRONACA” Roma, 20 luglio - La Federazione
Nazionale della Stampa Italiana comunica: “Evidentemente avevano
fondamento le proteste e le richieste formulate nei mesi scorsi da tanta
parte dell’opinione pubblica, e con essa dalle rappresentanze dei
giornalisti e dei magistrati. L’udienza-filtro,la cui introduzione anche
la Fnsi ha sollecitato per lungo tempo, entra finalmente nei testi
proposti dal govern si è capito, pur tardivamente, che è in questo
strumento il giusto equilibrio fra il diritto alla riservatezza, il
diritto-dovere di informare e il diritto dei cittadini a conoscere le
vicende di rilevanza pubblica. E’ un importante passo avanti, che va
ascritto non soltanto al dibattito tra le forze politiche ma anche alla
possente mobilitazione che ha caratterizzato la vita pubblica italiana
di questo periodo. Restano però aperte due questioni di assoluta
rilevanza, che il sindacato dei giornalisti chiede vengano prese in
esame nel prosieguo della discussione parlamentare alla Camera. La prima
è l’assenza di un termine certo entro il quale l’udienza-filtro debba
svolgersi: se manca questa indicazione vincolante, si rischia che il
segreto sulle intercettazioni duri per mesi o anni; il bavaglio, rimosso
in linea di diritto, verrebbe ripristinato nei fatti. La seconda è il
permanere dell’obbligo al riassunt non se ne comprende la ragione, una
volta che l’udienza-filtro abbia escluso le parti delle intercettazioni
prive di rilevanza pubblica. Ribadiamo la richiesta che il riassunto
venga eliminat a garanzia della nostra autonomia professionale (deve
essere il giornalista a scegliere se e quanto sintetizzare, dopo che il
rischio di intrusioni nei fatti privati è stato risolto alla radice); a
garanzia dei cittadini e del loro diritto ad una informazione completa; a
garanzia anche di soggetti a vario titolo presenti nelle inchieste
giudiziarie. La recente vicenda che ha avuto come protagonista e vittima
il Presidente della Giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro,
ne è un chiaro esempi a far emergere la macchinazione ai suoi danni ha
contribuito anche la possibilità che l’informazione italiana ha avuto di
pubblicare per esteso i testi delle intercettazioni. I riassunti
rischiano di essere terreno di allusioni, messaggi cifrati, segnali in
codice. Non ne ha bisogno l’informazione, non ne ha bisogno la società”.
INTERCETTAZIONI: SIDDI, EMENDAMENTO BASE PER CAMBIO PASSO Roma,
20 luglio - ''In attesa di potere leggere il nuovo testo coordinato,
l'emendamento alla cronaca giudiziaria rispetto alle norme votate in
Senato va sicuramente nella direzione dell'auspicata udienza-filtro e
dello stralcio degli ascolti estranei al contenuto delle indagini''. Lo
afferma all'Ansa il segretario generale della Fnsi Franco Siddi
commentando l'emendamento del Governo al ddl intercettazioni. ''Pare
emergere per la prima volta - ha aggiunto Siddi – un parziale ascolto
delle posizioni espresse da diverse rappresentanze della società civile e
in primo luogo dal sindacato dei giornalisti, considerati fin qui solo
biechi fomentatori''. ''La realtà - ha aggiunto Siddi - è che quella
democratica è una fatica ineludibile e che sul merito delle questioni
che riguardano i principi della convivenza civile, per i quali il
diritto all'informazione leale e' essenziale, non si possono fare
ragionamenti con lo schema della vendetta continua''. ''Occorre ora
capire - ha detto ancora il segretario della Fnsi - se alla Camera per
l'udienza filtro si farà uno sforzo supplementare per introdurre un
termine, così come un tempo limite deve essere stabilito per il segreto
giudiziario. Per quanto riguarda la pubblicazione degli atti, deve
cadere qualsiasi divieto dopo il rinvio a giudizio ed è bene riflettere
sulla pubblicabilità per riassunto della parti già depositate che può
dare luogo a usi strumentali. Se si vuole c'è la base per un cambio di
passo''. (ANSA)
NATALE (FNSI), SI INTRAVEDONO NOVITA'
POSITIVE Roma, 20 luglio - ''Sono ore in cui sembrano intravedersi
novità positive ma aspettiamo per giudicare''. Lo ha detto a proposito
dello slittamento dell'esame degli emendamenti del ddl intercettazioni
alla commissione Giustizia della Camera, il presidente della Fnsi
Roberto Natale, a margine della presentazione dei risultati delle
ricerche dell'Osservatorio Carta di Roma per monitorare l'informazione
italiana su immigrazione ed asilo. (ANSA)
UNIONE NAZIONALE
CRONISTI ITALIANI DDL ALFAN INCERTEZZE SULL’UDIENZA FILTRO E SULLA
RILEVANZA INTERCETTAZIONI: NON SI PUÒ DISARMARE Roma, 21 luglio - Gli
emendamenti al ddl Alfano presentati ieri dal Governo prendono atto che
la divulgazione degli atti coincide con il momento del deposito, cioè
quando non sono tecnicamente più segreti e quindi non secretabili senza
un’adeguata motivazione. E’ un passo avanti rispetto alla totale
chiusura della precedente posizione perchè la disciplina proposta tiene
in considerazione l’equilibrio che deve sempre esserci tra diritto di
cronaca e tutela delle esigenze di privacy reali ed effettive, Le novità
introdotte dagli emendamenti, però, non possono indurre i giornalisti a
disarmare o ad accontentarsi di quello che la dialettica politica offre
loro. Sia per non farsi risucchiare nel gioco delle parti di questo o
quel personaggio o forza politica, sia perchè sono diversi i punti non
chiari o che possono prestarsi a fare rientrare nella pratica ciò che si
nega nella forma. L’udienza-filtro, che pure era tra le richieste dei
giornalisti per garantire che le conversazioni dei terzi estranei alle
indagini non vengano rivelate, non può rimanere sospesa nel tempo.
Occorre che sia fissato un termine certo, e ravvicinato, entro il quale
individuare le intercettazioni che possono essere pubblicate. Infatti la
cronaca in differita non è più cronaca. Le conversazioni poi devono
essere riferibili integralmente in base al principio che ciò che è
pubblico è per ciò stesso pubblicabile. E’ molto importante, poi, che si
chiarisca il significato di “intercettazioni rilevanti” che possono
essere, in quanto tali, divulgate, sia dopo l’udienza filtro che in
seguito ad ordinanze. C’è il rischio che nulla sia ritenuto “rilevante”
per l’informazione. I cittadini hanno il diritto di essere informati in
modo corretto, completo e tempestivo e i cronisti hanno il dovere di
assolvere a questo compito. La legge non può frapporre ostacoli
strumentali alla libertà di informazione.
INTERCETTAZIONI:
FIEG, PASSO AVANTI MA OCCORRE CERTEZZA SUI TEMPI DELL'UDIENZA FILTRO Roma,
21 luglio - Con riferimento all'emendamento governativo al ddl sulle
intercettazioni, la Fieg osserva che ''si tratta obiettivamente di un
passo in avanti verso il corretto approccio al problema''. ''In
particolare -si legge in una nota- l'udienza filtro diventa lo strumento
volto a valutare caso per caso ciò che è rilevante e veramente
finalizzato alla conduzione dell'inchiesta da ciò che non lo è, con la
conseguenza di rendere pubblicabili le intercettazioni che 'superano'
l'udienza filtro''. ''Cade, quindi, grazie all'approccio caso per caso
-sottolinea la Fieg- il divieto assoluto e generalizzato di
pubblicazione da cui muoveva originariamente il ddl. Detto ciò, però,
proprio per la rilevanza dell'udienza filtro, prima della quale tutto è
segreto e dopo la quale tutto ciò che supera il filtro è pubblicabile,
la mancanza di un termine lascia un margine di eccessiva discrezionalità
che incide negativamente sul diritto costituzionale di cronaca''. ''A
ciò si ricollega -aggiunge la Federazione degli editori- il tema delle
sanzioni a giornalisti ed editori, poiché la pubblicazione della
medesima registrazione comporta o meno la sanzione a seconda che
l'udienza filtro ci sia stata o meno. L'indeterminatezza del termine di
espletamento dell'udienza filtro comporta un eccessivo margine di
discrezionalità in tema di applicazione delle sanzioni penali e
parapenali. Inoltre resta ferma nell'emendamento governativo
l'affermazione della responsabilità degli editori, che è in linea di
principio una violazione dell'articolo 21 della Costituzione, per il
sindacato che tale responsabilità presuppone sul contenuto del giornale
da parte dell'editore''. La Fieg, quindi, ''pur riconoscendo un
significativo sforzo dell'emendamento nella composizione delle
contrastanti esigenze, ribadisce che le sanzioni sono tutt'al più
ammissibili in caso di pubblicazione di parti delle quali il giudice ha
già disposto la distruzione o l'espunzione ed esprime una valutazione
complessivamente negativa, riservando il giudizio globale sul disegno di
legge al testo che risulterà dall'approvazione dei vari emendamenti
che, oltre a quello governativo, sono stati presentati al ddl da
maggioranza e opposizione''. (ADNKRONOS)
INTERCETTAZIONI:
'SECOLO', OLTRE LA CONTA - 'UNITA'', FINI CANTA VITTORIA PERINA, BUONA
POLITICA COROLLARIO DELLA LOGICA DEI 'NUMERI' 'RIFORMISTA', RETROMARCIA
TOTALE - 'EUROPA', UMILIATI FALCHI DEL PDL Roma, 21 luglio - 'C'è il
balzo in avanti'. Titola così il 'Secolo d'Italia', all'indomani
dell'emendamento presentato dal governo in commissione Giustizia sul ddl
intercettazioni. ''Cantare vittoria non si può -scrive il direttore
Flavia Perina nell'editoriale- sarebbe oltretutto un evidente difetto di
stile'', ma ''la positiva conclusione della vicenda contiene una
lezione: la ragionevolezza, l'ascolto, il dialogo, cioè le qualità di
una buona politica, sono l'indispensabile corollario della logica dei
'numeri'. Perché i soli 'numeri', persino quelli preponderanti del Pdl,
non sono sufficienti né a legiferare né a governare''. 'Bavaglio, mezza
retromarcia e Fini canta vittoria', titola invece 'l'Unità', che nota:
''Silvio Berlusconi ingoia malvolentieri il rospo impressogli dal
pressing del Quirinale'', mentre ''Fini incassa soddisfatto lo scacco
quasi matto e parla di 'compromesso', ma certo nemmeno lui si azzarda a
dire che posas amai divenatre una buona legge''. In fondo, rileva il
quotidiano diretto da Concita De Gregorio, ''i giudizi di berlusconiani e
finiani coincidon la legge 'rischia' di diventare pressoché inutile.
Solo che gli uni se ne dispiacciono, gli altri se ne compiacciono''. Per
'il Riformista', quella del governo ''è una retomarcia totale. E
soprattutto certificata dalle parole del premier in persona. Raramente
prima di ieri -nota il quotidiano diretto da Antonio Polito- come
ricordano molti parlamentarii della maggioranza che stanno col Cavaliere
dalla prima ora, 'il Presidente' s'era così abbandonato all'ammissione
delle sua importenza politica''. ''Chi ha avuto modo -spiega 'il
Riformista'- di seguire passo dopo passo le mosse di Berlusconi dal 'ghe
pensi mi' di due settimane fa in poi, racconta la metamorfosi di un
capo ogni giorni più insicuro''. 'Intercettazioni, resa quasi completa.
Può essere totale', è il titolo scelto da 'Europa', che in un editoriale
spiega: se finisce così, è stata ''sancita la maggiore forza del
Quirinale rispetto al governo. Regalata a Fini un'altra vittoria.
Umiliati di nuovo i falchi del Pdl, per non dire dei suoi leader
parlamentari. Costretta la Lega a un'inutile battaglia per lei
imbarazzante. Infine -conclude 'Europa'- offerta alle opposizioni
l'occasione di un sucesso in difesa di un principio fondamentale''.
(ADNKRONOS)
GOVERNO PRESENTA EMENDAMENTO Il governo ha
presentato il suo atteso emendamento al ddl intercettazioni. Il termine
per la presentazione dei subemendamenti è stato fissato per domani
mattina alle 9. Nell'emendamento presentato dal governo si afferma il
principio secondo il quale, nel corso delle indagini, l'obbligo del
segreto per le intercettazioni 'cade' ogni qual volta ne sia stata
valutata la rilevanza. In questo senso viene inserita la previsione
secondo la quale la documentazione e gli atti relativi alle
intercettazioni sono coperti da segreto fino al momento della cosiddetta
'udienza-filtro'. In questo momento del processo, infatti, si
selezionano le intercettazioni depositate dal Pm e si escludono quelle
relative a fatti, circostanze o persone estranee alle indagini.
Stabilito questo principio, il governo propone quindi di sopprimere
tutta quella parte del testo nel quale si prevede il divieto di
pubblicazione delle intercettazioni sino alla conclusione delle
indagini. Ma si sopprime anche la norma che specificava il regime delle
intercettazioni allegate all'ordinanza cautelare. Le intercettazioni,
comunque, secondo quanto si legge nel testo messo a punto dal governo,
sono sempre coperte dal segreto fino a quando le parti non ne vengano a
conoscenza. Nella proposta di modifica che porta la firma di Giacomo
Caliendo, si disciplinano anche i casi in cui il giudice e il Pm, prima
che ci sia 'l'udienza-filtro', utilizzino le intercettazioni per
emettere, ad esempio, dei provvedimenti cautelari oppure per atti che
riguardano la ricerca della prova (ad esempio, un'ordinanza di custodia
cautelare oppure un decreto di perquisizione). In questi casi, saranno
il Pm e il giudice a dover selezionare quali conversazioni dovranno
essere trascritte, in quanto rilevanti, per adottare la misura cautelare
o l'atto d'indagine. Il meccanismo previsto implica la necessità di
restituire al Pm la facoltà di operare uno stralcio per tutelare la
segretezza delle indagini. Nell'emendamento sono poi indicate tutte le
modalità tecniche per selezionare le intercettazioni rilevanti e si
stabilisce il divieto di trascrivere parti di conversazioni che
riguardano fatti, circostanze o persone estranee alle indagini. Giudice e
Pm potranno poi disporre, con decreto motivato, l'obbligo del segreto,
quando il contenuto delle conversazioni trascritte potrà ledere la
riservatezza delle persone coinvolte. I difensori potranno estrarre
copia delle trascrizioni e potranno trasferire le registrazioni su un
supporto informatico. Si stabilisce, infine, che, dopo la conclusione
delle indagini preliminari, nell'udienza preliminare e nel dibattimento,
il giudice potrà sempre disporre su richiesta delle parti o anche
d'ufficio l'esame dei verbali e l'ascolto delle registrazioni custodite
nell'archivio riservato e potrà acquisire con ordinanza le
intercettazioni in precedenza ritenute prive di rilevanza. (ANSA)
GOVERNO,
PUBBLICABILI SE RILEVANTI Le intercettazioni saranno coperte da
segreto fino alla conclusione della cosiddetta 'udienza-filtro'. È
quanto prevede l'emendamento presentato dal governo al ddl
intercettazioni. È durante questa udienza, infatti, che il magistrato
dovrà escludere quelle estranee alle indagini. In questo modo, le
intercettazioni considerate da giudice e pm rilevanti, potranno essere
pubblicabili ''anche per riassunto''. ''Cade così il bavaglio per la
stampa - commenta la finiana Annamaria Siliquini - è una vittoria del
Parlamento''. A chiedere questa modifica, infatti, erano stati i finiani
anche su 'suggerimento del Colle'. (ANSA)
BONGIORNO, DA
GOVERNO BALZO IN AVANTI L'emendamento presentato dal governo al ddl
intercettazioni sembra incontrare il parere favorevole dei finiani.
''Credo che sia innegabile - dichiara il presidente della Commissione
Giustizia della Camera Giulia Bongiorno - il fatto che questo
emendamento presentato dal governo vada incontro alle istanze che
vengono dal mondo dell'informazione''. ''E siccome si tratta di istanze
che anche io ho condiviso - prosegue il deputato finiano - questa
opzione, per me, è estremamente positiva''. ''La proposta di modifica va
in una direzione che di fatto - conclude - non è solo un passo, ma un
balzo in avanti''. (ANSA)
INTERCETTAZIONI: PREMIER, VOTO
SUBITO O LASCIAR PERDERE FINI, TEMPI? DECIDE CAPIGRUPPO; SÌ A TERMINE
'UDIENZA-FILTRO' Le richieste sono state accolte. Il compromesso è
stato raggiunto. Ora il ddl intercettazioni venga votato entro l'estate,
altrimenti meglio lasciar perdere: uomini vicino al premier
sintetizzano così l'atteggiamento di Berlusconi sul ddl intercettazioni.
Del resto il Cavaliere ieri era stato chiarissim il ddl così com'è non
gli piace più, rischia di essere una 'leggina'. Con le modifiche che il
governo ha dovuto introdurre per ascoltare il Colle e i finiani, il
testo non ha più grande senso. Ma, almeno, osserva, il voto alla Camera
si faccia subito, entro la prima settimana di agosto. Come chiede il
Guardasigilli Angelino Alfano durante la sua breve apparizione in
commissione Giustizia della Camera. L'ipotesi che il voto possa slittare
a settembre, infatti, è tutt'altro che peregrina visto che in Aula, da
domani all'inizio della pausa estiva, si dovrebbero esaminare varie
questioni piuttosto delicate, tra le quali, la Manovra con il voto di
fiducia, due decreti, il ddl intercettazioni, l'elezione dei componenti
togati del Csm. A questo, si aggiunga che molti berlusconiani, critici
nei confronti del compromesso raggiunto tra Alfano, i finiani e il
Colle, sperano che il voto slitti e che non se ne faccia più nulla.
Perché non far cadere il testo su un binario morto, propone il
vicepresidente dei deputati Pdl Osvaldo Napoli e non ''ricominciare dal
ddl Mastella?''. La posizione, criticata dal capogruppo in commissione
Giustizia Enrico Costa (''dichiarazioni così sarebbe meglio non
farle''), viene però condivisa da molti. Tanto che oggi Mario Pepe (Pdl)
presenta un sub-emendamento per sopprimere la proposta di modifica del
governo che rende pubblicabili le intercettazioni rilevanti ai fini
delle indagini. Ma poi lui non si presenta in commissione al momento del
voto e il sub-emendamento decade. ''Spero proprio - confessa un 'falco'
berlusconiano - che lo ripresenti in Aula...''. Di tutt'altro umore il
presidente della Camera Gianfranco Fini che durante la cerimonia del
Ventaglio con la stampa parlamentare ribadisce: il Parlamento ha
corretto delle impostazioni ''inadeguate''. Ha fatto un buon lavoro. Sui
tempi dell'esame, poi, dopo aver ricordato che è la Conferenza dei
Capigruppo a decidere, replica ad Alfan il voto prima dell'estate?
L'estate, precisa, ''finisce il 21 settembre...''. In realtà i tempi per
approvare il testo entro la prima di agosto ci sarebbero tutti visto
che già domani i lavori della commissione dovrebbero finire perché ormai
sarebbero rimasti non più di 80 emendamenti da votare. Il presidente
Bongiorno ha infatti chiesto ai deputati di segnalare quali fossero le
proposte di modifica più importanti. E solo queste verranno sottoposte
all'esame dei commissari. Il testo, infatti, è stato calendarizzato per
l'Aula il 29 luglio. E se si vuole modificare davvero il testo bisogna
fare in fretta. Nella seduta di oggi intanto viene fissato, con sì
unanime, il termine di convocazione dell''udienza filtro' (quella nella
quale si decide quali siano le intercettazioni rilevanti) a 45 giorni
unificando due emendamenti del Pd e dell'Udc. Poi, passa la norma
secondo la quale la sostituzione del Pm che viola il segreto istruttorio
o fa dichiarazioni sul procedimento potrà avvenire solo dal momento in
cui venga esercitata contro di lui l'azione penale e non da quello della
sua iscrizione nel registro degli indagati. Quindi, ricevono parere
favorevole altre due proposte dell'Udc che riguardano le indagini contro
ignoti e le intercettazioni dei parlamentari. Il testo ''non va -
afferma il segretario Pd Pierluigi Bersani - ma stiamo intervenendo per
migliorarlo''. Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, in vista delle
pregiudiziali di costituzionalità, che dovrebbero essere votate o il 31
luglio o la prima settimana di agosto, 'precetta' i suoi: tutti in
Aula, avverte, le vacanze possono aspettare. (ANSA) |
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